lunedì 27 aprile 2009

La Biennale della Democrazia

Il 22 aprile alle ore 18 con il discorso di inaugurazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è aperta a Torino la prima edizione della Biennale della Democrazia. Un'idea inedita nelle formula e nelle dinamiche, inserita nel percorso di avvicinamento verso i festeggiamenti per i 150 anni dell' Unità d'Italia, di cui Torino è stata grande protagonista, infatti è qui che si sono gettate le basi per un'Italia unita e democratica.
La Biennale, fortemente voluta da Gustavo Zagrebelsky, nasce come risposta a un bisogno diffuso di partecipazione e offre un vasto programma di dibattiti film e conferenze che si svolgeranno a partire dalle 10 di questa mattina fino a domenica sera in vari punti della città: interverranno molti personaggi tra cui Giuliano Amato, Luciano Canfora, Luciana Litizzetto per discutere sulla democrazia, sulle sue forme, le sue risorse e i suoi limiti.
Sono 120 gli appuntamenti fra incontri, lezioni, dibattiti, forum e seminari, 18 spettacoli e performance, 8 proiezioni di film, documentari e video, 5 le mostre previste. Protagonisti 190 relatori, tra i quali intellettuali, studiosi del pensiero politico, esponenti del mondo culturale e artistico, filosofi e sociologi che si confronteranno tra loro e con il pubblico. Lo scopo di questa manifestazione è quella di attivare la mente, come recita lo slogan; Democrazia, traguardo sofferto e troppo spesso strumento dei poteri forti, è partecipazione attiva, coinvolgimento, impegno civile. "La Biennale vuole essere un'opportunità, soprattutto per i giovani, per superare il clima di apatia politica diffuso in questi anni" afferma il Presidente Zagrebelsky. Ma c'è chi non ci crede: "Questa Biennale non servirà a niente" sostiene uno studente al terzo anno di Filosofia" la democrazia non esiste, è solo una parola di cui servono i partiti per poterci governare meglio, il potere non è del popolo, ma di chi lo governa".
La storia non la scrivono i Signori Nessuno, la storia la scrivono i Cesare, i Napoleone, I Cavour. Ma a volte le cose possono prendere una piega diversa come accadde a Piazza Tienanmen quando uno studente il 4 giugno del 1989 riusci' a bloccare il carroarmato dell'esercito. Un Signor Nessuno che ferma il Potere e scrive la Storia. E allora conviene crederci ancora e partecipare, attivamente con la convinzione che le cose possono cambiare. D'altra parte come spiega ancora Zagrebelsky, "La qualità della democrazia significa partecipazione libera e creatrice ai problemi comuni, aperta all’Europa e al mondo, consapevole, informata e responsabile, soprattutto nel momento in cui la comunità nazionale si trova scossa dalle sfide portate, in misura crescente, dalla società multiculturale, dalla forza della tecnologia e dai nuovi dilemmi etici ch’essa propone, dagli effetti della crisi economica sui ceti più esposti, dalle incognite di inedite dimensioni che pesano sul futuro di tutti."

7 commenti:

Die Linke ha detto...

Ottima idea riproponibile in piccolo anche da noi

giovani di crescentino ha detto...

anche noi giovani di crescentino ci siamo espressi sul questo evento.... giovanidicrescentino.blogspot.com

camilla reznovich ha detto...

Dalla macrodemocrazia alla microdemocrazia del territorio. E' pazzesco che queste grandi idee, "la partecipazione libera e creatrice ai problemi comuni" di cui parla l'insigne giurista, si immiserisca poi al nostro livello locale in una spietata caccia al clientelismo. Come dire: "io" ti faccio partecipare alla Protezione Civile o alla Cresentinese o alla Croce Rossa o mille altre cose, "io" assecondo la vostra voglia di essere utili, e in cambio voglio la vostra fedeltà eterna, soprattutto quando si vota. Questa, invece, democrazia non è, piuttosto un costume che deve essere debellato.

Venaruzzo Manuele ha detto...

Sarà che il 25 aprile è passato da poco, ma una frase è subito balenata nella mia mente: "La libertà è partecipazione" . Gaber, un grande uomo...

la libertà non è star sopra ad un albero ha detto...

Camilla, in poche parole hai detto tutto, posso ringraziarti? sei stata fantastica, è mai possibile che in questi gruppi, e parlo di protezione civile, centro anziani, croce rossa, siano tutti greppian'minolon? è ora di dare un calcio dove non batte il sole ai vostri capi che sono tutti succubi del conte tizzoni e di liberare la vostra voglia di far qualcosa di davvero utile per il vostro paese, votare per tutti tranne che per la lista M,

Anonimo ha detto...

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....
...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.
lady challagher

marinella venegoni ha detto...

Brava Lady, ci voleva un volo più ardito, come il suo.