giovedì 9 giugno 2011

Referendum, il dovere del voto

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I quat­tro que­siti re­fe­ren­dari del 12 e 13 Giu­gno 2011 ri­guar­dano: il le­git­timo im­pe­di­mento, la pri­va­tiz­za­zione di fatto dell’acqua pre­vi­sto dal de­creto «Ron­chi» (due que­siti) e il ri­torno all’energia nucleare.
Cosa sono i referendum
Il re­fe­ren­dum è uno stru­mento della so­vra­nità po­po­lare, san­cita all’articolo 1 della nostra Co­sti­tu­zione, e l’esito re­fe­ren­da­rio vin­cola i le­gi­sla­tori al ri­spetto della vo­lontà del po­polo. Quat­tro le ti­po­lo­gie di re­fe­ren­dum con­tem­plate dalla Co­sti­tu­zione italiana:
il re­fe­ren­dum abro­ga­tivo di leggi e atti aventi forza di legge,
quello sulle leggi co­sti­tu­zio­nali e di re­vi­sione costituzionale,
quello ri­guar­dante la fu­sione di re­gioni esi­stenti o la crea­zione di nuove regioni,
quello ri­guar­dante il pas­sag­gio da una Re­gione ad un’altra di Pro­vince o Comuni.
Il re­fe­ren­dum abro­ga­tivo di leggi e atti aventi forza di legge (ar­ti­colo 75) si uti­lizza come so­lu­zione per abo­lire una legge già esi­stente o parte di questa.
Quando?
Se­condo legge po­te­vano es­sere svolti tra il 15 aprile e il 15 giu­gno; sono stati in­fine fis­sati per il 12 e 13 giu­gno, quindi senza unire il voto con le ele­zioni am­mi­ni­stra­tive del 15–16 maggio.
Tale scelta è stata cri­ti­cata quale enorme spreco di de­naro pub­blico e come ten­ta­tivo di non far rag­giun­gere il quo­rum ai re­fe­ren­dum. Un ten­ta­tivo di boi­cot­tag­gio. In­fatti se non an­dranno a vo­tare il 50% + 1 de­gli aventi di­ritto i re­fe­ren­dum non sa­ranno validi. Di fatto la decisione del de­ci­sione co­sterà alle casse dello Stato, come evi­den­ziano al­cune stime, uno spreco di 400 mi­lioni di euro in più ri­spetto ad un ipo­te­tico ac­cor­pa­mento delle ele­zioni am­mi­ni­stra­tive col referendum.
Re­fe­ren­dum, in campo la so­cietà ci­vile: Quat­tro sì per cam­biare l’Italia
È im­por­tante – il 12–13 giu­gno – rag­giun­gere il quo­rum di 25 mi­lioni di vo­tanti ai Re­fe­ren­dum e sce­gliere il SI a tutti i que­siti. Un suc­cesso dei SI co­strin­ge­rebbe la po­li­tica del Governo a fare i conti con la vo­lontà dei cit­ta­dini. L’impegno delle mo­bi­li­ta­zioni so­ciali non si li­mi­te­rebbe a ma­ni­fe­sta­zioni fi­nora ina­scol­tate, ma can­cel­le­rebbe al­cune delle peg­giori leggi in­tro­dotte dal governo.
Spiegheremo qui di seguito, cercando di essere il più chiari possibile.
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1) Quesito sul nucleare

Con questo quesito referendario si chiede l'abolizione di una parte del decreto legge ("disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge "con modificazioni" il 6 agosto dello stesso anno) che permette la costruzione e l'utilizzo di nuove centrali per l'energia atomica in Italia.
Cosa cambia col voto:
se vince il SI: in Italia non verranno costruite centrali nuclease vince il NO: rimane valido il permesso di costruire centrali nucleari nellla nostra nazione.
Se vince il NO: Sarà possibile costruire centrali nucleari.

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Acqua 1 : Quesito sulla privatizzazione della gestione dell'acqua
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
"Volete Voi che sia abrogato l'art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria", convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia", e dall'art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea", convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?"
Spiegazione:
L'abrogazione di questo articolo vieterà gli affidamenti di gestione del servizio idrico a società di capitali, concedendo tale gestione ad enti di diritto pubblico con la partecipazione di cittadini e comunità locali.
Cosa cambia col voto:
se vince il SI: il servizio idrico è gestito da enti pubblici.
se vince il NO: la gestione del servizio idrico può essere affidata ad aziende private.

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Acqua 2 : Quesito sulla privatizzazione della gestione dell'acqua
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.
"Volete Voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?"
Spiegazione:
La parte che si vuol modificare con questo referendum riguarda il comma che permette al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% senza collegamento a reinvestimenti per il miglioramento del servizio. Significa che le tariffe dell'acqua possono essere aumentate arbitrariamente, giustificandole con investimenti.
Cosa cambia col voto:
se vince il SI: le aziende possono farsi pagare solo le spese di manutenzione degli impianti.
se vince il NO: le aziende private che gestiscono la fornitura di acqua possono decidere il prezzo ed ottenere profitti garantiti sulla tariffa.

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Referendum 2011: quesito sul legittimo impedimento
Cancellazione della norma che permette il legittimo impedimento
"Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l'articolo 2, della legge 7 aprile 2010 n. 51, recante Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?"
Spiegazione:
Il referendum chiede la cancellazione totale della legge che permette a premier e ministri di non presentarsi in udienza invocando il legittimo impedimento, ovvero l'impossibilità di presentarsi davanti ai giudici derivante da impegni istituzionali. In origine la norma consentiva al premier e ai ministri di autocertificare il proprio impedimento; dopo la sentenza della Consulta invece l'impedimento deve essere stabilito dal giudice, che tuttavia difficilmente può negarlo.

Cosa cambia col voto:
se vince il SI: il legittimo impedimento viene cancellato, i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge.
se vince il NO: il legittimo impedimento rimane invariato, premier e ministri possono invocarlo.
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Gianni Taverna
Assessore Ambiente
Comune di Crescentino

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Già che ci siamo si poteva aggiungere una quinta scheda: Volete voi annullare costruzione di una centrale di biomasse a ridosso di quartieri residenziali ed edifici scolastici?
c'è una sola opzione : SI

Anonimo ha detto...

Taverna va bene che ha copiato le spiegazioni perché lei di suo non sapeva scrivere nemmeno una riga, ma ci sono delle inesattezze ugualmente

Anonimo ha detto...

Andate a votare!!!!