giovedì 4 giugno 2015
Dopo elezioni. Riunione al PD di Crescentino, (e un'intervista a Cuperlo: "Serve una sinistra della speranza")
Chi sta negli ambienti di sinistra, sa bene quanto sia vivace il dibattito intorno ai risultati delle elezioni regionali. Matteo Renzi continua a dividere moltissimo, purtroppo in modo radicale: nel senso che c'è chi fatica ad attribuirgli qualunque merito anche il più piccolo, e invece chi all'opposto lo vive come il salvatore della Patria e condanna senza appello i suoi oppositori.
Ma la ragione e il torto, diceva Manzoni, non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia solo dell'uno e dell'altra.
Anche di questi argomenti si è parlato mercoledì sera in una riunione del PD di Crescentino alla quale ho con grande piacere preso parte, come cittadina del mio Paese. Ho contato 14 persone me compresa, s'è parlato certo di Renzi e di Fassina ma anche di come lasciarsi alle spalle finalmente, dopo un anno, l'effetto Cartagine provocato dalle elezioni. 1900 persone che avevano votato le due liste di sinistra sono rimaste senza un punto di riferimento, è arrivato il tempo di ricominciare. Il Segretario reggente Ravarino ha esposto le problematiche della campagna tesseramento in vista della scelta di un nuovo segretario in autunno, sono spuntate delle idee per ringiovanire l'iter. Vediamo cosa succederà, a breve.
Gli atteggiamenti radicali non giovano in alcun modo a mio parere alla causa della sinistra, e non fanno che polarizzare il confronto, alzando il rischio di scissione e abdicando alla grande funzione della politica, che è quella della mediazione.
Di questo modo di fare abbiamo avuto un triste esempio a Crescentino. Con i metodini spicci dell'anno scorso, la nostra città è stata riconsegnata alla destra, e la polarizzazione politica ha finito per impedire a chiunque di difendere e promuovere quanto fatto nella passata amministrazione, che è stato tantissimo.
Sono appassionata anche per questo al dibattito in corso, e per offrire altri elementi pubblico qui sotto un'intervista ragionante concessa al quotidiano La Repubblica da Gianni Cuperlo, leader della sinistra dem.
Ditemi come sempre la vostra, se ne avete voglia.
ROMA. "La sinistra dem non rema contro, direi che è tempo di finirla con questa storia di gufi e agguati al premier. La prima è una sciocchezza, la seconda una canagliata... ". Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem, scalda i muscoli in vista della direzione del Pd di lunedì.
Cuperlo, siamo alle querele: De Luca denuncia Bindi che pretende le scuse del Pd. E in Liguria, Burlando accusa la sinistra dem di avere fatto perdere Paita. Il Pd è un deposito di veleni?
"Vedo il rischio e lavoro per evitarlo. Leadership e classi dirigenti si distinguono da come reagiscono alle difficoltà e la prima regola è rifuggire da vendette e capri espiatori. La Liguria è una sconfitta ma scaricarne la colpa sugli altri non aiuta a capire. Quanto a De Luca penso sia saggio che un uomo pubblico, quando assume un incarico istituzionale, eventuali querele le ritira non le deposita".
È la prima sconfitta politica per il Pd di Renzi?
"Penso che avere strappato 5 regioni su 7 sia un risultato importante, ma che non si possa ignorare di aver perso la metà dei voti di un anno fa. Siamo tornati alla percentuale delle politiche e questo dovrebbe impegnare tutti, maggioranza e minoranze, a una discussione seria".
Il 41% delle europee si allontana, ma anche la trasformazione del Pd in Partito della Nazione?
"E questa, se Dio vuole, è una buona notizia. Soprattutto per il significato che alla formula si è impresso. Quell'idea di un partito fast food capace di ingoiare tutti e tutto. Piegando la sinistra perché tanto su quel versante non c'è alternativa e sfondando l'altro campo con un grande partito piantato a centro scena. La realtà non funziona così e basta il dato deludente del Veneto a descrivere i limiti di quella impostazione".
La sinistra dem ha remato contro?
"Direi che è tempo di finirla con questa storia dei gufi e di agguati al premier. La prima cosa è una sciocchezza, la seconda una canagliata. Renzi ha vinto il congresso e deve guidare il Pd, ma questo voto rende giustizia alla battaglia di molti tra noi per correggere la delega lavoro, le riforme di Costituzione e legge elettorale, la buona scuola. Dovrebbe esser chiaro che quello era anche il modo per non spezzare il legame con una parte di società".
Nessuno si fida dell'altro Renzi della sinistra del partito e la sinistra del partito di Renzi -. E intanto crescono astensionismo e populismi?
"Io di Renzi voglio potermi fidare ma lui deve capire che una parte del Pd si batte per una sinistra di governo, aperta, inclusiva. Sono persone che non si adattano ad applaudire scelte che in passato hanno contrastato. Dipingere questo sentimento come il morto che afferra il vivo non aiuta a vedere dove siamo e temo precipiti il premier in una playstation".
Cosa consiglia a Renzi?
"Non avere paura di cambiare lo spartito".
Il Pd ha bisogno di un nuovo assetto?
"Questo lo valuterà il segretario. Io vedo un'ansia di compiacere che restituisce il profilo di un Paese segnato da trasformismi e lusinghe al potere, con il rischio di una classe dirigente inadeguata".
Resa dei conti in direzione, lunedì?
"Non è nel mio stile. Spero in una discussione franca. Dove dire che vogliamo un partito di nuovo radicato nel lavoro, nelle periferie, dove la società si organizza. E questo chiede a tutti, lo dico anche alle minoranze, uno scatto di ambizione, progetto, visione. Con SinistraDem lavoriamo per questo".
A sinistra ci si organizza, Civati lancia il suo movimento e Vendola annuncia che presto ci sarà il nuovo partito. Lei traccheggia o pensa di approdare là?
"Io resto qui, anche perché credo nei ponti con quanto di buono c'è fuori da noi. Ma voglio un chiarimento su come si sta dentro un partito. Sono io a dire a Renzi: pensi che un tema del genere sia una questione solo di disciplina o non è tempo di discutere sull'idea di Paese, sui principi e sulle forze con cui presentarci agli elettori quando verrà il momento? Non rimpiango la vecchia ditta, sono per percorrere strade nuove perché resto convinto che senza una sinistra della speranza questo partito sbanda. Ma quella sinistra dev'essere una forza riconosciuta e non una testimonianza da esporre in vetrina o uno scalpo da esibire. Pensiamoci assieme".
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1 commento:
Cara Marinella queste interviste che leggiamo qui sono molto interessanti per chi si interessa ai casini in corso nella sinistra e non può comprare tutti i giornali, e forse nemmeno uno. Grazie del servizio, e brava che è andata al piddì che mi fa piacere sapere che partecipa al tentativo di rinascita del nostro partito che ha perso i pezzi. Cosa sarà mai adesso, un bel problema, chi potrebbe fare il segretario?
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