domenica 8 novembre 2015

Sostiene Bersani: "Chi se ne va sbaglia"

Succosa e motivata intervista, ieri su "Repubblica", al re di smacchiatori di giaguari, Pier Luigi Bersani.
Un dibattito serrato che suggerisco a chi, a sua volta, voglia dibattere... e abbiate pazienza per questa fila di numero, ma Repubblica non ama essere copiaincollata)))

Bersani: “Chi se ne va sbaglia, senza Pd addio sinistra. Nella manovra errori ma anche del buono”

L’ex segretario prende le distanze dalla mini-scissione. Ma incalza il leader: “Darsi un profilo è importantissimo, non ci si rafforza pescando qua e là”
di GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA -  Pier Luigi Bersani si accende un cigarillo. Non è il prezioso Romeo y Julieta donato da Matteo Renzi. "Forse sono demodè ma i regali fatti raccontandoli prima ai giornalisti non li gradisco. "Siamo uomini o caporali?" tanto per citare Totò che piace anche Renzi. L'ho lasciato a Speranza. Poi, i cubani sono dolciastri. Semmai mi fumo i toscani...". Dopo molto tempo l'ex segretario torna a parlare. Nel frattempo ha consegnato pillole del suo pensiero ipercritico con il premier: copia Berlusconi, l'abolizione della Tasi è contro la Costituzione, il Pd isolato e inconsistente. Insofferenza palpabile. Se ne sono anche andati via Fassina e D'Attorre, bersaniani in purezza. Come l'avvisaglia di qualcosa di più grosso. Ecco, premette Bersani, non è così. "Se io resto nel Pd non lo faccio perché ho una nostalgica passionaccia per la ditta, per motivi sentimentali. Lo faccio perché senza il Pd il centrosinistra non esiste perciò mi chiedo come fanno altri a pensare di costruirlo fuori dal Pd. La mia idea d'Italia sta qui. E se gli elettori abbandoneranno il partito, temo sia più facile che finiscano nelle braccia di Grillo piuttosto che in quelle di una sinistra che non è nel Pd".

Il "suo" Pd è ulivista, di centrosinistra, civico, diverso dal partito pigliatutto che sembra avere in mente il segretario. "Dare un profilo al partito è importantissimo. Lui pensa di rafforzarsi pescando qua e là, per me è il contrario. Più sei senza identità, più il tuo consenso è contendibile. Penso per esempio all'idea della Lorenzin: a Roma un bel patto trasversale dal Pd a Forza Italia intorno a Marchini. La via maestra per la vittoria dei 5stelle". Della manovra dice che non è il male assoluto. Ci sono cose "positive" e altre negative, a cominciare dal "balletto diplomatico e un po' ipocrita sulla sanità pubblica: duecento milioni sono tagli agli sprechi, dodici miliardi in tre anni sono il colpo di grazia, sparirebbe. Davanti alla salute per me non c'è nè ricco nè povero. Se un pensionato viene costretto a pagarsi la risonanza magnetica spende l'equivalente di due Tasi".

Il premier però spiega: non condanno il Pd al suicidio, la sinistra deve abbassare le tasse. La minoranza è il partito delle tasse?
"La legge di stabilità non si giudica con gli slogan. Chi sa leggere la manovra, dalla Corte dei conti a Bankitalia all'ufficio parlamentare del bilancio, esprime garbatamente una preoccupazione: oggi si fa una scommessa ardita ma dal 2017 può essere rimesso in discussione il percorso di risanamento. Allora, se vogliamo discutere sul serio, esiste un solo modo per mettere in sicurezza i conti: prendere, nel 2016, almeno un pezzo del programma antievasione proposto dal Nens. Solo così, tra clausole di salvaguardia, sovrastima dei tagli e andamento del deficit, proteggi i conti pubblici".

La crescita non basta?
"La crescita c'è, anche se a livello embrionale. Ma attenti agli slogan, ripeto, e all'ottimismo. Può diventare pericoloso anche a livello elettorale. Non basta dire: ho portato il bel tempo. Sa che fa la gente quando c'è il sole? Esce, si muove, si mette in libertà, va un po' dove gli pare. Proprio quando le cose prendono la piega giusta non è detto che gli elettori votino chi li ha messi in quelle condizioni favorevoli. In Polonia, che ha una crescita molto più alta, è successo proprio questo. Quindi bisogna rafforzare il proprio profilo, un profilo di centrosinistra. E occorre togliere gli impedimenti alla crescita. Si fa con investimenti pubblici e privati, il lavoro viene solo da lì. L'altro aspetto è la disuguaglianza, quella impedisce la crescita vera. In Parlamento, adesso, rafforziamo ciò che c'è di buono e correggiamo ciò che è sbagliato".

C'è del buono, quindi?
"Sì".

E' una notizia.
"L'ammortamento al 140 per cento sull'acquisto dei macchinari è un'ottima idea. Così come il ritorno dell'antico ecobonus. Se aggiungiamo qualche altra misura di questo tipo e la incentiviamo per il Sud, aiuteranno molto".

A proposito di disuguaglianza, viene introdotto il fondo per la povertà.
"Qualche soldino c'è, chi lo nega. Ma il vero contrasto alla povertà si regge su due gambe: welfare universale ovvero pensioni e salute, e fedeltà e progressività fiscali".

Si formerà un'asse contro il governo tra la minoranza e i governatori?
"Finora ho assistito a un balletto diplomatico mentre sarebbe giusto raccontare alla gente come stanno le cose: già nel 2016, ma ancora di più nel 2017 e nel 2018, i tagli previsti farebbero saltare il sistema sanitario. E' un punto interrogativo grande come una casa e bisogna uscire dall'ipocrisia".

Renzi dice che abolendo la Tasi si aiutano i pensionati non i benestanti. Lei invece parla di misura incostituzionale. Due mondi lontanissimi.
"Ho detto che è contro i valori della Costituzione. Ci vuole progressività: un terzo dei contribuenti quella tassa può pagarla a beneficio di altri interventi fiscali, come l'abolizione delle imposte sulle compravendite. In ogni caso, non mi piacciono certi slogan. Il centrosinistra non dice meno tasse per tutti. Dice meno tasse perché, a chi e per che cosa. Meno tasse per tutti è uno slogan da anarchismo dei ricchi. Meno tasse ok, ma per dare lavoro. E che le paghino tutti. Non puoi rubare il salario come cantava Pierangelo Bertoli, però non puoi nemmeno rubare agli altri italiani non pagando le imposte".

Renzi l'ha sfidata sul contante: vedremo se cambia qualcosa con il tetto a 1000 o a 3000 euro.
"Il tetto a 3000 euro facilita l'evasione a valle. Mi sembra quasi un insulto all'intelligenza spiegare che non è normale girare con 3000 euro in tasca. Chi lo fa o evade o ricicla. Dice Renzi: ma facciamo le banche dati. E io devo sentire un premier e un ministro del Tesoro che dicono queste cose? Il nero come fa a finire nella banca dati, su".

È una manovra di destra allora?
"Nell'insieme questa legge ha dentro degli spunti interessanti. Ma bisogna cautelarsi sulle prospettive e puntare di più su investimenti e riduzione delle disuguaglienze".

Voterà la fiducia?
"Non c'è bisogno della fiducia. Il Parlamento può migliorare la legge. Speranza e Cuperlo hanno presentato le correzioni necessarie".

La minoranza non rischia la sindrome del can che abbaia non morde? In fondo l'uscita di D'Attorre e Fassina si spiega anche così.
"Riconosco che la nostra posizione debba essere più netta, più visibile ma credo che l'alternativa noi dobbiamo costruirla nel Pd. Non sarò io, ovviamente. Sarà un altro e vedremo chi. L'alternativa è un Pd che non ammaina la sua bandiera, che non fa il partito della Nazione, che costruisce il centrosinistra ulivista, civico, riformista, moderno. Non sono contento, come invece sembra essere Renzi, del fatto che parecchi escano. In loro c'è un pezzo di forza del Pd. Ma ho anche qualcosa da dire a quelli che se ne vanno".

Cosa?
"Con Fassina e D'Attorre siamo d'accordo su ciò che serve all'Italia. Non serve un partito neocentrista. Loro escono dicendo che vogliono costruire un nuovo centrosinistra. Ma dove? Senza il Pd il centrosinistra non lo fai più. Se il Pd fosse irrecuperabile, quella prospettiva verrebbe cancellata, punto. E se è così la nostra gente va prima da Grillo che nella sinistra nascente".

Un bel viatico per il nuovo soggetto che nasce domani...
"Non lo dico con inimicizia, anzi spero che ci ritroveremo. Ma la penso così. E non credo che la sinistra nel Pd sia una ridotta indiana".

Se arrivano Verdini e altri forzisti può succedere.
"Per me è

impossibile che il Pd perda la sua missione e cioè i suoi veri punti di forza. Pensare che la destra ti faccia fare il suo mestiere è alla lunga illusorio, velleitario. La destra esiste. Esiste ormai in maniera strutturale anche Grillo. Se non alzi le tue bandiere ti disarmi"

6 commenti:

Anonimo ha detto...

A forza di bere le birre da soli si finisce così.. Cos'ha? Paura di non essere rieletto?
Asterix

pierluigi ha detto...

Chi se ne va sbaglia perché perde la poltrona.
Sono in tanti nel pd a pensarla così. Da crescentino a roma.

MV ha detto...

Caro Pierluigi, scusi il ritardo. Io non credo che giovi a nessuno questo, mi permetta, qualunquismo. Ma che poltrone ci sono nel PD di Crescentino? Per ora un po' di macerie, non si offendano nemmeno i frequentatori di Via De Gregori. Per ora, bisogna fare ricostruzione, e certo sempre con un occhio a quel che succede a Roma, come nel mio piccolo faccio qui. Non si sa mai...

Pierluigi ha detto...

Guardi.....c'è chi si accontenta anche di una poltrona fittizia per poter dire io sono Qualcuno.

MV ha detto...

Ma queste sono debolezze umane, L'importante è che non facciano danni al prossimo, quelli che hanno una troppo alta immagine di sé. Quello sì è un guaio))) quanti guai eh?

pierluigi ha detto...

Chiunque in questo momento sostenga Renzi (e il pd) fa danni.