martedì 2 giugno 2015

Post-elezioni. L'intervista dell'implacabile prof. Cacciari, che mira a Renzi e al PD



Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, filosofo, politologo, è - si sa - un tipo implacabile, che non le manda a dire, con la sua lucidità spiccia.
Oggi che è la Festa della nostra amata, povera Italia, mi piace condividere con voi questa intervista apparsa stamattina sul quotidiano La Repubblica, che non accontenterà nessuno, proprio all'opposto di quelli che vogliono accontentare tutti. Senza pietà per Renzi, per il Pd vecchio e per quello di lui, nuovo. 
Fatemi sapere
Marinella 




ROMA
"Cos'è il Pd, oggi? È solo il partito di Renzi. Dietro non c'è nient'altro". L'analisi di Massimo Cacciari è spietata. Senza sconti, a partire dalla questione settentrionale: "La Lega rappresenta qualcosa di reale, il Pd nulla. È solo una grande corrente d'opinione renziana".

Professore, qualcuno aveva detto: "Sarà un referendum su Renzi". Se è davvero così, il premier l'ha perso?
"Ma quale referendum su Renzi? Lui ha fatto campagna elettorale solo il minimo indispensabile. Quindi non è stato un referendum su di lui. Le considerazioni da fare sono altre".

Proviamoci. Partendo naturalmente dal Pd, per molti osservatori il grande sconfitto di questo voto regionale.
"Primo dato: dove non c'è Renzi a correre in prima persona, il Pd è un partito allo stato gassoso. Neanche liquido, proprio gassoso. Non ha una struttura organizzata, manca di un radicamento territoriale. Insomma, non ha niente, In Veneto il risultato della Lega è pazzesco. E in Liguria ha vinto Toti... Non un Berlusconi in forma, ma Toti, non so se mi spiego. Una cosa fantascientifica".

Non è impietoso? In fondo il Pd resta il primo partito.
"Il Pd dovrebbe riflettere. Ha raccolto percentuali forse peggiori di quelle di Fassino, Veltroni, Bersani e compagnia".

Cosa ha sbagliato Renzi?
"Non è che Renzi ha sbagliato qualcosa: questa è la sua cultura. Il partito è una corte di fedeli che lui paracaduta una volta in Veneto, un'altra in Liguria. Questo è Renzi".

E non può fare nulla per cambiare?
"O Renzi cambia strategia, oppure auguriamoci che riesca ancora a vincere da solo...".

Ma ha vinto in cinque regioni. Questo non conta?
"Dove vince, vincono ras locali come Emiliano e De Luca, che c'entrano con Renzi come c'entro io con la Mongolia esterna. E d'altra parte perché stupirsi? Questo modello di partito è nella filosofia di Renzi, corrisponde alla sua concezione dei partiti e dei sindacati. Ecco, chi semina vento raccoglie tempesta".

Eppure per molti i dem rappresentano l'unico partito nazionale. Ancora senza alternative. Condivide?
" Per ragioni storiche Renzi si limita a convogliare su di sé una grande corrente d'opinione pubblica. Ci sono industriali, giornali e persone ragionevoli che dicono: che devo fare, c'è Renzi, chi c... voto altrimenti? Ma è un ragionamento di bassissima real politik".

Almeno nelle Regioni rosse ha vinto.
"Dove vince, vince con il cavallo di Caligola perché dall'altra parte non c'era nulla. Ma la questione settentrionale riesplode prepotentemente, con la Lega che in Toscana è al 16% e sopra il 10% nelle altre regioni centrali. La prospettiva è drammatica. E i grillini tengono bene, rispetto alle ultime tornate".

Nel suo Veneto la Lega ha raggiunto vette stratosferiche e il Pd è precipitato. Sorpreso?
"Il dato del Veneto è epocale. Strepitoso. Con la somma dei voti della Lega, della lista Zaia e di Tosi, l'area leghista è al 60%. E il Pd, invece? Ricordo che il Pci non era mai andato così male. Anche quando aveva di fronte la grande balena bianca veneta, quella di Rumor, raccoglieva il 15 o 16%. E qualitativamente non c'era paragone, rappresentava settori importanti della classe operaia. Oggi invece c'è solo un generico voto d'opinione che non rappresenta nulla. C'è gente come me che vota Pd solo perché lo vota da una vita".

Qual è la ricetta vincente del Carroccio?
"La Lega, come partito, ha una vera organizzazione. Ha perfino fatto dimenticare che Zaia era il vice di Galan, superando la catastrofe di quella classe dirigente. E Renzi? Neanche lui ragiona di autonomia e federalismo, temi sollevati e poi subito messi da parte da Bersani, D'Alema, Fassino. E d'altra parte è la vecchia classe dirigente ad aver prodotto Renzi".

Professore, nel Pd sarà scissione? E il governo rischia?
"Guardi,

la sinistra non c'è. La lista Tsipras è sparita. Se Pastorino avesse preso il 20%, allora sarebbe stato un altro discorso, con la prospettiva che ipotizzava. Ma così no, cosa vuole che possa succedere? Assolutamente nulla".
 

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6 commenti:

unknow ha detto...

Cacciari era quello che voleva il Monti bis (e si sono visti i risultati elettorali) e l'ex berlusconiano Manfredi Palmieri come candidato sindaco di centro sinistra al posto di Pisapia (Palmieri prese il 5% scarso). Un solone che appena si sposta un paio di centimetri da Venezia non ne azzecca una. Facile dopo dire che Renzi ha sbagliato (vero) ma prima dov'era? Peraltro quando il centrosinistra candidò l'"esperto di nord est" Cacciari in regione, questo venne asfaltato da Galan....

mauro novo ha detto...

Cacciari ha espresso le stesse idee da Lilly Gruber lunedi' sera a risultati caldi, non si puo' non essere d'accordo, Gramellini ha detto piu' o meno le stesse cose oggi nel Buongiorno. La classe dirigente del PD a livello locale e' rimasta quella di prima, e' una riflessione da fare anche a Crescentino dove e' imminente una riunione .
Poi che Renzi abbia fatto degli errori lo ammetto anch'io che sono renziano convinto....
La soluzione comunque non e' ridare il cero in mano alla sinistra del partito, ma certamente non guasterebbe un minimo di ascolto e comprensione in piu' da parte della maggioranza,
Poi e' chiaro che un partito di governo che prende delle decisioni impopolari paga in termini di consensi, scuola docet, anche se penso che la riforma sia piu' luce che ombre e lo pensano anche molti insegnanti che io ho interpellato.
Mauro Novo

giovanni quattro ha detto...

Blogger, non è questione di dirigenti locali non cambiati ma radicamento nel territorio evaporato e non solo a crescentino. Anche se lei pare un sostenitore del segretario abusivo locale. Di cosa parla quindi?
Infine renzi non perde consenso per aver preso decisioni impopolari ma perché ha preso decisioni sbagliate.
In un anno ha perso più di due milioni di voti. Bella cosa il rinnovamento rottamante

mauro novo ha detto...

Di segretario c'è questo a Crescentino per ora , io sostengo solo me stesso caro Giovanni Quattro, se fosse abusivo qualcuno lo avrebbe sconfessato non crede? Mi pare che ci siano delle foto sul mio blog che lo ritraggono con i vertici a Vercelli qualche mese fa.....
mauro novo

Anonimo ha detto...

Sig. Novo credo che Giovanni quattro abbia ragione. Qual è la classe dirigente del PD locale rimasta invariata? Tra coloro che hanno fondato il PD a Crescentino (giovani e vecchi) è rimasto nessuno. Se a livello provinciale ci fosse ancora il PD, da circa un anno sarebbe stata convocata almeno un'assemblea degli iscritti per discutere i problemi ed eleggere un nuovo segretario ed un nuovo direttivo. Questo non è stato fatto. Bobba è ben piazzato, il giovanissimo Corgnati pure e poi hanno la gatta da pelare a Vercelli e quindi che se ne frega della periferia.Ad oggi, per quel poco che si sente dire a Crescentino, c'è uno pseudo segretario abusivo pilotato da un giovane guru ultrasettantenne e dai fratelli comunisti da sempre che se la cantano e suonano tra di loro facendo assolutamente nulla. Questo è il rinnovamento renziano???? Che delusione!!!!
ex bobbista

giovanni quattro ha detto...

Avevo letto sulla gazzetta che segretario e direttivo si erano dimessi a maggio (di un anno fa) lasciando l'incarico a ravarino di chiudere il tesseramento ed indire a breve nuove elezioni. È passato un anno.
Con un minimo di dignità politica si sarebbe ritirato già il giorno successivo alle comunali perché, non so quanti se ne siano accorti, il segretario non sarebbbe risultato eletto neanche se la lista democratici avrebbe vinto.
Comunque nonostante tutto rappresenta bene il pd evanescente molto gradito a renzi poiché incapace di disturbarlo nelle sue manovre.