giovedì 16 gennaio 2014

La Stampa: Cota e altri 39 consiglieri, rinvio a giudizio (Luca Pedrale sì, Bresso no)

Da "La Stampa" web del 16 gennaio 2014

Sono in totale 40 i consiglieri regionali sotto accusa, per 17 si va verso l’archiviazione
Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte 

TORINO
Richiesta di rinvio a giudizio per Roberto Cota, presidente della Regione, nell’inchiesta su Rimborsopoli. Insieme alla sua sono state depositate questa mattina quelle di altri 39 consiglieri sotto accusa. Le richieste di archiviazione sono invece 17: Fabrizio Comba, Giampiero Leo, Gianluca Vignale, Fabrizio Biolè, Davide Bono, Eleonora Artesio, Antonino Boeti, Davide Gariglio, Stefano Lepri, Giuliana Manica, Angela Motta, Rocco Muliere, Aldo Reschigna, Gianni Ronzani, Gianna Pentenero, Mercedes Bresso, Monica Cerutti. La posizione di Luca Pedrale è archiviata solo per le accuse in concorso con Comba, Leo e Vignale, non come capogruppo, quindi il suo nome è anche fra quelli delle richieste di rinvio a giudizio. 
Tra le accuse mosse a Cota anche quelle sull’acquisto delle mutande verdi a spese della Regione. 

Due richieste di rinvio a giudizio riguardano anche Gabriele Moretti (concorso in peculato) e Sara Lupi (per concorso in truffa con il padre Maurizio). Supplemento di indagine per Andrea Stara. 

L’inchiesta  
L’inchiesta è quella per le spese sostenute con i fondi dei gruppi consiliari regionali. Iniziata nel 2012, l’inchiesta ha coinvolto 56 consiglieri per le ipotesi di peculato, truffa e finanziamento illecito ai partiti. Le indagini della Guardia di Finanza su scontrini e tabulati telefonici hanno permesso ai pm di circoscrive le contestazioni più gravi a 43 consiglieri, raggiunti nei mesi scorsi dagli avvisi di chiusura indagini, passo che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Con la trasmissione al tribunale degli atti d’indagine, la procura ufficializzerà anche le richieste di archiviazione. Altri consiglieri, oltre a quelli non raggiunti dall’avviso di conclusione indagini, potrebbero evitare di finire alla sbarra.  

L’archiviazione  
I motivi dell’archiviazione sono racchiusi in 22 pagine. È stata ritenuta convincente la versione di Bresso, cioè che i servizi foto e video commissionati in campagna elettorale sono stati usati per il sito web del gruppo e quindi potevano rientrare nelle spese del gruppo 


Le prime reazioni  
Mercedes Bresso si dice «contenta di essere riuscita a chiarire la mia posizione». «Nel secondo interrogatorio con i pm – continua - ho chiarito nei minimi particolari il mio operato, dimostrando la correttezza del mio comportamento. Stiamo vivendo la pagina più brutta per l’istituzione regionale – prosegue l’ex presidente –: una Regione umiliata da un presidente eletto illecitamente e ora rinviato a giudizio per spese personali a carico della collettività. Mi domando – conclude Bresso - cos’altro deve succedere per costringere Cota a staccarsi dalla poltrona?». 

«Andiamo avanti convinti di dimostrare la correttezza del nostro comportamento davanti al Gip»: Mario Carossa, capogruppo della Lega Nord, commenta così la richiesta di rinvio a giudizio per Rimbirsopoli. Il governatore Cota e tutta la squadra leghista in Regione dovranno affrontare l’udienza preliminare. Le parole di Carossa sembrano avvalorare la volontà della giunta regionale di andare avanti: «Tutto come previst0; sono contento per le richieste di archiviazioni per tutti tranne che per Bresso». 

1 commento:

Lella ha detto...

Pedrale mi fa vergognare di essere crescentinese