giovedì 14 gennaio 2010
Crescentino, la dura realtà quotidiana
In pochi giorni, nella nostra piccola comunità, un operaio della Dana (Italcardano) si è incatenato per alcuni minuti fuori dalla fabbrica, per urlare il suo disagio di cassintegrato con tre figli maggiorenni (e probabilmente disoccupati) a carico; e oggi poi un uomo che vive a Crescentino dai primi anni del Duemila, ex carabiniere, ha sparato ferendolo gravemente allo psichiatra che andava a visitarlo.
Siamo un paese che era di campagna, che viveva i ritmi della natura, con una cultura un po' calvinista, con il dovere del lavoro nella testa.
Siamo, dai primi '70, un paese industriale, dove l'immigrazione ha cambiato la natura stessa della comunità, allargandone gli orizzonti ma subendo poi, come ogni altro luogo dove esista l'industria, la coda agghiacciante della crisi.
Questi episodi così poco "crescentinesi" ci mostrano l'altra faccia della nostra piccola città, dura da accettare.
Ci fanno comprendere le difficoltà nel riconoscerci come una unica entità. Ognuno ha un'idea del paese in testa: ma Crescentino oggi è un paese diviso in varie comunità, non sempre dialoganti. Farle convivere, guardare ai problemi di tutti, cercare di alleviare il disagio, è un dovere al quale non ci si può sottrarre.
Marinella
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13 commenti:
un tuffo nella realtà dopo ruotine e ruotoni e polemiche molte volte piu' grosse di quel che meritano.
Vi invito a leggere una e mail giunta alla casella postale del mio blog, Marinella parlava di disagi , di operai in cassa integrazione, la mail che ho pubblicato su mauroatlarge con qualche giorno di ritardo, onde evitare che si perdesse nelle polemiche sui Crocifissi e affini, denuncia uno stato di sfiducia nel futuro e mi mette tanta tanta tristezza, vi invito a leggerla con molta attenzione
mauro novo
Grazie Mauro, non è un caso che le problematiche esplodano quando finiscono le feste e si spengono i boati di campagne su argomenti che non hanno a che fare con i problemi quotidiani veri delle persone.... Stamattina sto lavorando a smuovere il pantano dell'immobilità che causa la crisi: tutti fermi, ad aspettare ciò che succederà, che guaio. Pregate che qualcuno si svegli, aiutatemi così
Cara Marinella, non è un caso, invece secondo me, che l'argomento che lei affronta non trovi nessun riscontro fra i numerosi lettori, visto che vedo i numeri avanzare sul suo blog. Quando si affacciano i problemi reali, quando bussa il dolore, chi ama cazzeggiare tace perché non sa cambiare il registro, p con il dolore non sa fare i conti. Invece, bisogna.
Cordiali auguri a lei, Michaela
Gentil Michaela
Chi ama cazzeggiare e invece tace su argomenti molto seri come quello del Post, è uno che conosce la scala dei valori.
Io non ho soluzioni, non ho il potere di porre rimedio.
Quindi taccio. O prego, se può aiutare.
Altri dovrebbero scrivere sui Blog e dare risposte, quelli che vediamo sorridere sui manifesti, quelli che amministrano, quelli che promettono di avere la bacchetta magica.
Ed il loro è un brutto tacer.
Cordiali saluti
S.J.
quindi SJ ogni post commentato da lei può essere considerato di "basso valore" e consono al cazzeggio?
ecco perchè tanti commenti sulla ruota e sulla fontana.
Carissimo anonimo
Non mi arrabbio se si considerano i miei commenti dei semplici cazzeggi, non ho l'ambizione di essere il più intelligente del villaggio. Mi limito a rappresentare la realtà nella sua forma più cruda, o cinica.
Questo Post non dovrebbe essere commentato, ma solo letto da chi ha capacità o potere di fare qualcosa.
Sulla fontana sideralis non mi attribuisca commenti, sulla Ruota della sfortuna ho fatto una battaglia per la conservazione di un sito storico, cosa che avreste dovuto fare voi.
Cordiali saluti
S.J.
"avreste dovuto fare voi", SJ, chi? Gli anonimi, visto che lei è partito rivolgendosi all'anonimo?
Pris
Buon Pris..
Voi.. tutti, anonimi e non, la conservazione della Ruota nel suo sito originario è un dovere di ogni crescentinese. Sono rimaste poche cose del nostro passato, conserviamole.
Saluti
S.J.
x S.J.
se Lei è così amante della ruota in quel sito, perchè non ha mai fatto azioni affinchè girasse?
Non vorrei fosse distrutta, ma non vedo negativo lo spostamento di alcuni metri.
un cittadino
Sig. cittadino
Ha ragione, potevo impegnarmi prima per farla girare, ma tant'è, almeno stava al suo posto.
Lei non si rende conto dell'assurdità della sua affermazione "non vedo negativo lo spostamento della posizione"
Ma è proprio la posizione a dare un senso alla Ruota, c'è quindi molto di negativo allo spostamento.
Sig. cittadino, ripeto per l'ennesima volta, ovunque si è messa una vite di Archimede si è lasciato, anzi valorizzato, il sito esistente.
Fra l'altro nessuno ha mai risposto a chi toccherebbero gli oneri dello spostamento (e nemmeno i tempi). Non sono due Lire, si mangiano parte dello già scarso guadagno.
Saluti
S.J.
... e siamo tornati a parlare della ruota... che con la dura realtà quotidiana c'entra ben poco...
Roberta
C'entra Roberta, c'entra.
Se non diamo valore alle nostre piccole radici storiche, non possiamo poi stupirci che in nome del Profitto si chiudano le nostre fabbriche per costruirle altrove.
La Teksid, per quanto ne so, produce in Cina, l'Italcardano e altre imprese locali sono sulla medesima lunghezza d'onda.
Con più attenzione agli interessi del proprio Paese questo non sarebbe successo.
Senza radici, le imprese non hanno difficoltà a cambiare il posto dove fare attività.
Saluti
Saint-Just
A me lo dice che in Teksid ci ho passato 16 anni? Caro Saint Just a mio modesto parere se le produzioni di tanti stabilimenti sono state spostate all'estero è merito dei vari governi che lo hanno permesso, e non dei sindaci. Non produce solo in Cina la Teksid, ma anche in Messico, Brasile, Polonia, India e... ho perso il conto. Il solo fatto di far bonificare un'area come l'ex Teksid mi sa di impresa titanica e solo Dio sa (assieme a chi ci ha lavorato una vita) cosa c'è in quel sottosuolo. Mi sono permessa di puntualizzare perchè il tema proposto da Marinella era il disagio sociale che c'è in paese e il tema della ruota mi sembrava fuori luogo. Purtroppo quando il malessere diventa un vero disagio sociale fatto di disoccupazione, sfratti o problemi di salute come nel caso del ferimento di un medico a tutto si pensa, meno che alle radici. Nemmeno io ho soluzioni da proporre, magari le avessi! Purtroppo gli interessi del paese si fanno col vile denaro... materiale che a Crescentino manca. Ma questo è un mio modestissimo parere.
Roberta.
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