"In Italia, come in tutti gli stati democratici, le donne hanno raggiunto molti obiettivi, ma in questo viaggio verso la parità c'è stata una forte accelerazione nell'ultimo cinquantennio". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso del suo intervento al Quirinale per la celebrazione della Giornata internazionale della donna, occasione per ripercorrere il percorso compiuto dalla condizione femminile nei 150 anni dell'Unità d'Italia.
"Il merito - ha aggiunto - si deve soprattutto all'impegno combattivo delle donne, alla loro capacità di unirsi e di rivendicare con fermezza i propri diritti. Oggi si può affermare che il grado d'impegno delle donne per la parità, l'affermazione del loro ruolo nei vari ambiti sociali, il livello di uguaglianza, di dignità e di considerazione di cui esse godono sono tra i principali indicatori della maturità e dello stato di salute dei sistemi democratici".
"Tuttavia - ha proseguito il Capo dello Stato - le donne italiane sono ancora lontane dall'aver conquistato la parità in molti campi. Basti ricordare il divario di genere, quale risulta anche dai rapporti internazionali, nella rappresentanza politica, nei media, ancora in qualche carriera pubblica, nella conduzione delle imprese, basti più in generale ricordare il divario e le strozzature che pesano nell'accesso al mercato del lavoro. Ne soffrono soprattutto le ragazze, le giovani in cerca di occupazione : e per comprendere quali energie e potenzialità rischino così di essere sacrificate, basta vedere - porto solo questo esempio - come si fanno valere ricercatrici italiane quali quelle che ho incontrato qualche giorno fa al CERN di Ginevra".
"Ma credo - ha aggiunto il Presidente - che per raggiungere una parità sostanziale sia necessario incidere essenzialmente sulla cultura diffusa: sulla concezione del ruolo della donna, sugli squilibri persistenti e capillari nelle relazioni tra i generi, su un'immagine consumistica che la riduce da soggetto ad oggetto, propiziando comportamenti aggressivi che arrivano fino al delitto. Per favorire il cammino verso una parità sostanziale, molto devono fare la scuola e i mezzi di comunicazione attraverso i valori che trasmettono, e una rilevante responsabilità cade su quanti hanno ruoli preminenti in tutti gli ambiti e le professioni ; alle donne in particolare, tocca offrire validi modelli di comportamento.
Non solo a quante hanno particolari funzioni e visibilità, ma a tutte le donne spetta, nella quotidianità della loro vita, il dovere di contrastare luoghi comuni, di esigere rispetto e considerazione". "Ne consegue - ha rilevato il Presidente - che l'ulteriore cammino verso la parità di genere non può non essere parte di una generale ripresa di valori civili".Il Presidente della Repubblica nel corso del suo intervento ha anche sottolineato come "in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia ci si sta giustamente adoperando per valorizzare la partecipazione femminile al percorso risorgimentale". "Il Risorgimento - ha detto - non aveva come solo obiettivo l'Unità nazionale, ma si proponeva anche il rinnovamento istituzionale, civile e morale del paese. Il ramo femminile della carboneria aveva come motto "Onore e virtù". In questa necessaria opera di rinnovamento morale le donne di oggi, come quelle di ieri, sono chiamate a dare un contributo fondamentale".
"E sono certo - ha concluso il Presidente Napolitano - che anche le nuove italiane, le tante donne immigrate che sono già diventate o diventeranno nostre concittadine, le tante che lavorano con abnegazione e senso del decoro, faranno anche esse la loro parte".-->
(dal sito del Quirinale)
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1 commento:
ahahahah sindaco ma chi vuoi che ti segua su queste considerazioni, né destra nè sinistra non ce n'è per nessuno.
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