lunedì 16 marzo 2009

Il sito nazionale


Sono aree inondabili e, per questo, non idonee ad ospitare il deposito nazionale. Le paventate ipotesi di Saluggia o Trino, come possibili sedi del maxi sito in cui trasferire tutte le scorie radioattive italiane, sarebbero definitivamente da escludere. Alla luce delle prescrizioni contenute nel documento elaborato dal gruppo di lavoro voluto dall'ex ministro Bersani. La commissione era stata istituita con il compito di individuare le procedure per la scelta dell'area in cui realizzare gli impianti. Ed ha quindi fissato i cosiddetti criteri di escludibilità. Grazie ai quali, per esempio, non sarà possibile costruire il deposito in zone soggette ad eventi sismici o vulcanici. Ma nemmeno, è stato ribadito, in zone potenzialmente inondabili. Un fattore cruciale per il Vercellese. In questo modo, vista la vicinanza della Dora Baltea e le paurose alluvioni già avvenute in passato, dovrebbe essere escluso il comprensorio di Saluggia. «E’ un grosso vantaggio per noi - dice con forza il primo cittadino Pasteris -. Dall'analisi effettuata dal comitato, il nostro comune, di fatto, non deve venire neanche preso in considerazione. La realizzazione del sito è prioritaria e dobbiamo continuare a sollecitarla. In modo che, al più presto, potremo finalmente allontanare tutte le scorie da Saluggia». Allo stesso modo dovrebbe essere del tutto scartata anche l'ipotesi Trino, che si trova a breve distanza dal corso del Po. «Ci troviamo in fondo alla classifica, come una delle aree certamente meno idonee - spiega l'ex sindaco, Giovanni Ravasenga -. Costruire impianti nucleari accanto ai fiumi è stato un errore assolutamente da non ripetere». Il gruppo di lavoro ha anche stabilito che dovrà essere istituita un'apposita «agenzia nazionale, incaricata di provvedere allo svolgimento delle attività dirette alla scelta del sito». Ma i dubbi, tuttavia, restano. Viene previsto un «negoziato bilaterale» con le regioni disposte ad ospitare il deposito. Ma ci sarà davvero qualcuno che si farà avanti? «La prima regione che capisce la convenienza ad accettare la proposta, farà la sua fortuna - osserva Piero Risoluti, uno dei massimi esperti italiani di nucleare ed ex direttore della task force dell'Enea che, già in passato, ebbe il compito di individuare il sito nazionale -. I provvedimenti per incentivare l'accettazione saranno importanti. E verrà realizzato un autentico polo di sviluppo». Al cui interno, oltre ai depositi per rifiuti a bassa ed alta attività, troverà posto anche un avanzato centro ricerca. Per un progetto che, nel suo complesso, richiederà un investimento imponente: 1,5 miliardi di euro.


Pubblicato su "La Stampa" del 15 marzo 2009

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Premesso che sono favorevole al nucleare, mi sembra improponibile un'altro sito nucleare da queste parti. Noi abbiamo veramente già dato. Siamo l'area più atomizzata d'italia. Ridicola l'idea di fare le centrali lontano dai fiumi.. come le raffreddano?
Atomino

Anonimo ha detto...

Ho il brutto presentimento che appena i comuni vedranno la possibilità di avere dei soldi accetteranno.

Anonimo ha detto...

Purtroppo ho raccolto qua e la notizie per le quali l'ipotesi di convertire la Galileo Ferraris a nucleare risulterebbe fondata data l'abbondanza di acqua nel sottosuolo riscontrata circa due decenni addietro.. teniamoci pronti alla carica..

Anonimo ha detto...

Ho paura che la carica sarà solo a parole.
Se così decideranno spero di vedere anche i fatti, Sempre che in Italia ci sia ancora il permesso di protestare.
Roberta.

Anonimo ha detto...

Inizi lei ad organizzare la protesta cara Roberta. Solitamente in questi casi il motto è "armiamoci e partite...."