venerdì 5 giugno 2015

Post-elezioni, Pisapia: "Renzi dialoghi a sinistra, la minoranza rispetti le regole"



Anche questa intervista al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, uscita ieri su La Repubblica, è assai utile al popolo della sinistra, quello crescentinese compreso: "Proseguire con le divisioni sarebbe suicida", dice. 



MILANO. "Per costruire una coalizione coesa e di governo serve un ponte tra sinistra e Pd: è un lavoro non più rinviabile. Prima o poi ci saranno le elezioni politiche, presentarsi divisi sarebbe un suicidio. Per questo credo sia importante e utile a tutti che la sinistra del Pd non parli con voci diverse e interloquisca positivamente con la sinistra responsabile e di governo, non solo in parlamento, ma anche nel Paese. È con questo metodo che in centinaia di Comuni in il centrosinistra è maggioranza e dimostra di saper governare bene".

Sindaco Giuliano Pisapia, chi sono i vincitori e i vinti di queste elezioni?
"Per una parte dell'elettorato, anche di centrosinistra, ha contato certamente lo spirito di rivalsa nei confronti di Renzi. Hanno perso tutti: il Pd oltre 2 milioni di voti rispetto al 2014, il Movimento 5 Stelle ha preso circa il 60 per cento dei voti in meno rispetto alle Politiche. Le liste di sinistra che non si sono presentate all'interno della coalizione di centrosinistra hanno avuto risultati ben al di sotto delle aspettative. L'unica vera vincitrice è la Lega, ma ha cannibalizzato Forza Italia e quindi non ha portato alcun valore aggiunto al centrodestra. Il dato più preoccupante, per tutti, è quello dell'astensionismo".

L'onda renziana si è infranta sugli scogli della Liguria?
"In Liguria hanno sbagliato in molti. Sia chi ha insistito su un candidato divisivo, convinto che si può vincere e governare da soli, sia chi, dopo la sconfitta alle primarie, è uscito dal partito - ma non dall'europarlamento  -  ritenendo che il Pd fosse il nemico da sconfiggere, regalando così la regione alla destra. Neppure De Gasperi governò da solo: politica è anche la fatica del dialogo per trovare soluzioni condivise e quindi più realizzabili. Trovare un accordo nel proprio schieramento sui problemi da risolvere rende più forti, non più deboli".

Il 7-0 non c'è stato, e neanche il 6-1. Colpa degli "impresentabili"? Oppure gli elettori hanno punito il governo per le sue politiche?
"Difficile dire cosa abbia pesato di più. Certo, la riforma della scuola ha portato ad una vera e propria ribellione sul merito e sul metodo dei lavori parlamentari. Bastava un maggiore dialogo e un confronto costruttivo per arrivare a soluzioni condivise ed evitare la guerriglia contro il presidente del Consiglio. Sono convinto che poche e ragionevoli modifiche avrebbero evitato un così forte astensionismo e un voto "contro", anziché "per"".

Per anni il nemico è stato Silvio Berlusconi. Ora è la Lega?
"Berlusconi aveva un'egemonia tale per cui ogni sua decisione era insindacabile, Non è più così, si è visto. Ora dovranno trovare il modo di far emergere persone di valore: non credo che il centrodestra, se non vuole perdere il voto di tanti suoi elettori possa consegnarsi interamente alla Lega".

Una Lega che ha vinto al grido di "ruspa, ruspa", i 5 Stelle con gli slogan anticasta: il populismo è ancora vivo?
"Populismo e demagogia sono ancora vivi. Mi pare che i 5 Stelle stiano facendo passi avanti: forse cominciano a capire che criticare è facile, ma governare è difficile, soprattutto in un periodo di crisi. La Lega cerca, invece, di far dimenticare la sua corresponsabilità, nei lunghi anni in cui ha governato, nell'aver portato il Paese a un passo dal default. Cavalca tutte le situazioni più complesse e delicate senza mai proporre soluzioni praticabili. Un consenso facile ma che non ha, e non può avere, l'appoggio dei moderati, neppure di chi in passato ha votato centrodestra".

Milano voterà fra un anno. Quali insegnamenti arrivano dal voto di domenica?
"A Milano è forte il senso dell'unità, pur in presenza di sensibilità diverse, che per me sono una ricchezza: è naturale e positivo che ci siano momenti di confronti e anche di scontro, ma poi bisogna avere il coraggio e la forza di decidere. E, in democrazia, quando non c'è condivisione, non possono che prevalere le scelte della maggioranza. La sinistra deve smetterla di parlare con cinque voci diverse, bisogna interloquire, ma con paletti e conseguenze certe per chi non si attiene a quelle regole. Solo insieme il centrosinistra vince sia a livello locale che a livello nazionale".

Passando per le primarie? Sono indispensabili?
"Indispensabili no, utili sì. A Milano, cinque anni, fa furono importantissime, questa volta credo saranno necessarie perché potrebbero esserci più candidati. L'importante è che, dopo, l'impegno sia totale e da parte di tutti. Chi conosce Milano è ben consapevole che il candidato sindaco del centrosinistra non potrà che essere scelto dai milanesi e di questo è convinta tutta la coalizione".

Chi vincerà le primarie potrà trovarsi di fronte Matteo Salvini.
"Non credo si candiderà, anche perché per Forza Italia sarebbe uno smacco cedere alla Lega, oltre al presidente della Regione, anche il sindaco di Milano, diventerebbe un partito senza futuro. Fare il sindaco è un mestiere bellissimo, ma anche difficilissimo, soprattutto in un periodo di continui tagli agli enti locali: è più facile cambiare la felpa tra un trasmissione e l'altra che risolvere i tanti problemi quotidiani".

Lei non ci ripenserà? Il 2 giugno tantissimi milanesi, in visita a Palazzo Marino, glielo hanno chiesto.
"È stato commovente, ma a tutti ho risposto:

ora tocca a voi".

Cosa farà allora?
"Adesso sono impegnato solo su Milano. A fine mandato, senza un ruolo istituzionale, vorrei contribuire, con l'esperienza di questi anni, a costruire quel ponte nel centrosinistra".
 

9 commenti:

wah-wah ha detto...

cara marinella,il sindaco di milano secondo me è preoccupato per il post expo e per altre questione come l'abbatimento di alberi di viale argonne per la metro e altre cosucce del genere,per questo non rivuole la poltrona....ciò che ha detto in campagna elettorale non ha praticamente mantenuto,in primis un referendum che allargava l'area eco alla cerchia dei bastioni,beato assessore dei trasporti che nemmeno riesce a tenere aperta la metro per defluire l'expo notturno....in più se ci mettiamo le vie d'acqua per parco delle cave e per fortuna i cittadini si sono messi per traverso....se saranno loro a scegliere il candidato di certo sel è finito con lui....finito per forza perché scade mandato a lui e demagistris contemporaneamente e nemmeno a napoli lo sceglierebbero ancora...niki ha lasciato la puglia e rimane orlando che per meriti sinistri guida per ora una città pattumiera

MV ha detto...

Caro Wah Wah, interessante analisi di uno che ne sa molto. Io ne so meno di lei su Milano ma conosco tanti milanesi, so che Pisapia gode di stima e sanno tutti che è una persona per bene, cosa rara in questi tempi di politica come sentiamo ogni giorno e anche in queste ore. A me hanno detto invece che il PD non lo vuole più, pensi lei, e che lui ha solo anticipato i tempi. Ma spero a breve di andare a cena con un amico che sa tutto e poi vi racconto.
De Magistris lo so anche io che a Napoli ce l'ha durissima, Orlando è un miracolo che si rinnova.

Galateo ha detto...

Cara Marinella lei dice che con tutte queste interviste di grandi personaggi che dicono la stessa cosa, il PD di Crescentino si convincerà in tutte le varie anime a rimanere unito e farsi anche le cortesie?

Anonimo ha detto...

dottoressa, mi pare che Pisapia faccia, come ovvio, un discorso assolutamente di sinistra. Lei pensa che Renzi condivida? E poi, scusi se faccio questa domanda, Lei è renziana?
sinistra unita

Curioso e anche interessato ha detto...

Cara Marinella assisto con piacere alla rinascita del suo blog negli ultimi mesi, ci sta facendo leggere cose utili per noi disperati della sinistra che non sappiamo più dove andare in una barca in mezzo al mare alto e pieno di insidie. Posso chiederle come mai si è rimessa a interessarsi dopo un anno quasi sabbatico?

MV ha detto...

Caro Sinistra Unita, più che altro mi pare un discorso di buon senso, di una persona ragionante. In quanto a me, non sono renziana ma riconosco che in questo momento non c'è altra strada se non quella di tenerci questa occasione e di tentare di far fare e far dire a Renzi anche qualcosa di sinistra, come direbbe Moretti. Un minimo di identità deve rimanere, in questo partito pragmatico che tratta l'opposizione meglio della maggioranza seppure riottosa. Insomma, le due anime del partito debbono parlarsi e trovare una sintesi. A sinistra, oltre il PD, in questo momento ci sono anime in movimento ma che non riescono ad incidere per nulla sulla realtà del Paese. E poi credo che la politica vada ripresa dal basso, dalle comunità locali, ricostruita attraverso il dialogo con i cittadini. Questo credo.

MV ha detto...

Mah, caro Curioso, è una bella storia quella della sua domanda, la famosa serendipity come dicono gli americani: trovare una cosa interessante o utile cercandone un'altra. e' successo che mi è sembrato che fosse fatto un dispettino a questo blog che un po' trascuravo in effetti, e ho ripreso a curarlo per dargli un senso e una ragione che fossero utili a quelli che la pensano come me. E ho visto con piacere un bell'aumento dell'affluenza, e un dibattito civile che non mi sarei neanche aspettata, e adesso sono molto contenta del piccolo lavoro che sto facendo qui. Quindi dico grazie a quello che mi ha fatto il dispettino, del quale in fondo non m'importava un fico secco.

Anonimo ha detto...

Cara M.V., più che dire Renzi dovrebbe fare qualcosa di sinistra. Fino ad ora JOB ACT, Riforma della scuola e Recuperi arretrati pensioni sono cose che neppure Berlusconi ha osato fare. Di conseguenza non è sufficiente definirsi di sinistra, Per molti lavoratori e pensionati era meglio Berlusconi.
sinistra unita

MV ha detto...

Caro Sinistra Unita, scusi il ritardo ma ho giornate impegnative. Capisco benissimo il suo punto di vista, ma bisogna convenire che l'Italia ha bisogno di riforme complessive assai complicate. Non sono queste? Bisogna tirare la giacchetta a Renzi e indurlo a dialogare non solo con Alfano. A questo siamo ridotti, grazie ai vent'anni di Berlusconi.