Eh lo so, ho viaggiato troppo ho battuto un po' la fiacca ma ancora sono sorpresa dei 152 contatti degli ultimi giorni sul post di questo blog che riguardava la presentazione della mia lista nel 2009: ma chi è, perché? Ho pensato che qualcuno stia preparandosi per l'anno prossimo e sia in cerca di idee, se avete altre ipotesi sono molto curiosa, per favore ditele anche a me.
Ma intanto che siamo qui, mentre ancora si prolunga l'eco della serata culturale e sociale di venerdì scorso (anche se a me sembra ormai una cosa di un anno fa) giro questa notizia dell'ottimo Huffington Post diretto da Lucia Annunziata: vi si riprende un articolo di Repubblica (sono i trenini dell'informazione contemporanea) sul riordino delle sedi PD in Italia. Praticamente, una debacle ma anche un'operazione di pulizia, visto il lavoro che ha fatto a Roma quel sant'uomo di Fabrizio Barca. Certo, impressionano i dati dell'Emilia Romagna, fino a poco tempo fa terra tetragona.
A me impressiona anche che qui e là intuisco ci siano finanziamenti del partito, mentre a Crescentino mi risulta che il tutto è ad alzo zero, con le famose spese da pagare sulle quali si sono accaniti i detrattori, soprattutto sul blog di Mauro Novo (con alcuni interventi che io vado a leggere ogni volta che ho bisogno di darmi animo per continuare questa esperienza di via De Gregori: se c'è della gente così, lavorare è indispensabile, prima che torniamo agli usi e costumi dei Celti).
Bene, vi lascio alla lettura, e ai commenti. E buona domenica gente mia
Marinella
Militanti in fuga dal Partito Democratico: sedi chiuse o accorpate, calo degli iscritti. Guerini: "Non è disaffezione"
Nella sezione "Pisanova Berlinguer", un tempo la più grande di Pisa, si è passati dai 350 iscritti del 2014 ai 30 del 2015. A Roma la mano pesante del commissario Matteo Orfini, coadiuvato dal lavoro di Fabrizio Barca, ha fatto chiudere 35 circoli su 110 e i restanti li ha accorpati riducendoli in tutto a 15. Sono solo due degli esempi dei militanti Pd in fuga dalle sezioni, dai luoghi di discussione del partito. E' quanto riporta un articolo di Repubblica.
Calano gli iscritti, si riducono i circoli: ecco come si prosciuga la militanza nel Pd. Quella tradizionale, almeno. Si svuotano storiche sezioni in Toscana. Chiudono i battenti sedi “rosse” dell’Emilia Romagna. E nel 2015 i tesserati resteranno sotto la soglia dell’anno precedente. Semi della disaffezione, certo, ma c’è dell’altro, visto che in alcuni casi è stata la segreteria a tagliare i circoli per razionalizzare i costi e mettere ordine dopo gli scandali. È il Pd che cambia pelle, insomma.
Manca, o inizia a mancare, la presa sul territorio. Quella che aveva da sempre caratterizzato un partito come il Pd. In Emilia Romagna, riporta ancora Repubblica, le sedi sono passate dall'essere più di 700 a 640. Ma è un andamento generale, che non salva alcuna area geografica:
Con la drastica riduzione in corso, però - e a causa di un piano di accorpamento varato dal partito - il quartier generale ha già previsto un calo delle sezioni del 30%, scendendo a quota 4.500 entro il 2016. Ai tempi diBersani, ricorda Davide Zoggia, erano quasi 7.000.
In Sicilia per esempio, è stata commissariata la segreteria di Enna, dopo gli "anni d'oro" di Vladimiro Crisafulli. E a Messina il commissario Ernesto Carbone ha deciso di chiudere 57 circoli su 61. "Il motivo? Molti risultavano inattivi, se non addirittura fantasma".
In Emilia Romagna l’emorragia di iscritti non si arresta: erano 69 mila nel 2013, 57 mila nel 2014 (-18%) e sono poco più di 40 mila a pochissime settimane dalla chiusura del tesseramento 2015 (-30%). E come non notare il calo di tessere del 15% secco registrato a Siena per l’anno in corso? Difficilmente la due giorni targata Pd (il 5-6 dicembre) servirà a invertire la tendenza.
"Non si tratta di disaffezione - ha detto il vicesegretario Lorenzo Guerini - siamo noi che stiamo razionalizzando il quadro. Non è solo questione di costi, anzi. Se c’è un circolo con tre iscritti, magari lo facciamo fondere con quello del paese vicino. A me interessa che quei tre militanti possano partecipare, riunirsi e discutere di politica".