"Non c'è niente di più triste nel mondo che svegliarsi il giorno di Natale e non essere un bambino."
(E. Bombeck)
"Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza"
(S. Agostino)
"Eravamo così poveri che a Natale il mio vecchio usciva di casa, sparava un colpo di pistola in aria, poi rientrava in casa e diceva: spiacente ma Babbo Natale si è suicidato."
(J. La Motta)
"Il tacchino va bene per il Natale, ma il Natale non va bene per il tacchino"
(Achille Campanile)
"Il piccolo Gesù si alzò dalla mangiatoia, e vedendo tutte quelle pecore disse: Tanto non dormo"
(Flavio Oreglio)
(e non è vero che a Natale sono tutti più buoni...)
Tanti auguri a tutti i Crescentinesi da Marinella
venerdì 24 dicembre 2010
martedì 21 dicembre 2010
L'Inferno, e il Paradiso
Dal "Buongiorno" di Massimo Gramellini, La Stampa 21 dicembre 2010
"Come biglietto di auguri natalizi, una lettrice ha spedito agli amici questa storiella edificante.
Un sant’uomo chiede a Dio di poter visitare l’inferno e il paradiso, possibilmente nell’ordine (preferisce il lieto fine). Dio lo conduce davanti a due porte chiuse e spalanca la prima.
Al centro della stanza spicca una tavola rotonda e al centro della tavola un pentolone da cui emana un profumo delizioso. Ma le persone sedute intorno alla tavola sono ridotte a scheletri. Ciascuna di esse ha un mestolo attaccato al braccio, lo tuffa nel recipiente per raccogliere il cibo e però poi non riesce a portarlo alla bocca perché il manico del mestolo è più lungo del braccio.
Che supplizio atroce, pensa il sant’uomo, compatendo gli affamati.
«Hai appena visto l’inferno», dice Dio e spalanca la seconda porta, quella del paradiso.
C’è una tavola rotonda al centro della stanza anche lì. Al centro della tavola un pentolone da cui emana lo stesso profumo. E le persone sedute intorno alla tavola hanno un mestolo attaccato al braccio che nessuna di esse riuscirà mai ad avvicinare alla bocca. Eppure sono ben pasciute.
«Non capisco», sbotta il sant’uomo.
«È semplice» - risponde Dio -. «All’inferno gli uomini muoiono di fame perché non pensano che a se stessi. In paradiso, invece, stanno tutti in salute perché ognuno mangia dal mestolo degli altri».
Questo apologo mi ha talmente toccato il cuore che avrei voglia di dare una mestolata a Gasparri".
"Come biglietto di auguri natalizi, una lettrice ha spedito agli amici questa storiella edificante.
Un sant’uomo chiede a Dio di poter visitare l’inferno e il paradiso, possibilmente nell’ordine (preferisce il lieto fine). Dio lo conduce davanti a due porte chiuse e spalanca la prima.
Al centro della stanza spicca una tavola rotonda e al centro della tavola un pentolone da cui emana un profumo delizioso. Ma le persone sedute intorno alla tavola sono ridotte a scheletri. Ciascuna di esse ha un mestolo attaccato al braccio, lo tuffa nel recipiente per raccogliere il cibo e però poi non riesce a portarlo alla bocca perché il manico del mestolo è più lungo del braccio.
Che supplizio atroce, pensa il sant’uomo, compatendo gli affamati.
«Hai appena visto l’inferno», dice Dio e spalanca la seconda porta, quella del paradiso.
C’è una tavola rotonda al centro della stanza anche lì. Al centro della tavola un pentolone da cui emana lo stesso profumo. E le persone sedute intorno alla tavola hanno un mestolo attaccato al braccio che nessuna di esse riuscirà mai ad avvicinare alla bocca. Eppure sono ben pasciute.
«Non capisco», sbotta il sant’uomo.
«È semplice» - risponde Dio -. «All’inferno gli uomini muoiono di fame perché non pensano che a se stessi. In paradiso, invece, stanno tutti in salute perché ognuno mangia dal mestolo degli altri».
Questo apologo mi ha talmente toccato il cuore che avrei voglia di dare una mestolata a Gasparri".
Caro Prefetto, cari Consiglieri
Al Prefetto
Ai Consiglieri Comunali
OGGETTO: Convocazione Consiglio Comunale giorno 22/12/2010 ore 10,30
Le rimostranze di alcuni Consiglieri verso la prevista convocazione del Consiglio Comunale per il giorno 22/12/2010 alle ore 10,30 impongono almeno una riflessione.
Tutti noi siamo chiamati ad occuparci della cosa pubblica con serietà e impegno, per il bene della città e di coloro che la abitano.
Non tutti, però, dimostrano di avere ben chiaro questo obiettivo, essendo l’ufficio protocollo del Comune in permanenza invaso da interpellanze/interrogazioni/mozioni delle minoranze anche per questioni di minore importanza (es. perché è stato rimosso il cartello che vieta di andare in bici sotto i portici, o perché sia stato rimosso il Crocifisso dalla Sala Comunale e abbiamo poi scoperto che l’aveva tolto il Pedrale per una proiezione nella sera sullo stato di calamità), o di competenza non nostra ( es.la questione Profer che è invece di competenza della Regione) . Arrivano anche, sui computer del Palazzo Comunale, scambi di accuse e discussioni fra Consiglieri di opposizione che non sono materia dell’Amministrazione alla quale siamo chiamati: una confusione che denuncia leggerezza e scarsa consapevolezza istituzionale.
Vi ricordo che nella maggior parte dei casi, le questioni potrebbero essere risolte in altro modo (es. con una semplice segnalazione telefonica); vi ricordo che la richiesta di risposte, in sede consiliare, rischia di paralizzare l’attività amministrativa, in questa fase dell’anno nella quale sono richiesti atti imprescindibili per il funzionamento della macchina comunale (riorganizzazione uffici, Consigli Tributari, ecc.). Sacrificata com’è alla voglia di protagonismo di alcuni Consiglieri, la gestione delle sedute consiliari diventa estenuante e poco produttiva; il tono poi di alcuni scritti contribuisce a creare un clima di odio, finendo per parlare alla pancia delle persone del pubblico e non favorendo un serio confronto su questioni vitali per la collettività.
Ho richiamato più volte le SS.LL. ad una proficua collaborazione, pur da posizioni diverse, ma devo rilevare che la voglia di sterili polemiche da parte di alcuni ha il sopravvento sul dovere di bene adempiere al mandato conferitoci dalla nostra gente.
Nonostante la mia delusione per il comportamento di alcuni Consiglieri, l’ora fissata per il Consiglio è volta a consentire la risposta ad almeno una decina di richieste dei Consiglieri e ad affrontare le questioni amministrative all’ordine del giorno. Si ricorda che sono 19 fra interrogazioni e interpellanze, più due mozioni.
Tutti i Consiglieri richiedenti riceveranno una risposta ai loro quesiti anche se alla presenza di un pubblico meno numeroso.
Nel richiamare tutti ad un comportamento istituzionalmente più corretto e a toni più distensivi, nell’interesse generale, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
La presente è inviata alla Prefettura di Vercelli per quanto di competenza.
P.S. Al termine del Consiglio siete tutti invitati a un brindisi augurale con i dipendenti, e che il Natale vi renda più buoni.
Crescentino lì, 15/12/2010
IL SINDACO
Dott.sa Marinella Venegoni
***************************************************************************************
CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE
DEL 22 DICEMBRE 2010 - ORE 10,30
ADUNANZA STRAORDINARIA
SALA CONSILIARE
ORDINE DEL GIORNO
1) Interpellanza Lista Piolatto-Lega Nord – “Provvedimenti per il contenimento della popolazione dei piccioni terraioli al fine di limitare danni alle colture, ai fabbricati e monumenti e lotta alle zanzare”
2) Interrogazione del Consigliere Mosca su deposito dichiarazione dei redditi
3) Interrogazione del Consigliere Mosca su temperature nel plesso scolastico
4) Interrogazione del Consigliere Speranza su illuminazione pubblica in Via Viotti
5) Interrogazione Consigliere Speranza su messa in sicurezza campo di bocce
6) Interrogazione Consigliere Speranza su servizio Vigile Urbano in occasione dei Consigli Comunali
7) Interrogazione Lista Piolatto-Lega Nord “Area con presenza di nomadi in Strada Torino – situazione residenti e non”
8) Interrogazione del Consigliere Mosca su lavori Asilo Comunale e varie
9) Interpellanza del Consigliere Mosca su intenzioni dell’Amministrazione opere di adeguamento campo nomadi in assenza di finanziamento regionale
10) Interrogazione Consigliere Greppi su produttività, progressioni, responsabili 2011 e programmazione personale
11) Interrogazione Consigliere Greppi su progetto PROFER
12) Interrogazione Consigliere Mosca su giorno di chiusura esercizi commerciali
13) Interpellanza Lista Piolatto-Lega Nord “Deliberazione G.C. 237/2010: Incarico per consulenza tecnica in ambito urbanistico ambientale sito denominato ex Teksid
14) Interrogazione della lista Crescentino Ricomincia - Gian Maria Mosca su iniziative per rilancio commercio e manifestazioni e su creazione negozi nel centro commerciale di Via Viotti
15) Interrogazione Consigliere Greppi su incarico a ditta esterna per valutazione carichi di lavoro dipendenti
16) Interrogazione Consigliere Greppi su pagamento straordinari ai dipendenti in occasione CHICOBUM Festival
17) Interrogazione Consigliere Greppi su procedimento di VIA località Lignola
18) Interrogazione Consigliere Greppi su centro commerciale Via Viotti
19) Interrogazione Consigliere Mosca su rimozione cartelli divieto di transito in bici sotto i portici
20) Interrogazione Consigliere Greppi su rimozione crocefisso in sala consiliare
21) Mozione della lista Piolatto-Lega Nord “Sostegno al popolo Veneto”
22) Mozione della lista Crescentino Ricomincia su riscaldamento all’interno del plesso scolastico
23) Approvazione del Piano Esecutivo Convenzionato Residenziale denominato PECR RSc64
24) Approvazione della variante al Piano Esecutivo Convenzionato Produttivo denominato PECP “La Siderurgica”
25) Convenzione per il Servizio Tecnico Manutentivo tra i Comuni di Crescentino e Brusasco - Rinnovo
26) Convenzione Crescentino- Lamporo per il servizio associato di trasporto scolastico
27) Nuovi criteri generali sull’ordinamento degli uffici e dei servizi e sulla performance e trasparenza attuazione dei principi generali dettati dal D.Lgs 27/10/2009 n. 150
28) Richiesta Consigliere Mosca integrazione verbale C.C 76 in data 18/11/2010
Ai Consiglieri Comunali
OGGETTO: Convocazione Consiglio Comunale giorno 22/12/2010 ore 10,30
Le rimostranze di alcuni Consiglieri verso la prevista convocazione del Consiglio Comunale per il giorno 22/12/2010 alle ore 10,30 impongono almeno una riflessione.
Tutti noi siamo chiamati ad occuparci della cosa pubblica con serietà e impegno, per il bene della città e di coloro che la abitano.
Non tutti, però, dimostrano di avere ben chiaro questo obiettivo, essendo l’ufficio protocollo del Comune in permanenza invaso da interpellanze/interrogazioni/mozioni delle minoranze anche per questioni di minore importanza (es. perché è stato rimosso il cartello che vieta di andare in bici sotto i portici, o perché sia stato rimosso il Crocifisso dalla Sala Comunale e abbiamo poi scoperto che l’aveva tolto il Pedrale per una proiezione nella sera sullo stato di calamità), o di competenza non nostra ( es.la questione Profer che è invece di competenza della Regione) . Arrivano anche, sui computer del Palazzo Comunale, scambi di accuse e discussioni fra Consiglieri di opposizione che non sono materia dell’Amministrazione alla quale siamo chiamati: una confusione che denuncia leggerezza e scarsa consapevolezza istituzionale.
Vi ricordo che nella maggior parte dei casi, le questioni potrebbero essere risolte in altro modo (es. con una semplice segnalazione telefonica); vi ricordo che la richiesta di risposte, in sede consiliare, rischia di paralizzare l’attività amministrativa, in questa fase dell’anno nella quale sono richiesti atti imprescindibili per il funzionamento della macchina comunale (riorganizzazione uffici, Consigli Tributari, ecc.). Sacrificata com’è alla voglia di protagonismo di alcuni Consiglieri, la gestione delle sedute consiliari diventa estenuante e poco produttiva; il tono poi di alcuni scritti contribuisce a creare un clima di odio, finendo per parlare alla pancia delle persone del pubblico e non favorendo un serio confronto su questioni vitali per la collettività.
Ho richiamato più volte le SS.LL. ad una proficua collaborazione, pur da posizioni diverse, ma devo rilevare che la voglia di sterili polemiche da parte di alcuni ha il sopravvento sul dovere di bene adempiere al mandato conferitoci dalla nostra gente.
Nonostante la mia delusione per il comportamento di alcuni Consiglieri, l’ora fissata per il Consiglio è volta a consentire la risposta ad almeno una decina di richieste dei Consiglieri e ad affrontare le questioni amministrative all’ordine del giorno. Si ricorda che sono 19 fra interrogazioni e interpellanze, più due mozioni.
Tutti i Consiglieri richiedenti riceveranno una risposta ai loro quesiti anche se alla presenza di un pubblico meno numeroso.
Nel richiamare tutti ad un comportamento istituzionalmente più corretto e a toni più distensivi, nell’interesse generale, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
La presente è inviata alla Prefettura di Vercelli per quanto di competenza.
P.S. Al termine del Consiglio siete tutti invitati a un brindisi augurale con i dipendenti, e che il Natale vi renda più buoni.
Crescentino lì, 15/12/2010
IL SINDACO
Dott.sa Marinella Venegoni
***************************************************************************************
CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE
DEL 22 DICEMBRE 2010 - ORE 10,30
ADUNANZA STRAORDINARIA
SALA CONSILIARE
ORDINE DEL GIORNO
1) Interpellanza Lista Piolatto-Lega Nord – “Provvedimenti per il contenimento della popolazione dei piccioni terraioli al fine di limitare danni alle colture, ai fabbricati e monumenti e lotta alle zanzare”
2) Interrogazione del Consigliere Mosca su deposito dichiarazione dei redditi
3) Interrogazione del Consigliere Mosca su temperature nel plesso scolastico
4) Interrogazione del Consigliere Speranza su illuminazione pubblica in Via Viotti
5) Interrogazione Consigliere Speranza su messa in sicurezza campo di bocce
6) Interrogazione Consigliere Speranza su servizio Vigile Urbano in occasione dei Consigli Comunali
7) Interrogazione Lista Piolatto-Lega Nord “Area con presenza di nomadi in Strada Torino – situazione residenti e non”
8) Interrogazione del Consigliere Mosca su lavori Asilo Comunale e varie
9) Interpellanza del Consigliere Mosca su intenzioni dell’Amministrazione opere di adeguamento campo nomadi in assenza di finanziamento regionale
10) Interrogazione Consigliere Greppi su produttività, progressioni, responsabili 2011 e programmazione personale
11) Interrogazione Consigliere Greppi su progetto PROFER
12) Interrogazione Consigliere Mosca su giorno di chiusura esercizi commerciali
13) Interpellanza Lista Piolatto-Lega Nord “Deliberazione G.C. 237/2010: Incarico per consulenza tecnica in ambito urbanistico ambientale sito denominato ex Teksid
14) Interrogazione della lista Crescentino Ricomincia - Gian Maria Mosca su iniziative per rilancio commercio e manifestazioni e su creazione negozi nel centro commerciale di Via Viotti
15) Interrogazione Consigliere Greppi su incarico a ditta esterna per valutazione carichi di lavoro dipendenti
16) Interrogazione Consigliere Greppi su pagamento straordinari ai dipendenti in occasione CHICOBUM Festival
17) Interrogazione Consigliere Greppi su procedimento di VIA località Lignola
18) Interrogazione Consigliere Greppi su centro commerciale Via Viotti
19) Interrogazione Consigliere Mosca su rimozione cartelli divieto di transito in bici sotto i portici
20) Interrogazione Consigliere Greppi su rimozione crocefisso in sala consiliare
21) Mozione della lista Piolatto-Lega Nord “Sostegno al popolo Veneto”
22) Mozione della lista Crescentino Ricomincia su riscaldamento all’interno del plesso scolastico
23) Approvazione del Piano Esecutivo Convenzionato Residenziale denominato PECR RSc64
24) Approvazione della variante al Piano Esecutivo Convenzionato Produttivo denominato PECP “La Siderurgica”
25) Convenzione per il Servizio Tecnico Manutentivo tra i Comuni di Crescentino e Brusasco - Rinnovo
26) Convenzione Crescentino- Lamporo per il servizio associato di trasporto scolastico
27) Nuovi criteri generali sull’ordinamento degli uffici e dei servizi e sulla performance e trasparenza attuazione dei principi generali dettati dal D.Lgs 27/10/2009 n. 150
28) Richiesta Consigliere Mosca integrazione verbale C.C 76 in data 18/11/2010
venerdì 17 dicembre 2010
Lettere
Ci si scrive, e si scrive molto in questo periodo di Amministrazione nel quale sembra che si debbano scoprire chissà quali sepolcri. La scrittura è un utile esercizio di chiarimento e confronto di idee, sempre se si è in buona fede, ciascuno con le proprie ragioni e non solo con l'idea di partenza di fare nero l'avversario.
Così, ho letto il comunicato del Consigliere Piolatto che troverete qui sotto, e ho pensato bene di rispondere con la precisazione che segue.
Comunicato Stampa di Riccardo Piolatto
Mai come in questi ultimi mesi è emerso in modo così chiaro il fallimento politico “Venegoni”.
La Sindaca si è candidata con l’ambizione di ricompattare la sinistra crescentinese, doveva essere la salvezza della sinistra tutta, il leader unico ed indiscusso: il risultato è stato quello di aver sfasciato il “carrozzone” di sinistra da Lei creato e sostenuto.
La sua missione politico-amministrativa è fallita, ed è fallita a causa delle ormai troppe imposizioni da Soviet del Partito Democratico, che di democratico non ha assolutamente più nulla.
L’ultima iniziativa, ignobile, del PD è quella di aver distribuito un volantino con su scritto a caratteri cubitali rossi “Pino Rotondo dimettiti”: nemmeno la peggior dittatura rossa era mai arrivata a tanto.
Nel Consiglio Comunale di lunedì abbiamo sentito un discorso leale e, trasparente da parte del neo capogruppo Rotondo (gruppo Consiliare Ambiente e Società), che ha avuto il coraggio di esprimere il proprio modo di pensare e di valutare le scelte amministrative ed ha manifestato la volontà di continuare a sostenere la maggioranza: peccato che il Sindaco non ci abbia pensato neanche due secondi a voltare loro le spalle, affermando: “La maggioranza è costituita da nove persone”, lasciando ovviamente ad intendere che Rotondo, Gallo e Angelone sono stati messi alla porta.
La nostra solidarietà ai suddetti consiglieri, di cui si è lesa anche la dignità, è totale.
Quella di Venegoni si dice un’amministrazione di sinistra, ma in realtà non è un’amministrazione progressista, mentre rappresenta il più bieco Stalinismo che mai nella storia abbia okkupato Crescentino, se neppure una volta, una sola volta fino a prova contraria, si può manifestare un parere diverso dai capi, come è accaduto a Rotondo.
La storia si ripete: sono trascorsi tredici anni dal primo mandato Venegoni e già a quel tempo lei ne uscì con “le ossa rotte”; oggi a distanza di diciotto mesi dal suo insediamento è ridotta peggio di allora, dal punto di vista amministrativo non “ne ha azzeccata una” ed ha sbancato le casse comunali, tra zingari e Chicobum; dal punto di vista politico peggio che mai.
Spero però che negli anni sia maturata e che, per il bene della sinistra stessa ma soprattutto dei crescentinesi, si renda conto che è giunto il momento di dimettersi e non trascinare nel barato Crescentino con i suoi cittadini.
Risposta di Marinella Venegoni
E' cominciata la campagna elettorale? Vedo che il geom.Piolatto la butta sul partitico, mentre com'è noto la nostra era (ed è) una lista civica, che certo si rifà ai valori e ai principi di Centro-Sinistra, ma è anche popolata di persone senza alcuna tessera.
Come sindaco, non ho ricevuto nessuna imposizione dal PD, e anzi mi scuso se qualche volta sorrido in Consiglio Comunale, ma le descrizioni di tetra burocrate che vengono fatte di me (è successo quando si è dimesso Ratto da assessore, a causa di una promozione sul lavoro) non corrispondono per nulla alla mia persona. Giova ricordare che non sono un politico, ma una cittadina innamorata della propria città che si è messa in gioco e ha vinto le elezioni, tutto lì. Non cerco altre poltrone perché questa basta e avanza, non ho la colla sulla sedia, cerco di fare il mio dovere finché mi sarà possibile, poi tornerò al mio mondo che è molto più lieto di quello delle piccole beghe che diventano macigni, e delle antipatie personali che rovinano la vita ma non c'entrano nulla con l'amministrare.
Ho parlato di una maggioranza di nove, solo perché quello è il numero certo, ma non smetterò di confrontarmi con i transfughi. Certo, mi dispiace che Pino Rotondo abbia votato con la minoranza sulla richiesta di VAS per la Mossi&Ghisolfi: perché, come ho spiegato in Consiglio, la VAS è decisa dai tecnici; e se capisco che la minoranza utilizzi ogni mezzo (anche inutile) per contrastarci, non capisco perché proprio lui non abbia chiesto a me personalmente più delucidazioni prima del voto, almeno. Mi dispiace anche che Dario Gallo non abbia partecipato al voto sul progetto del campo provvisorio dei Nomadi, essendo questo un problema culturale che pensavo nelle sue corde. Ma sono solo dispiaceri passeggeri, e spero che il dialogo prosegua e, chissà, si possa recuperare una collaborazione.
E poi, caro Piolatto, io dal primo mandato non sono uscita con le ossa rotte: lei era piccolo, gliela avranno contata non giusta. Ho avuto la maggioranza (i soliti nove) fino all'ultimo, 13 luglio 1999. Quello che era rotto erano le scatole, semmai, tant'è che non mi sono candidata più, avendo già un mestiere. Perché Crescentino è una cittadina difficile, e molto litigiosa e sospettosa. E' poi vero che dopo dieci anni mi ero dimenticata di tutto, e vedendo il mio paese così malconcio, immobile, cadente, ho pensato di rimettermi in gioco. Bella idea, no?
Le casse comunali non sono sbancate, il Chicobum è finito male ma adesso tutti fingete di dimenticarvi che tutta la città ha visto GRATIS due grandi concerti di gruppi di un livello che difficilmente si vedrà più sul nostro amato suolo. In quanto ai ROM, aspettiamo che la Regione esamini la richiesta di finanziamento che abbiamo chiesto per il campo. Per ora, abbiamo dato loro un tetto provvisorio per l'inverno con l'aiuto della Protezione Civile, un atto umanitario del quale vado fiera, come vado fiera che nessuna delle numerose famiglie sfrattate con bambini sia finita in mezzo alla strada, ma abbia trovato asilo negli appartamenti affittati all'uopo dal Comune.
E comunque, si rassegni il Consigliere Piolatto. Io a dimettermi non ci penso nemmeno, e la mia città (che è anche la sua) non è affatto nel baratro, come egli ben sa. Che facciamo, lo sport delle elezioni ogni anno, che com'è noto non sono gratis? Con i tempi che corrono? Con i comuni svuotati di risorse e bloccati, come spiego altrove, dalla legge Tremonti? Bisognerebbe anche che trovaste parole e suggerimenti nuovi, voi che da grandi volete fare i politici veri. Possibilmente senza prendere esempio da Roma, in questo periodo...
Marinella Venegoni
Così, ho letto il comunicato del Consigliere Piolatto che troverete qui sotto, e ho pensato bene di rispondere con la precisazione che segue.
Comunicato Stampa di Riccardo Piolatto
Mai come in questi ultimi mesi è emerso in modo così chiaro il fallimento politico “Venegoni”.
La Sindaca si è candidata con l’ambizione di ricompattare la sinistra crescentinese, doveva essere la salvezza della sinistra tutta, il leader unico ed indiscusso: il risultato è stato quello di aver sfasciato il “carrozzone” di sinistra da Lei creato e sostenuto.
La sua missione politico-amministrativa è fallita, ed è fallita a causa delle ormai troppe imposizioni da Soviet del Partito Democratico, che di democratico non ha assolutamente più nulla.
L’ultima iniziativa, ignobile, del PD è quella di aver distribuito un volantino con su scritto a caratteri cubitali rossi “Pino Rotondo dimettiti”: nemmeno la peggior dittatura rossa era mai arrivata a tanto.
Nel Consiglio Comunale di lunedì abbiamo sentito un discorso leale e, trasparente da parte del neo capogruppo Rotondo (gruppo Consiliare Ambiente e Società), che ha avuto il coraggio di esprimere il proprio modo di pensare e di valutare le scelte amministrative ed ha manifestato la volontà di continuare a sostenere la maggioranza: peccato che il Sindaco non ci abbia pensato neanche due secondi a voltare loro le spalle, affermando: “La maggioranza è costituita da nove persone”, lasciando ovviamente ad intendere che Rotondo, Gallo e Angelone sono stati messi alla porta.
La nostra solidarietà ai suddetti consiglieri, di cui si è lesa anche la dignità, è totale.
Quella di Venegoni si dice un’amministrazione di sinistra, ma in realtà non è un’amministrazione progressista, mentre rappresenta il più bieco Stalinismo che mai nella storia abbia okkupato Crescentino, se neppure una volta, una sola volta fino a prova contraria, si può manifestare un parere diverso dai capi, come è accaduto a Rotondo.
La storia si ripete: sono trascorsi tredici anni dal primo mandato Venegoni e già a quel tempo lei ne uscì con “le ossa rotte”; oggi a distanza di diciotto mesi dal suo insediamento è ridotta peggio di allora, dal punto di vista amministrativo non “ne ha azzeccata una” ed ha sbancato le casse comunali, tra zingari e Chicobum; dal punto di vista politico peggio che mai.
Spero però che negli anni sia maturata e che, per il bene della sinistra stessa ma soprattutto dei crescentinesi, si renda conto che è giunto il momento di dimettersi e non trascinare nel barato Crescentino con i suoi cittadini.
Risposta di Marinella Venegoni
E' cominciata la campagna elettorale? Vedo che il geom.Piolatto la butta sul partitico, mentre com'è noto la nostra era (ed è) una lista civica, che certo si rifà ai valori e ai principi di Centro-Sinistra, ma è anche popolata di persone senza alcuna tessera.
Come sindaco, non ho ricevuto nessuna imposizione dal PD, e anzi mi scuso se qualche volta sorrido in Consiglio Comunale, ma le descrizioni di tetra burocrate che vengono fatte di me (è successo quando si è dimesso Ratto da assessore, a causa di una promozione sul lavoro) non corrispondono per nulla alla mia persona. Giova ricordare che non sono un politico, ma una cittadina innamorata della propria città che si è messa in gioco e ha vinto le elezioni, tutto lì. Non cerco altre poltrone perché questa basta e avanza, non ho la colla sulla sedia, cerco di fare il mio dovere finché mi sarà possibile, poi tornerò al mio mondo che è molto più lieto di quello delle piccole beghe che diventano macigni, e delle antipatie personali che rovinano la vita ma non c'entrano nulla con l'amministrare.
Ho parlato di una maggioranza di nove, solo perché quello è il numero certo, ma non smetterò di confrontarmi con i transfughi. Certo, mi dispiace che Pino Rotondo abbia votato con la minoranza sulla richiesta di VAS per la Mossi&Ghisolfi: perché, come ho spiegato in Consiglio, la VAS è decisa dai tecnici; e se capisco che la minoranza utilizzi ogni mezzo (anche inutile) per contrastarci, non capisco perché proprio lui non abbia chiesto a me personalmente più delucidazioni prima del voto, almeno. Mi dispiace anche che Dario Gallo non abbia partecipato al voto sul progetto del campo provvisorio dei Nomadi, essendo questo un problema culturale che pensavo nelle sue corde. Ma sono solo dispiaceri passeggeri, e spero che il dialogo prosegua e, chissà, si possa recuperare una collaborazione.
E poi, caro Piolatto, io dal primo mandato non sono uscita con le ossa rotte: lei era piccolo, gliela avranno contata non giusta. Ho avuto la maggioranza (i soliti nove) fino all'ultimo, 13 luglio 1999. Quello che era rotto erano le scatole, semmai, tant'è che non mi sono candidata più, avendo già un mestiere. Perché Crescentino è una cittadina difficile, e molto litigiosa e sospettosa. E' poi vero che dopo dieci anni mi ero dimenticata di tutto, e vedendo il mio paese così malconcio, immobile, cadente, ho pensato di rimettermi in gioco. Bella idea, no?
Le casse comunali non sono sbancate, il Chicobum è finito male ma adesso tutti fingete di dimenticarvi che tutta la città ha visto GRATIS due grandi concerti di gruppi di un livello che difficilmente si vedrà più sul nostro amato suolo. In quanto ai ROM, aspettiamo che la Regione esamini la richiesta di finanziamento che abbiamo chiesto per il campo. Per ora, abbiamo dato loro un tetto provvisorio per l'inverno con l'aiuto della Protezione Civile, un atto umanitario del quale vado fiera, come vado fiera che nessuna delle numerose famiglie sfrattate con bambini sia finita in mezzo alla strada, ma abbia trovato asilo negli appartamenti affittati all'uopo dal Comune.
E comunque, si rassegni il Consigliere Piolatto. Io a dimettermi non ci penso nemmeno, e la mia città (che è anche la sua) non è affatto nel baratro, come egli ben sa. Che facciamo, lo sport delle elezioni ogni anno, che com'è noto non sono gratis? Con i tempi che corrono? Con i comuni svuotati di risorse e bloccati, come spiego altrove, dalla legge Tremonti? Bisognerebbe anche che trovaste parole e suggerimenti nuovi, voi che da grandi volete fare i politici veri. Possibilmente senza prendere esempio da Roma, in questo periodo...
Marinella Venegoni
martedì 14 dicembre 2010
Comuni italiani "commissariati" da Roma
(si rammenta che non si accettano commenti anonimi)
(Da "La Stampa" del 13-12-10)
Il Lombardoveneto è il fronte avanzato degli enti locali in sofferenza. Comuni mediamente virtuosi falcidiati da tagli lineari, uguali per tutti, senza alcun meccanismo di premialità. Ad eccezione di un fondo da 200 milioni istituito con la manovra correttiva di luglio da assegnare ai cosiddetti «virtuosi», ancora in attesa del decreto del Viminale che deve fissare i criteri di ripartizione.
Ma sono le casse di tutti i comuni d’Italia ad essere miseramente vuote. L’ordine di scuderia è chiaro: risparmiare, tagliare, razionalizzare. L’altro giorno la Conferenza stato-città ha dato luce verde al rinvio dei termini per chiudere i bilanci preventivi, che slittano dal 31 dicembre al 31 marzo. Per gli oltre ottomila sindaci del Belpaese si prospetta infatti un Natale tremendo, da festeggiare nella più completa austerità: che potrebbe sfociare nella povertà più nera. Nel 2011, oltre a subire 1,5 miliardi di euro di tagli nei trasferimenti erariali da Roma, dovranno contribuire per circa 1,8 miliardi di euro al rispetto del Patto di stabilità. Inoltre sui Comuni finirà per scaricarsi la riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni.
Peserà, a cascata, la scure che è calata sul Fondo nazionale per le politiche sociali (nel 2011 scende a 75,2 milioni di euro dai 380,2 del 2010), sul Fondo delle politiche per la famiglia (52,4 milioni dai 100 di quest’anno) e sul Fondo di sostegno all’accesso abitativo in locazione (sforbiciato a 33,5 milioni dai 143,8 del 2010).
Insomma un moria di risorse straordinaria, profonda, inesorabile. Una correzione finanziaria richiesta sul biennio 2011-2012 che appare sproporzionata in termini assoluti e incoerente con il livello di avanzo già raggiunto da tutti i territori. Sono l’ultimo argine di un Paese slabbrato in cui ogni emergenza finisce per atterrargli addosso: dalla gestione degli extracomunitari alle crisi industriali, dalle alluvioni alla monnezza che negli ultimi anni ha tanto fatto parlare di sé.
Eppure la cura da cavallo non è ancora bastata: oltre un terzo dei Comuni italiani nel prossimo anno dovrà realizzare un ulteriore taglio della spesa superiore al 10%, nonostante il contributo dei municipi al miglioramento dei saldi di finanza pubblica nell’ultimo quinquennio sia stato di 4 miliardi contro un passivo dell’intera Pubblica amministrazione pari a 32 miliardi.
Il risultato, negli ultimi 5 anni, è stato un calo drastico della spesa per investimenti (-13,6%) e la svendita di pezzi del territorio per tamponare il taglio dei trasferimenti. Una droga abusata e pericolosa. Il 55% dei Comuni italiani raggiunge l’equilibrio di bilancio grazie all’« aiutino» degli oneri di urbanizzazione, che vale in termini cumulativi circa 3 miliardi di introiti straordinari l’anno. Per ottenere il pagamento degli oneri, però, bisogna dare permessi per costruire: e non è bello che un Comune decida su materie come questa con l’acqua alla gola dal punto di vista delle finanze.
Fino ad oggi s’è usata la solita ciambella di salvataggio, che si è concretizzato in una deroga rinnovata di Finanziaria in Finanziaria con la quale si è sempre permesso ai Comuni di utilizzare tre quarti del cash per finanziare la spesa corrente. Quest’anno la manovra di stabilità non prevede più la deroga, ma le parti stanno trattando ed è possibile che possa rientrare al fotofinish nel Milleproroghe. Sullo sfondo, resta il miraggio del federalismo fiscale. Ma anche su questo fronte i Comuni non si fanno troppe illusioni, non almeno per risolvere i loro problemi nell’immediato. Con la scusa dell’autonomismo di domani, oggi - nel tempo dell’attesa - si ri-centralizza tutto. La leva fiscale dei Comuni resterà tassativamente (ironia della sorte) bloccata fino al 2014. Per ora, si lamenta malinconico, il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino, «siamo
commissariati». [M. ALF.]
(Da "La Stampa" del 13-12-10)
Il Lombardoveneto è il fronte avanzato degli enti locali in sofferenza. Comuni mediamente virtuosi falcidiati da tagli lineari, uguali per tutti, senza alcun meccanismo di premialità. Ad eccezione di un fondo da 200 milioni istituito con la manovra correttiva di luglio da assegnare ai cosiddetti «virtuosi», ancora in attesa del decreto del Viminale che deve fissare i criteri di ripartizione.
Ma sono le casse di tutti i comuni d’Italia ad essere miseramente vuote. L’ordine di scuderia è chiaro: risparmiare, tagliare, razionalizzare. L’altro giorno la Conferenza stato-città ha dato luce verde al rinvio dei termini per chiudere i bilanci preventivi, che slittano dal 31 dicembre al 31 marzo. Per gli oltre ottomila sindaci del Belpaese si prospetta infatti un Natale tremendo, da festeggiare nella più completa austerità: che potrebbe sfociare nella povertà più nera. Nel 2011, oltre a subire 1,5 miliardi di euro di tagli nei trasferimenti erariali da Roma, dovranno contribuire per circa 1,8 miliardi di euro al rispetto del Patto di stabilità. Inoltre sui Comuni finirà per scaricarsi la riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni.
Peserà, a cascata, la scure che è calata sul Fondo nazionale per le politiche sociali (nel 2011 scende a 75,2 milioni di euro dai 380,2 del 2010), sul Fondo delle politiche per la famiglia (52,4 milioni dai 100 di quest’anno) e sul Fondo di sostegno all’accesso abitativo in locazione (sforbiciato a 33,5 milioni dai 143,8 del 2010).
Insomma un moria di risorse straordinaria, profonda, inesorabile. Una correzione finanziaria richiesta sul biennio 2011-2012 che appare sproporzionata in termini assoluti e incoerente con il livello di avanzo già raggiunto da tutti i territori. Sono l’ultimo argine di un Paese slabbrato in cui ogni emergenza finisce per atterrargli addosso: dalla gestione degli extracomunitari alle crisi industriali, dalle alluvioni alla monnezza che negli ultimi anni ha tanto fatto parlare di sé.
Eppure la cura da cavallo non è ancora bastata: oltre un terzo dei Comuni italiani nel prossimo anno dovrà realizzare un ulteriore taglio della spesa superiore al 10%, nonostante il contributo dei municipi al miglioramento dei saldi di finanza pubblica nell’ultimo quinquennio sia stato di 4 miliardi contro un passivo dell’intera Pubblica amministrazione pari a 32 miliardi.
Il risultato, negli ultimi 5 anni, è stato un calo drastico della spesa per investimenti (-13,6%) e la svendita di pezzi del territorio per tamponare il taglio dei trasferimenti. Una droga abusata e pericolosa. Il 55% dei Comuni italiani raggiunge l’equilibrio di bilancio grazie all’« aiutino» degli oneri di urbanizzazione, che vale in termini cumulativi circa 3 miliardi di introiti straordinari l’anno. Per ottenere il pagamento degli oneri, però, bisogna dare permessi per costruire: e non è bello che un Comune decida su materie come questa con l’acqua alla gola dal punto di vista delle finanze.
Fino ad oggi s’è usata la solita ciambella di salvataggio, che si è concretizzato in una deroga rinnovata di Finanziaria in Finanziaria con la quale si è sempre permesso ai Comuni di utilizzare tre quarti del cash per finanziare la spesa corrente. Quest’anno la manovra di stabilità non prevede più la deroga, ma le parti stanno trattando ed è possibile che possa rientrare al fotofinish nel Milleproroghe. Sullo sfondo, resta il miraggio del federalismo fiscale. Ma anche su questo fronte i Comuni non si fanno troppe illusioni, non almeno per risolvere i loro problemi nell’immediato. Con la scusa dell’autonomismo di domani, oggi - nel tempo dell’attesa - si ri-centralizza tutto. La leva fiscale dei Comuni resterà tassativamente (ironia della sorte) bloccata fino al 2014. Per ora, si lamenta malinconico, il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino, «siamo
commissariati». [M. ALF.]
lunedì 13 dicembre 2010
Lo stato di calamità di Ferragosto? Mistero
Per il 14 dicembre sera il PDL ha chiesto la sala del Consiglio Comunale per un incontro con la cittadinanza. All'ordine del giorno, la dichiarazione di Stato di Calamità per gli eventi alluvionali di Ferragosto, da parte della Regione. Sarà presente l'assessore regionale Cavallera, e Luca Pedrale, che è il deus ex machina dell'operazione.
Di quest'incontro con la cittadinanza abbiamo saputo dal mitico blog di Mauro Novo. Solo stamattina, lunedì, è arrivato all'Amministrazione un invito a partecipare all'incontro.
Ma c'è un ma. In Comune non risulta alcun arrivo di documentazione ufficiale in proposito: leggasi che lo Stato di Calamità non è ufficiale, dunque niente potremo dire ai cittadini che verranno ad informarsi, avendo sentito parlare di quest'incontro.
Si può? No che non si può.
Quando si passa dal piano istituzionale a quello dei partiti, che fanno politica per conto proprio, è il caos. Tocca accettare che le Istituzioni vanno rispettate, e informate. Perché rappresentano la collettività: anche se chi è stato eletto non ci piace.
martedì 7 dicembre 2010
Ciao Oscar
Oscar Nepote Bernardon, sindaco di Fontanetto, se n'è andato ieri a soli 49 anni, dopo una lunga battaglia contro una malattia che alla fine non gli ha lasciato scampo. Era un combattente: soltanto la scorsa settimana, aveva voluto essere presente al Consiglio Comunale, nonostante fosse visibilmente sofferente.
Era innamorato del suo mestiere di sindaco, che faceva da quasi dieci anni. Un mestiere che richiede nervi saldi, nel quale ogni giorno puoi trovare uno che ti dice o ti scrive che non capisci niente, che ce l'hai con lui o con un altro, che non ci sai fare e via discorrendo. Un mestiere non facile, che mette alla prova i migliori caratteri, lasciando poco tempo per occuparsi di sé.
Non so di che partito fosse, o se ne avesse uno, ma qui non ci importa nulla. E' stato uno che ha molto lavorato per la riqualificazione del suo Paese e per la cultura, fino alle manifestazioni di questi giorni in nome di Viotti, con il concerto di martedì 7 dicembre di Antonella Ruggiero che è poi stato rinviato, per lutto.
Ciao Oscar.
venerdì 3 dicembre 2010
Napolitano e la solidarietà
"La solidarietà è scritta nella Costituzione, è un dovere ma è anche una grande fonte di soddisfazione per chi la pratica. Ed è importante che siano tanti a praticarla nel nostro Paese"
Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica
3 dicembre 2010
mercoledì 1 dicembre 2010
Gentilezza antidoto alla crisi
Da La Repubblica del 30-11-10
Voglia di Gentilezza/Antidoto alla crisi
BASTA con gli insulti e il disprezzo. All' epoca della crisi, in un tempo brutale e rude, molti invocano (e praticano) un ritorno della gentilezza. Dolcezza, pazienza, educazione, cortesia, galateo, capacità di chiedere scusa, attenzione all' altro... È una sorta di decalogo dei valori un po' desueti, un "piccolo mondo antico" che torna alla ribalta.
E che quest' anno è stato celebrato il 13 novembre, nella Giornata Mondiale della Gentilezza, persino dai manager, categoria che fin qui non aveva mai aderito. D' altra parte questa giornata è la punta dell' iceberg di una mobilitazione più generale, il World Kindness Movement, nato a Tokyo nel 1997 e poi diffusosi negli Stati Uniti e in Europa. Una "voglia di tenerezza" ormai rivendicata e osannata. Celebrata anche da El País che ha trasformato in simbolo Vicente del Bosque, tecnico campione del mondo della nazionale di calcio spagnola, scelto per le sue virtù di "leader mite".
Torna così un modello che sembrava definitivamente perso negli ultimi decenni, quando coach, esperti in comunicazione e manager di ogni tipo invitavano a non cadere nella trappola della gentilezza.
***********************************
Ho letto questo inizio di articolo così rinfrancante, e mi è venuto in mente l'inizio di una interrogazione nel Consiglio dove non c'ero che cominciava così:
"Egregio Signor Taverna, visto il settore nel quale le è stata conferita delega dopo il rifiuto di altri in via primaria interpellati dal sindaco....". Etc etc.
E a parte il fatto (non ininfluente) che io a Pino Rotondo avevo solo chiesto (gentilmente) se voleva fare l'assessore, e non l'assessore all'Ambiente perché per lui avevo altri programmi, mi sono chiesta: Arriva un nuovo assessore, un ragazzo di 27 anni (in un momento storico nel quale i ragazzi si allontanano dalla politica), è al suo debutto, ed è questo il benvenuto? Dirgli subito che la sua scelta è stata una soluzione di ripiego? (che tra l'altro non era nemmeno vero?).
Posto che in Consiglio Comunale la regola è guardarsi in cagnesco fra parti in causa (che ormai sono tante) oppure annoiarsi come di fronte a un canale tv sbagliato, non si potrebbe almeno, prima di tentare di sbranarlo, augurargli buon lavoro, salvo poi trovarsi fieramente a discutere su fronti opposti?
E' giusto che il conflitto personale si confonda con le diversità di posizioni? Questo è un tema scottante, in questi giorni.
E non è meglio che la forma della cortesia abbia un suo spazio, anche per alleggerire la pesantezza (spesso) del confronto?
E se la gentilezza, poi, è anche antidoto alla crisi, come dice questo articolo, perché almeno non provarci?
Voglia di Gentilezza/Antidoto alla crisi
BASTA con gli insulti e il disprezzo. All' epoca della crisi, in un tempo brutale e rude, molti invocano (e praticano) un ritorno della gentilezza. Dolcezza, pazienza, educazione, cortesia, galateo, capacità di chiedere scusa, attenzione all' altro... È una sorta di decalogo dei valori un po' desueti, un "piccolo mondo antico" che torna alla ribalta.
E che quest' anno è stato celebrato il 13 novembre, nella Giornata Mondiale della Gentilezza, persino dai manager, categoria che fin qui non aveva mai aderito. D' altra parte questa giornata è la punta dell' iceberg di una mobilitazione più generale, il World Kindness Movement, nato a Tokyo nel 1997 e poi diffusosi negli Stati Uniti e in Europa. Una "voglia di tenerezza" ormai rivendicata e osannata. Celebrata anche da El País che ha trasformato in simbolo Vicente del Bosque, tecnico campione del mondo della nazionale di calcio spagnola, scelto per le sue virtù di "leader mite".
Torna così un modello che sembrava definitivamente perso negli ultimi decenni, quando coach, esperti in comunicazione e manager di ogni tipo invitavano a non cadere nella trappola della gentilezza.
***********************************
Ho letto questo inizio di articolo così rinfrancante, e mi è venuto in mente l'inizio di una interrogazione nel Consiglio dove non c'ero che cominciava così:
"Egregio Signor Taverna, visto il settore nel quale le è stata conferita delega dopo il rifiuto di altri in via primaria interpellati dal sindaco....". Etc etc.
E a parte il fatto (non ininfluente) che io a Pino Rotondo avevo solo chiesto (gentilmente) se voleva fare l'assessore, e non l'assessore all'Ambiente perché per lui avevo altri programmi, mi sono chiesta: Arriva un nuovo assessore, un ragazzo di 27 anni (in un momento storico nel quale i ragazzi si allontanano dalla politica), è al suo debutto, ed è questo il benvenuto? Dirgli subito che la sua scelta è stata una soluzione di ripiego? (che tra l'altro non era nemmeno vero?).
Posto che in Consiglio Comunale la regola è guardarsi in cagnesco fra parti in causa (che ormai sono tante) oppure annoiarsi come di fronte a un canale tv sbagliato, non si potrebbe almeno, prima di tentare di sbranarlo, augurargli buon lavoro, salvo poi trovarsi fieramente a discutere su fronti opposti?
E' giusto che il conflitto personale si confonda con le diversità di posizioni? Questo è un tema scottante, in questi giorni.
E non è meglio che la forma della cortesia abbia un suo spazio, anche per alleggerire la pesantezza (spesso) del confronto?
E se la gentilezza, poi, è anche antidoto alla crisi, come dice questo articolo, perché almeno non provarci?
martedì 30 novembre 2010
Consiglio, la preview rom
Credo che per la prima volta nella storia d'Italia, stasera, in Consiglio Comunale abbia aperto i lavori un Consigliere, precedendo il Sindaco. Cose che noi umani non possiamo capire, o almeno lasciamo correre per decenza.
Ma c'è stata un'anteprima, ancora con l'appello da fare e gli inni da suonare, dedicata ai Rom. Ho voluto raccontare - al consigliere Mosca che si è tanto appassionato della storia dei Rom e soprattutto dei loro bambini da volerci graziosamente fare su un volantino, con il preventivo del tutto virtuale di 50 mila euro per allestire il campo - la storia del signor D., che in questi giorni vede abbassarsi il soffitto del suo container della Protezione Civile, per le piogge dei giorni passati e poi per la neve, e teme per la sicurezza della sua famiglia e di quella di suo fratello: 4 adulti, almeno una dozzina fra bambini e ragazzi/ragazze.
Così, è venuto in Municipio a chiedere che cosa può fare per evitare che gli cada il tetto in testa. Piangeva: "Non voglio creare problemi a voi, se faccio lavori io poi mi denunciano, vi denunciano?" diceva.
Ci sono da mettere dei listelli che attraversino il soffitto, per dar sicurezza. E' una questione di sopravvivenza. Abbiamo avvertito la Protezione Civile, gli stanno dando una mano prima della neve o pioggia annunciata già per martedì sera.
Ho chiesto se mandano i bambini a scuola: "Come possiamo? Non abbiamo l'acqua per lavarli, non possiamo mandarli in questo stato". L'acqua è stata chiusa, a loro come ad altri che non hanno pagato le bollette. Si sta vedendo come intervenire, per ispirare un altro volantino del Consigliere proiettato verso una gloria planetaria fra gli elettori.
Non mi è sembrato che il mio racconto, in preview del Consiglio, sconvolgesse molti animi. Speranza mi ha detto: "Vieni anche da me ad aiutarmi a buttar via la neve" o qualcosa del genere che non merita commento.
Già, viene Natale, tutti più buoni, aiutiamo quelli che soffrono. Quest'anno la nostra amatissima Cri ha distribuito pasti a domicilio per 2.800 euro, c'è stato il Banco Solidale per ben 52 famiglie, 5 mila euro sono andati agli affitti per le famiglie degli sfrattati che hanno trovato casa grazie all'iniziativa del Comune. Ma i Rom non sono umani, non sono cittadini come gli altri, e nemmeno i loro ragazzi.
mercoledì 24 novembre 2010
Tafazzi ha colpito ancora
(Scusate gente mia: se vi dico che questo blog non pubblica commenti anonimi, perché mandate commenti anonimi? Nel bene e nel male, non li pubblico...)
Con molto sconcerto, stasera ho appreso dalla telefonata d’una giornalista che tre consiglieri della mia lista avevano deciso di staccarsi dal gruppo con cui erano stati eletti dalla Città. Il modo in cui ho conosciuto la notizia mi è apparso molto significativo: evidentemente, quello che anzitutto interessava ai 3 transfughi era mettersi sulla scena, apparire sui giornali con le loro facce e le loro belle dichiarazioni di orgoglio e di autonomia intellettuale, e poi, solo poi, rammentarsi della responsabilità dell’impegno che avevano assunto con me e con la Città.
E’ anche un problema di buona educazione, certamente, ed educazione significa non soltanto “buongiorno” e “buonasera”, ma – per le persone adulte – significa soprattutto rispetto delle forme e dei ruoli. Ma, come diceva in altre circoastanze Manzoni per il povero don Abbondio, uno se l’educazione non ce l’ha non se la può dare.
Ma c’è evidentemente anche un problema politico, e però questa povera ossessione della visibilità ne denuncia amaramente tutti i limiti. Quando si sta in una coalizione, bisogna accettare le regole del dialogo e del confronto, bisogna sapersi battere per difendere i principi nei quali si crede, ma poi – messi da parte narcisismo, voglia di foto sul giornale, dichiarazioni estemporanee (e quanto di tutto ciò si è visto invece nella stampa locale!) – riconoscere il valore prioritario del progetto cui si è aderito, e a questo cedere responsabilmente le proprie diversità.
E’ ovvio che non sempre si può essere tutti d’accordo con le decisioni prese dalla coalizione; ma la responsabilità assunta al momento della formazione della coalizione comporta che il confronto delle idee verrà riproposto (se idee vi sono, naturalmente) sempre, a ogni nuova decisione da prendere, con tenacia immutata, senza mai deflettere, senza mai cedere. Solo i bambini, e i pusillanimi, scappano a lamentarsi di non aver avuto la marmellata che s’aspettavano.
Peccato. Certo, dietro tutto questo si agiteranno le sigle di partiti e di movimenti, per darsi panni credibili e autorevolezza. E non ci si accorge che a non aver imparato la lezione del governo Prodi si regala soddisfazione e speranze di ribaltone a coloro che si dice di voler combattere. A Roma, a inseguire la purezza dell’atto testimoniale e la loro presunta intransigenza di principio, Pecoraro Scanio, Diliberto, Giordano, Bertinotti hanno ottenuto il bel risultato di consegnare il governo e il paese a Berlusconi.. Ma che bravi, quali eroi, quale coraggio!
Nella satira politica c’è un personaggio molto popolare, che si prende a bastonate sui propri attributi maschili, e gode e gode; è Tafazzi, di Aldo Giovanni e Giacomo, che così vogliono rappresentare il masochismo di parte della sinistra italiana, quella che ama narcisisticamente se stessa e la propria sconfitta; e gode, e gode. Può darsi che qualche povero Richelieu di provincia stia pensando di mettersi addosso i panni di Tafazzi, pur di soddisfare il proprio ego; ma i 3 transfughi rischiano di isolarsi mettendo magari in difficoltà quel programma che dichiarano di voler difendere.
Io comunque non credo proprio che Crescentino sia Roma, anche se qualcuno ci pensa e ci sogna su, magari preparando recite demagogiche di forbita retorica. Ma quello che è certo, è che da Roma Tafazzi ora è arrivato anche a Crescentino.
Come se ne esce? Con la serenità e la tranquilla coscienza di sempre. Denunciati i limiti e la inconsistenza del “programma politico” dei transfughi, si continua esattamente come prima, discutendo, dibattendo confrontando le idee e le posizioni personali, e alla fine cedendo alle ragioni della coalizione, e del progetto che questa ha proposto alla Città. Ho già avuto un’esperienza simile nel mio primo mandato come Sindaco, e ho retto la continuità del mio progetto fino alla sua scadenza naturale, resistendo a ogni transfuga e a ogni ricatto di presunte diversificazioni. Chi si apparta nella intransigenza astratta del proprio ego, o ascolta le sirene dei Furbacchioni, fa Tafazzi, non fa politica.
Con molto sconcerto, stasera ho appreso dalla telefonata d’una giornalista che tre consiglieri della mia lista avevano deciso di staccarsi dal gruppo con cui erano stati eletti dalla Città. Il modo in cui ho conosciuto la notizia mi è apparso molto significativo: evidentemente, quello che anzitutto interessava ai 3 transfughi era mettersi sulla scena, apparire sui giornali con le loro facce e le loro belle dichiarazioni di orgoglio e di autonomia intellettuale, e poi, solo poi, rammentarsi della responsabilità dell’impegno che avevano assunto con me e con la Città.
E’ anche un problema di buona educazione, certamente, ed educazione significa non soltanto “buongiorno” e “buonasera”, ma – per le persone adulte – significa soprattutto rispetto delle forme e dei ruoli. Ma, come diceva in altre circoastanze Manzoni per il povero don Abbondio, uno se l’educazione non ce l’ha non se la può dare.
Ma c’è evidentemente anche un problema politico, e però questa povera ossessione della visibilità ne denuncia amaramente tutti i limiti. Quando si sta in una coalizione, bisogna accettare le regole del dialogo e del confronto, bisogna sapersi battere per difendere i principi nei quali si crede, ma poi – messi da parte narcisismo, voglia di foto sul giornale, dichiarazioni estemporanee (e quanto di tutto ciò si è visto invece nella stampa locale!) – riconoscere il valore prioritario del progetto cui si è aderito, e a questo cedere responsabilmente le proprie diversità.
E’ ovvio che non sempre si può essere tutti d’accordo con le decisioni prese dalla coalizione; ma la responsabilità assunta al momento della formazione della coalizione comporta che il confronto delle idee verrà riproposto (se idee vi sono, naturalmente) sempre, a ogni nuova decisione da prendere, con tenacia immutata, senza mai deflettere, senza mai cedere. Solo i bambini, e i pusillanimi, scappano a lamentarsi di non aver avuto la marmellata che s’aspettavano.
Peccato. Certo, dietro tutto questo si agiteranno le sigle di partiti e di movimenti, per darsi panni credibili e autorevolezza. E non ci si accorge che a non aver imparato la lezione del governo Prodi si regala soddisfazione e speranze di ribaltone a coloro che si dice di voler combattere. A Roma, a inseguire la purezza dell’atto testimoniale e la loro presunta intransigenza di principio, Pecoraro Scanio, Diliberto, Giordano, Bertinotti hanno ottenuto il bel risultato di consegnare il governo e il paese a Berlusconi.. Ma che bravi, quali eroi, quale coraggio!
Nella satira politica c’è un personaggio molto popolare, che si prende a bastonate sui propri attributi maschili, e gode e gode; è Tafazzi, di Aldo Giovanni e Giacomo, che così vogliono rappresentare il masochismo di parte della sinistra italiana, quella che ama narcisisticamente se stessa e la propria sconfitta; e gode, e gode. Può darsi che qualche povero Richelieu di provincia stia pensando di mettersi addosso i panni di Tafazzi, pur di soddisfare il proprio ego; ma i 3 transfughi rischiano di isolarsi mettendo magari in difficoltà quel programma che dichiarano di voler difendere.
Io comunque non credo proprio che Crescentino sia Roma, anche se qualcuno ci pensa e ci sogna su, magari preparando recite demagogiche di forbita retorica. Ma quello che è certo, è che da Roma Tafazzi ora è arrivato anche a Crescentino.
Come se ne esce? Con la serenità e la tranquilla coscienza di sempre. Denunciati i limiti e la inconsistenza del “programma politico” dei transfughi, si continua esattamente come prima, discutendo, dibattendo confrontando le idee e le posizioni personali, e alla fine cedendo alle ragioni della coalizione, e del progetto che questa ha proposto alla Città. Ho già avuto un’esperienza simile nel mio primo mandato come Sindaco, e ho retto la continuità del mio progetto fino alla sua scadenza naturale, resistendo a ogni transfuga e a ogni ricatto di presunte diversificazioni. Chi si apparta nella intransigenza astratta del proprio ego, o ascolta le sirene dei Furbacchioni, fa Tafazzi, non fa politica.
lunedì 22 novembre 2010
Cattivi pensieri e Mark Twain
Può un'Amministrazione comunale forzare la mano su un piano tecnico, andando a dire - essa - a superesperti di un ramo tanto cruciale e complesso quanto quello dell'Ambiente e delle bonifiche, che cosa debbano o non debbano fare, sempre dal punto di vista delle risultanze tecniche?
L'interrogativo non è di poco conto. E in questo Comune - da quando l'anno scorso ha fatto toc-toc la Mossi&Ghisolfi manifestando l'intenzione di far sorgere qui il primo impianto italiano di bioetanolo - si è deciso che, per quanto la proposta fosse economicamente e socialmente appetibile in una comunità in crisi profonda come la nostra, la faccenda andava trattata con le pinze, per dare ai crescentinesi tutte le possibili garanzie che nell'area ex Teksid si sarebbe fatto solo ciò che la legge decide si possa (o no) fare, e comunque e anzitutto nel rispetto della salute e della sicurezza della nostra Città. Che è l'unica condizione che guida le mie decisioni politiche.
Domani mio marito, dopo l'ultima visita specialistica di controllo, avrà gli ultimi riscontri oggettivi della valutazione diagnostica anticipata oggi stesso, a voce, dal professore. E potrò rientrare in Italia. E' cessata quindi la comprensibile condizione di attesa e di angoscia che, ogni volta, mi accompagna in questi periodici "viaggi della speranza".
Mi sento perciò più serena nell'esprimere alcune riflessioni su quanto è accaduto nella mia Città in questi 19 giorni all'estero, nei quali comunque - e ovviamente - ho sempre seguito l'attività dell'Amministrazione e le decisioni che andavano prese.
Vorrei dunque fissare tre punti, per un dovere di chiarezza.
Il primo punto è un problema di metodo.
All'inizio di novembre, avuta la conferma delle date della 4 visite specialistiche negli Usa, ho voluto intervenire personalmente nella periodica riunione dei capigruppo, per informarli della mia partenza e delle ragioni che l'imponevano. L'ho fatto come gesto di cortesia verso coloro che - nel governo dell'Amministrazione o all'Opposizione - curano gli interessi della Città, ricordando a tutti che Miami, se pur nell'idea cinematografica di qualcuno è una città di vacanza, per me è un centro oncologico di altissima qualità mondiale. L'unico - come dicono gli oncologi - che ha saputo salvare la vita di mio marito.
Nei giorni subito successivi alla mia comunicazione, incredibilmente, e anche in forma agghiacciante per chi come me crede nel rispetto e nella solidarietà tra persone, alcuni rappresentanti della Minoranza hanno presentato una richiesta "urgentissima" di convocazione del Consiglio Comunale. A essere maligni, si potrebbe dire che contavano di sfruttare la mia assenza per ricavarne un risultato politico. Io che - come tutti sanno - sono di buon animo, non ho osato pensare che ci potesse essere tanta spregiudicatezza etica e tale indegna precipitazione speculativa; ma non ho potuto fare a meno di valutare i fatti per quello che erano.
Per questo ho voluto far avere al capogruppo Fabio Ratto un messaggio diretto al Consiglio, che è stato letto e mi sembra qui doveroso far conoscere:
"Miei cari concittadini. Egregi Consiglieri.
Purtroppo devo inviare da molto lontano il mio saluto e il mio augurio di buon lavoro a questo Consiglio comunale.
Come alcuni di voi sapranno - e certamente lo sanno coloro che fingono di dimenticarlo e con ignobile strumentalità tentano di sfruttare per biechi fini di propaganda una mia forzata assenza - sono negli Stati Uniti per ragioni terapeutiche e diagnostiche relative al tumore di un mio stretto familiare.
Io non voglio il male di nessuno, e non auguro neppure al più intellettualmente disonesto dei miei avversari di dover provare quello che ho provato, e provo io, in questi miei viaggi negli Stati Uniti.
Ma non saranno i miei problemi familiari a distogliermi dal tentare di instaurare la cultura del fare politica come attività di servizio verso la nostra Comunità. Ribadisco, alla luce di quello che sta accadendo proprio stasera, la necessità di tale cultura come un dovere morale: che a qualcuno forse apparirà inconcepibile, ma è proprio verso costoro che l’esempio della correttezza e della onestà deve imporsi come costume di questo Consiglio Comunale".
Sul piano del metodo, denuncio quindi con indignazione comportamenti che - pur assolutamente legittimi - configurano un esercizio della vita politica mirante esclusivamente a ottenere miseri riscontri elettoralistici (ammesso poi che li si conseguano, e che i crescentinesi non diano anche un giudizio morale sulle spregiudicatezza delle persone pubbliche).
Il secondo punto di questa mia riflessione, nella via del ritorno a casa, fa riferimento al merito, cioè ai contenuti del dibattito politico in corso. Contenuti che si concentrano quasi integralmente sul possibile impianto di bioetanolo a Crescentino.
Ricordo che fin dal primo momento ho detto:
1) Assoluta trasparenza del governo della Città in ogni momento dello svolgimento delle pratiche relative all'esame in progetto.
2) Dovere prioritario di salvaguardare la salute di oggi, e delle generazioni future, della MIA città, commisurando sempre a questo obiettivo le ragioni dell'interesse economico, pur rilevante, del progetto.
L'anno che sta finendo è stato faticosissimo proprio perché la materia dell'area ex Teksid è talmente complessa che fior di esperti e di professori universitari hanno dovuto discutere fra loro per interi mesi, e spiegare a noi amministratori quali fossero le strade che si aprivano per le scelte che vogliamo fare.
Proprio in ragione di queste difficoltà, e della necessità di una chiarezza preventiva, non si è ancora arrivati a una conclusione su quella parte di terreno ex Teksid - non bisognosa di bonifica -nella quale la M&G vuole insediare il suo impianto. Sono tuttora in corso le conferenze dei servizi (la prossima venerdì 26 in Provincia a Vercelli, alla quale prenderò parte a nome della Città, con i tecnici) che sono la struttura istituzionale che supporta e controlla dal punto di vista tecnico e normativo l'esame dei progetti come questo in discussione.
Mi dà l'impressione, a volte, che la Minoranza non abbia seguito con la dovuta attenzione il delicato iter dei mesi scorsi, troppo occupata com'era a cercare polemiche ad ogni costo - sui consulenti che abbiamo dovuto prendere per sorreggere questa complessa vicenda e sul loro onorario - per poter guardare dentro la materia dell'iter in corso. E che ora cerchi di rimontare, andando a spiegare a uno e all'altro di questi esperti che cosa - essi, gli esperti - debbono fare.
Sono convinta che la Commissione che si insedierà se Provincia e Arpa daranno il via libera all'impianto di bioetanolo - con Maggioranza, Opposizioni e Rappresentanti della cittadinanza - servirà a chiarire le idee a tutti. Sempre che ci sia la buona fede e la necessità vera a guidare le richieste di convocazione di Consigli Comunali... urgentissimi.
La mia Amministrazione, che non vuole vendere fumo e chiacchiere elettoralistiche, mentre ribadisce con orgoglio di avere il dovere di dare indirizzi politici alle proprie scelte, anche ribadisce con ovvio riconoscimento della complessità della materia la necessità del parere informativo dei tenici prima di qualsiasi decisione. E difende e garantisce questo interesse sia con la nomina di esperti e di docenti super-partes sia con l'utilizzo dei pareri che gli organi istituzionali previsti dalla legge (Provincia e Arpa) ci vanno fornendo. Pareri che riguardano, ovviamente, anche la possibile necessità di una Vas: una necessità che può nascere solo dalle decisioni di questi organi, anche se qualcuno della Minoranza ci monta su una pleonastica rivendicazione senz'altra plausibile ragione d'una visibilità pubblica. Anzi, proprio in questa pleonastica rivendicazione finiva poi per concentrarsi larga parte della..."urgenza" della convocazione del Consiglio in mia assenza (si voleva addirittura proporre l'approvazione - improponibile ! - di un indirizzo da dare ai tecnici su materia tecnica).
E qui arrivo al terzo punto della mia riflessione.
Ho acquisito nel tempo il forte convincimento - e davvero non credo di essere l'unica in città ad averlo ormai, dopo questi mesi di attività politica - che larga parte dell'attività della Minoranza miri soprattutto a guadagnarsi visibilità, piuttosto che a guardare anzitutto all'interesse reale della Città. E' una scelta legittima, naturalmente, ed è una scelta che corrisponde alla libera espressione del ruolo politico di ogni parte presente in Consiglio.
L'impressione però che le sedute pubbliche e le dichiarazioni pubbliche di parte della Minoranza hanno consolidato in molti è che - vista la inattaccabilità dell'Amministrazione quanto a onestà, correttezza di comportamento, rispetto delle norme, difesa dell'interesse pubblico - si sia scelta la strada della manipolazione della conoscenza, pur di conseguire un risultato di consenso presso una parte dell'opinione pubblica.
Un esempio? Be' a parte questa convocazione...urgente sulla quale stiamo riflettendo, penso all'invito di alcuni giorni fa a discutere pubblicamente sotto il titolo "Ci stanno togliendo anche il mercato". Poichè da quasi 40 anni faccio la giornalista e lavoro nel campo della comunicazione, credo mi debba essere consentita una certa capacità di analisi del significato dei "messaggi". E quel titolo rivelava il progetto d'un condizionamento del pensiero dell'opinione pubblica: dava per scontato che l'Amministrazione abbia già tolto qualcosa (ma quale mai qualcosa?) alla Città, e che addirittura voglia togliere anche il mercato.
Chi quelle cose voleva introiettare nella mente dei crescentinesi sapeva perfettamente che non corrispondono al vero. E dunque praticava una autentica manipolazione della conoscenza.
Come giornalista, so bene che viviamo in un tempo nel quale "la politica dell'annuncio" prevale sulla realtà dei fatti. E ricordo bene quanto scriveva Mark Twain (sono in America e cito uno scrittore americano, ma potrei farlo con mille autori europei): "Nel tempo che una menzogna fa il giro del mondo, la verità ancora sta indossando le scarpe".
E proprio perchè so questo, assisto con disgusto all'opera di manipolazione che talora viene praticata da alcuni, sub specie di attività politica di interesse generale. Il nostro Manzoni (ecco che torno a un autore italiano) aveva creato una indimenticabile figura di manipolatore delle parole, il "dottor Azzeccagarbugli", mestatore di coscienze e di conoscenze. Nell'assistere a certe recite pubbliche, e nel leggere certe dichiarazioni, mi trovo costretta a chiedermi se qualche dottor Azzeccagarbugli non abbia preso residenza nella mia Città.
Io posso sbagliarmi, su tante cose, e certamente sbaglio e ho sbagliato. Ma sempre con onestà e pronta a riconoscere l'errore, se questo ci sia stato. E comunque fin dal primo giorno in Consiglio ho detto che - proprio per questa mia consapevolezza - avrei considerato come apporto prezioso il contributo della Minoranza al dibattito pubblico. Purchè sia un contributo reale, costruttivo, come molte buone intenzioni che talvolta hanno fatto comunque capo in talune dichiarazioni pubbliche.
Mi indignano però i processi di manipolazione della realtà. E pur se da lontano ancora per qualche ora, qui voglio comunicarlo alla mia città, oggi che sono più serena e che ancora una volta dico di non voler che mai nessuno abbia a provare le angosce che prova chi si trova a doversi misurare con la minaccia di un tumore.
L'interrogativo non è di poco conto. E in questo Comune - da quando l'anno scorso ha fatto toc-toc la Mossi&Ghisolfi manifestando l'intenzione di far sorgere qui il primo impianto italiano di bioetanolo - si è deciso che, per quanto la proposta fosse economicamente e socialmente appetibile in una comunità in crisi profonda come la nostra, la faccenda andava trattata con le pinze, per dare ai crescentinesi tutte le possibili garanzie che nell'area ex Teksid si sarebbe fatto solo ciò che la legge decide si possa (o no) fare, e comunque e anzitutto nel rispetto della salute e della sicurezza della nostra Città. Che è l'unica condizione che guida le mie decisioni politiche.
Domani mio marito, dopo l'ultima visita specialistica di controllo, avrà gli ultimi riscontri oggettivi della valutazione diagnostica anticipata oggi stesso, a voce, dal professore. E potrò rientrare in Italia. E' cessata quindi la comprensibile condizione di attesa e di angoscia che, ogni volta, mi accompagna in questi periodici "viaggi della speranza".
Mi sento perciò più serena nell'esprimere alcune riflessioni su quanto è accaduto nella mia Città in questi 19 giorni all'estero, nei quali comunque - e ovviamente - ho sempre seguito l'attività dell'Amministrazione e le decisioni che andavano prese.
Vorrei dunque fissare tre punti, per un dovere di chiarezza.
Il primo punto è un problema di metodo.
All'inizio di novembre, avuta la conferma delle date della 4 visite specialistiche negli Usa, ho voluto intervenire personalmente nella periodica riunione dei capigruppo, per informarli della mia partenza e delle ragioni che l'imponevano. L'ho fatto come gesto di cortesia verso coloro che - nel governo dell'Amministrazione o all'Opposizione - curano gli interessi della Città, ricordando a tutti che Miami, se pur nell'idea cinematografica di qualcuno è una città di vacanza, per me è un centro oncologico di altissima qualità mondiale. L'unico - come dicono gli oncologi - che ha saputo salvare la vita di mio marito.
Nei giorni subito successivi alla mia comunicazione, incredibilmente, e anche in forma agghiacciante per chi come me crede nel rispetto e nella solidarietà tra persone, alcuni rappresentanti della Minoranza hanno presentato una richiesta "urgentissima" di convocazione del Consiglio Comunale. A essere maligni, si potrebbe dire che contavano di sfruttare la mia assenza per ricavarne un risultato politico. Io che - come tutti sanno - sono di buon animo, non ho osato pensare che ci potesse essere tanta spregiudicatezza etica e tale indegna precipitazione speculativa; ma non ho potuto fare a meno di valutare i fatti per quello che erano.
Per questo ho voluto far avere al capogruppo Fabio Ratto un messaggio diretto al Consiglio, che è stato letto e mi sembra qui doveroso far conoscere:
"Miei cari concittadini. Egregi Consiglieri.
Purtroppo devo inviare da molto lontano il mio saluto e il mio augurio di buon lavoro a questo Consiglio comunale.
Come alcuni di voi sapranno - e certamente lo sanno coloro che fingono di dimenticarlo e con ignobile strumentalità tentano di sfruttare per biechi fini di propaganda una mia forzata assenza - sono negli Stati Uniti per ragioni terapeutiche e diagnostiche relative al tumore di un mio stretto familiare.
Io non voglio il male di nessuno, e non auguro neppure al più intellettualmente disonesto dei miei avversari di dover provare quello che ho provato, e provo io, in questi miei viaggi negli Stati Uniti.
Ma non saranno i miei problemi familiari a distogliermi dal tentare di instaurare la cultura del fare politica come attività di servizio verso la nostra Comunità. Ribadisco, alla luce di quello che sta accadendo proprio stasera, la necessità di tale cultura come un dovere morale: che a qualcuno forse apparirà inconcepibile, ma è proprio verso costoro che l’esempio della correttezza e della onestà deve imporsi come costume di questo Consiglio Comunale".
Sul piano del metodo, denuncio quindi con indignazione comportamenti che - pur assolutamente legittimi - configurano un esercizio della vita politica mirante esclusivamente a ottenere miseri riscontri elettoralistici (ammesso poi che li si conseguano, e che i crescentinesi non diano anche un giudizio morale sulle spregiudicatezza delle persone pubbliche).
Il secondo punto di questa mia riflessione, nella via del ritorno a casa, fa riferimento al merito, cioè ai contenuti del dibattito politico in corso. Contenuti che si concentrano quasi integralmente sul possibile impianto di bioetanolo a Crescentino.
Ricordo che fin dal primo momento ho detto:
1) Assoluta trasparenza del governo della Città in ogni momento dello svolgimento delle pratiche relative all'esame in progetto.
2) Dovere prioritario di salvaguardare la salute di oggi, e delle generazioni future, della MIA città, commisurando sempre a questo obiettivo le ragioni dell'interesse economico, pur rilevante, del progetto.
L'anno che sta finendo è stato faticosissimo proprio perché la materia dell'area ex Teksid è talmente complessa che fior di esperti e di professori universitari hanno dovuto discutere fra loro per interi mesi, e spiegare a noi amministratori quali fossero le strade che si aprivano per le scelte che vogliamo fare.
Proprio in ragione di queste difficoltà, e della necessità di una chiarezza preventiva, non si è ancora arrivati a una conclusione su quella parte di terreno ex Teksid - non bisognosa di bonifica -nella quale la M&G vuole insediare il suo impianto. Sono tuttora in corso le conferenze dei servizi (la prossima venerdì 26 in Provincia a Vercelli, alla quale prenderò parte a nome della Città, con i tecnici) che sono la struttura istituzionale che supporta e controlla dal punto di vista tecnico e normativo l'esame dei progetti come questo in discussione.
Mi dà l'impressione, a volte, che la Minoranza non abbia seguito con la dovuta attenzione il delicato iter dei mesi scorsi, troppo occupata com'era a cercare polemiche ad ogni costo - sui consulenti che abbiamo dovuto prendere per sorreggere questa complessa vicenda e sul loro onorario - per poter guardare dentro la materia dell'iter in corso. E che ora cerchi di rimontare, andando a spiegare a uno e all'altro di questi esperti che cosa - essi, gli esperti - debbono fare.
Sono convinta che la Commissione che si insedierà se Provincia e Arpa daranno il via libera all'impianto di bioetanolo - con Maggioranza, Opposizioni e Rappresentanti della cittadinanza - servirà a chiarire le idee a tutti. Sempre che ci sia la buona fede e la necessità vera a guidare le richieste di convocazione di Consigli Comunali... urgentissimi.
La mia Amministrazione, che non vuole vendere fumo e chiacchiere elettoralistiche, mentre ribadisce con orgoglio di avere il dovere di dare indirizzi politici alle proprie scelte, anche ribadisce con ovvio riconoscimento della complessità della materia la necessità del parere informativo dei tenici prima di qualsiasi decisione. E difende e garantisce questo interesse sia con la nomina di esperti e di docenti super-partes sia con l'utilizzo dei pareri che gli organi istituzionali previsti dalla legge (Provincia e Arpa) ci vanno fornendo. Pareri che riguardano, ovviamente, anche la possibile necessità di una Vas: una necessità che può nascere solo dalle decisioni di questi organi, anche se qualcuno della Minoranza ci monta su una pleonastica rivendicazione senz'altra plausibile ragione d'una visibilità pubblica. Anzi, proprio in questa pleonastica rivendicazione finiva poi per concentrarsi larga parte della..."urgenza" della convocazione del Consiglio in mia assenza (si voleva addirittura proporre l'approvazione - improponibile ! - di un indirizzo da dare ai tecnici su materia tecnica).
E qui arrivo al terzo punto della mia riflessione.
Ho acquisito nel tempo il forte convincimento - e davvero non credo di essere l'unica in città ad averlo ormai, dopo questi mesi di attività politica - che larga parte dell'attività della Minoranza miri soprattutto a guadagnarsi visibilità, piuttosto che a guardare anzitutto all'interesse reale della Città. E' una scelta legittima, naturalmente, ed è una scelta che corrisponde alla libera espressione del ruolo politico di ogni parte presente in Consiglio.
L'impressione però che le sedute pubbliche e le dichiarazioni pubbliche di parte della Minoranza hanno consolidato in molti è che - vista la inattaccabilità dell'Amministrazione quanto a onestà, correttezza di comportamento, rispetto delle norme, difesa dell'interesse pubblico - si sia scelta la strada della manipolazione della conoscenza, pur di conseguire un risultato di consenso presso una parte dell'opinione pubblica.
Un esempio? Be' a parte questa convocazione...urgente sulla quale stiamo riflettendo, penso all'invito di alcuni giorni fa a discutere pubblicamente sotto il titolo "Ci stanno togliendo anche il mercato". Poichè da quasi 40 anni faccio la giornalista e lavoro nel campo della comunicazione, credo mi debba essere consentita una certa capacità di analisi del significato dei "messaggi". E quel titolo rivelava il progetto d'un condizionamento del pensiero dell'opinione pubblica: dava per scontato che l'Amministrazione abbia già tolto qualcosa (ma quale mai qualcosa?) alla Città, e che addirittura voglia togliere anche il mercato.
Chi quelle cose voleva introiettare nella mente dei crescentinesi sapeva perfettamente che non corrispondono al vero. E dunque praticava una autentica manipolazione della conoscenza.
Come giornalista, so bene che viviamo in un tempo nel quale "la politica dell'annuncio" prevale sulla realtà dei fatti. E ricordo bene quanto scriveva Mark Twain (sono in America e cito uno scrittore americano, ma potrei farlo con mille autori europei): "Nel tempo che una menzogna fa il giro del mondo, la verità ancora sta indossando le scarpe".
E proprio perchè so questo, assisto con disgusto all'opera di manipolazione che talora viene praticata da alcuni, sub specie di attività politica di interesse generale. Il nostro Manzoni (ecco che torno a un autore italiano) aveva creato una indimenticabile figura di manipolatore delle parole, il "dottor Azzeccagarbugli", mestatore di coscienze e di conoscenze. Nell'assistere a certe recite pubbliche, e nel leggere certe dichiarazioni, mi trovo costretta a chiedermi se qualche dottor Azzeccagarbugli non abbia preso residenza nella mia Città.
Io posso sbagliarmi, su tante cose, e certamente sbaglio e ho sbagliato. Ma sempre con onestà e pronta a riconoscere l'errore, se questo ci sia stato. E comunque fin dal primo giorno in Consiglio ho detto che - proprio per questa mia consapevolezza - avrei considerato come apporto prezioso il contributo della Minoranza al dibattito pubblico. Purchè sia un contributo reale, costruttivo, come molte buone intenzioni che talvolta hanno fatto comunque capo in talune dichiarazioni pubbliche.
Mi indignano però i processi di manipolazione della realtà. E pur se da lontano ancora per qualche ora, qui voglio comunicarlo alla mia città, oggi che sono più serena e che ancora una volta dico di non voler che mai nessuno abbia a provare le angosce che prova chi si trova a doversi misurare con la minaccia di un tumore.
martedì 9 novembre 2010
La macchina del fango
"Vorrei rivolgermi ai giovani, stasera, nella prima puntata di "Vieni via con me" per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi, ma lavora da tempo.
Qualunque sia il tuo stile di vita, qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia il tuo pensiero, se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia, delegittimare. Delegittimare il rivale davanti agli occhi della pubblica opinione, cercare di renderlo nudo raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà.
Questa è disinformazione, più sottile della semplice calunnia che agisce soprattutto con i nemici, seminando quei dubbi e quei sospetti che proprio gli amici debbono temere".
Roberto Saviano
domenica 7 novembre 2010
Leggende metropolitane
Nessuno ha intenzione di spostare il mercato dal centro: come sarà uscita, 'sta leggenda metropolitana?
E' ovvio che la soluzione più semplice, quella che creerebbe meno problemi, sarebbe trasferire il tutto in piazza Matteotti. Ma non è un'ipotesi al momento presa in considerazione dall'Amministrazione. Quel che è vero, è che bisogna razionalizzarlo, il mercato, e fare uno sforzo di fantasia, e studiare una ipotesi che permetta il passaggio -sulle strade ingombrate dai vasti teloni dei banchi - del mezzo dei vigili del fuoco, per evitare il ripetersi di quella funesta occasione di alcuni anni fa, con l'incendio in piazza Caretto nel palazzo Comunale.
Su questo si sta lavorando, con parecchie ipotesi e non da oggi.
domenica 31 ottobre 2010
Peppone, Don Camillo e noi
Oggi sono stata a Brescello, il paese emiliano che fra i '50 e i '60 fu il set dei film di Peppone e Don Camillo, Gino Cervi e Fernandel. I ragazzi neanche sanno di cosa si tratti, ma il sindaco mi ha raccontato che ogni anno 40-50 mila persone continuano a visitare il centro, il museo dedicato ai film, e riempiono negozi e ristoranti procurando un buon indotto economico, e per il Comune 20/30 mila euro di incasso l'anno.
A Brescello c'era Zucchero, il cantautore, che ha deciso di presentare lì il nuovo album, dedicato a sentimenti persi per le strade dell'evoluzione che ci coinvolge tutti, e che non è sempre necessariamente positiva. Lui, che è di quelle parti - Roncocesi - mi raccontava ricordi di bambino: "Avevo uno zio che chiamavano Guerra, era un leninista e maoista sfegatato. Discuteva sempre furiosamente con il parroco, che chiamavano Don Tagliatella, e diceva di non aver mai visto in vita sua un prete magro. Però poi la domenica sera lo invitava a cena, diceva che era solo, poverino, e bisognava fargli compagnia. Ora l'attitudine è di mordere l'avversario, e basta".
Inevitabilmente ho pensato a noi, ai messaggi di odio pesante che leggo spesso sui nostri blog che hanno cambiato il metro della comunicazione, con il loro anonimato che consente a ciascuno di sparare (per fortuna solo virtualmente) una bile spesso velenosa e rivelatrice di attitudini d'animo non positive. Si vive anche male, così.
Ma ho pensato pure alle persone incapaci di confrontarsi dialetticamente, nemici e non avversari politici, pieni di out out ciechi e di pregiudizi che si perdono nelle nebbie del tempo, ognuno perso dentro bandierine e fatti propri.
Ho pensato a sgambetti e falli che vedo perpetrare, non so nemmeno se in nome di ideali o solo per preservare il proprio orto o far rifulgere il proprio ego, o per far vedere che uno è più furbo dell'altro.
E mi è venuta una gran tristezza.
martedì 26 ottobre 2010
I nuovi assessori, e il piccolo Francesco
Habemus Puerum. E' nato Francesco, figlio di Simona e Fabio Ratto. Auguri alla famigliola, e mescoliamo lieti fatti privati e pubbliche cariche, annunciando che Fabio Ratto è stato anche nominato Capogruppo di "Amare Crescentino", visto che Gianni Taverna è diventato assessore.
Gianni Taverna si occuperà di Ambiente, Territorio e Sviluppo Sostenibile, oltre che dei rapporti con il Villaggio Annunziata che erano tenuti finora da Tanino Angelone (auguri anche a lui per la nascita prossima del suo maschietto, tra l'altro).
Il secondo assessore nominato è Fabrizio Casa: a lui Ecologia, Lavoro e Solidarietà, Trasporti.
L'assessore Malara si è intanto preso carico, oltre che dell'Assistenza, anche del complesso problema dell'ATC (edilizia pubblica) e del Centro Anziani.
Grazie a tutti e buon (duro) lavoro.
Gianni Taverna si occuperà di Ambiente, Territorio e Sviluppo Sostenibile, oltre che dei rapporti con il Villaggio Annunziata che erano tenuti finora da Tanino Angelone (auguri anche a lui per la nascita prossima del suo maschietto, tra l'altro).
Il secondo assessore nominato è Fabrizio Casa: a lui Ecologia, Lavoro e Solidarietà, Trasporti.
L'assessore Malara si è intanto preso carico, oltre che dell'Assistenza, anche del complesso problema dell'ATC (edilizia pubblica) e del Centro Anziani.
Grazie a tutti e buon (duro) lavoro.
giovedì 21 ottobre 2010
Le tessere
Da giornalista iscritta dal 1976 all'Albo, debbo spiegare che è un dovere per chi fa il nostro mestiere controllare le notizie.
Su "La Periferia", uscita mercoledì con il consueto pacco di biomasse buttate nel ventilatore ben puntato verso di me, Gabriele De Giovanni scrive che "tutti coloro che restano in Amare Crescentino", dopo i noti fatti, sono iscritti al PD. In pratica, spiega lui, siamo diventati un monocolore.
Ho fatto il lavoro mio in sua vece. Ho chiesto mercoledì mattina ai consiglieri citati se fossero tutti iscritti al PD. Non sono iscritti al PD Nicoletta Ravarino, Gianni Taverna, Gianrico Graziano, Gabriele Massa.
Solo per dire che, per motivi oscuri, si dà una falsa fotografia di una compagine nata anche fra non militanti, intorno alla volontà di tentare di rinnovare la nostra amata cittadina senza alcun interesse personale, come capita anche da altre parti in quella terra di nessuno che sta intorno a Crescentino.
E poi, certo, ci sono gli iscritti al Pd, un partito che è stato importante parte in causa in questo progetto, e che continua a supportare l'Amministrazione.
Dunque, continuiamo ad essere una coalizione.
Tanto per mettere una pezza nel puzzle di stupidaggini e strumentalizzazioni di queste giornate che è davvero faticosissimo sopportare.
sabato 16 ottobre 2010
Brecht
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
(Bertolt Brecht)
In Consiglio: Cari Consiglieri, cari concittadini
Cari consiglieri, cari concittadini.
Ho dovuto, purtroppo, ritirare le deleghe che avevo assegnato a due assessori, Gaetano Angelone, consigliere della maggioranza eletta da voi con la mia lista "Amare Crescentino", e Salvatore Sellaro, nominato assessore "esterno" con i poteri che la legge mi conferisce.
Ho detto "purtroppo" perchè potete immaginare quanto mi sia costato dover prendere atto alla fine, dopo miei ripetuti tentativi di ricomposizione e di offerta di dialogo, che il loro comportamento creava una insopportabile destabilizzazione del lavoro della Giunta e - con le loro dichiarazioni pubbliche e con gli atteggiamenti tenuti in ogni sede - rischiava di minare di fronte all'opinione pubblica la credibilità stessa del mio operato.
Ero consapevole - e l'ho dichiarato in ogni occasione - che una coalizione di forze diverse comporta elementi potenziali di contrasto e di ottiche non sempre concordanti. Accade in ogni attività, accade nella vita politica. Ma si sta in una coalizione se se ne condividono i progetti e le strategie, avendo sempre la capacità, e l'intelligenza, e la sensibilità, di ricomporre alla fine le singole posizioni, mediando i propri interessi di parte nel più alto obiettivo di conseguire i risultati che una forza di governo si pone in risposta al programma che ha presentato al giudizio degli elettori. E' quello che Max Weber ricordava come "l'etica della responsabilità" che deve guidare le scelte dei governi di una società.
Purtroppo il pensiero di Weber non è apparso molto conosciuto, e i due ex assessori hanno negli ultimi tempi tenuto atteggiamenti di pubblico distacco e presa di distanza dai lavori della mia Giunta, intaccandone la sua capacità di presentazione alla opinione pubblica.
Più e più volte ho fatto presente a Salvatore e Tanino che le loro legittime distinzioni, dalle scelte che io facevo con la collaborazione di tutti i consiglieri eletti, andavano riportate all'interesse generale, e non solo alla personale difesa del loro singolo punto di vista. I "puri e duri" compiono atti testimoniali che gratificano il loro narcisismo, ma non fanno politica, nel senso che tradiscono quell'interesse generale che invece un governo - di un paese o di una città, non fa differenza - deve porsi come obiettivo primario.
Dopo aver ripetutamente tentato di spiegare Max Weber, alla fine ho dovuto prendere atto che il mutamento dei loro comportamenti si stava facendo irrecuperabile. Gli ho posto per ben due volte, oralmente e pubblicamente, il problema del loro dovere di riconfermare la fiducia nelle scelte che stavo conducendo alla guida della Giunta; ma non ho avuto risposta. E già questo era un atto che loro compivano definitivamente. In un ultimo tentativo, ho inviato loro una lettera, sperando che comprendessero quale deriva avevano avviato e come stessero mettendo a rischio la capacità di lavoro della Giunta.
Ancora una volta, non ho avuto alcuna risposta. Di più. Dopo la lettera, ho anche parlato con i due, chiarendo quanto fosse grave nei miei confronti - come Sindaco, oltre che come persona - il loro rifiuto di confermare la fiducia in quanto io e la Giunta facevamo. Sono andata a trovare a casa Salvatore, mio vecchio amico e pure parte in causa decisiva nel mio rientro nell'Amministrazione crescentinese. Ma niente.
E con il dispiacere e l'amarezza per dei compagni di strada che tradiscono lo spirito di una alleanza che avevano essi stessi contributo a costruire ho dovuto alla fine prendere atto della loro decisione, comunicando l'accettazione di questo loro distacco, del quale essi assumono ogni responsabilità di fronte al giudizio dei loro elettori e della Città.
Terrò brevemente la responsabilità delle deleghe che i due ex-assessori avevano ricevuto, e appena possibile comunicherò le nuove nomine.
Ma vi è una nota che devo comunicare alla Città, in coda a questa comunicazione, poichè ai contenuti di quanto ho detto finora è direttamente connessa.
Voi sapete quanta attenta cura io abbia posto nel valutare un importante progetto industriale che veniva presentato alla nostra Città. "Attenta cura" perchè - come ho detto ripetutamente - dovevo trovare un punto di equilibrio tra il risultato economico che il progetto industriale offriva alla Città e, però, dall'altra parte, i problemi che questo tipo di progetto poneva alla difesa della salute di tutti noi e dei nostri figli. Era una valutazione ovviamente ipotetica, non avendo nè io nè coloro che a questo tavolo siedono, nè voi che siete qui presenti questa sera, nè gli abitanti tutti di Crescentino, nessuno di noi la capacità e gli strumenti adeguati a un giudizio che fosse oggettivamente attendibile. E vi ho sempre detto che non intendevo affatto svendere per un relativo risultato economico la salute di neanche uno solo di voi, o di uno solo dei vostri figli, tenendo conto che questo insediamento - se mai ci sarà - resterà stabilmente per anni e decenni nella nostra vita comune.
Come avere, allora, una garanzia a difesa di questo primario interesse? Soltanto attraverso il giudizio di professionisti di alta qualificazione, che fornissero a noi qui seduti - e alla Città tutta - elementi di giudizio sui quali esprimere poi la nostra sovrana decisione.
Il Comune ha fatto quanto ha potuto, finora, chiedendo anche l'assistenza di tutti quegli organismi e di quelle istituzioni che i regolamenti propongono ai governi delle Città, proprio in situazioni come la nostra. Non solo; ma, essendo in gioco assai più che un interesse di poco conto o di breve contingenza, ho deciso di corredare e sostenere il contributo di conoscenze, che questi organismi mi davano, con il supporto di alte professionalità di comprovata sapienza scientifica in materia.
Naturalmente, questa mia difesa di un giudizio che fosse di garanzia per tutti noi crescentinesi - tutti, quale che sia la collocazione politica che pensiamo di avere - comportava e comporta un costo. E poichè le casse del Comune - come ben sapete - sono quel che sono, abbiamo attinto ai fondi arrivati con una donazione dalla stessa società che voleva realizzare il progetto.
Ovviamente, quella società non dà i soldi ai professionisti che ci confortano con la loro professionalità, ma li dà alla Città, perchè questa, la Città, Crescentino, difenda i propri interessi.
La distinzione non è da poco, anche se demagogia, populismo, e interessi di parte - legittimi, ma di parte - fanno un bel salto logico, e propongono all'opinione pubblica l'idea che i controllati pagano i controllori. No, no, nient'affatto: i controllati danno un contributo alla Città perchè questa possa pagare coloro che la Città servono.
Si sono fatte insinuazioni pesanti, a questo proposito, insinuazioni che hanno riguardato perfino la mia stessa persona. Ricordando Manzoni e quanto diceva frate Cristoforo, amo ripetere "omnia munda mundis". O, se preferite, e se Manzoni lo avete dimenticato, vi dico con parole che sono della nostra bella lingua comune che "la vacca di Valenza, come la fa pensa".
Un anno e mezzo fa, con le parole attraverso le quali aprivo la vita di questa Amministrazione, vi avevo detto che ogni mio comportamento sarebbe stato dettato da due obiettivi: l'interesse generale e la trasparenza dei comportamenti.
Si possono legittimamente fare tutti i ricami che demagogia e populismo - ben presenti, come si è visto, in questa sala - infiorano sulla realtà. Fa parte del dibattito politico, e sarà alla fine l'intelligenza dei Crescentinesi a decidere chi sia che parla alla pancia e chi invece preferisce parlare alla testa delle persone. Io non ho altri obiettivi che portare alla realizzazione il programma con cui sono stata eletta, e poi tornare completamente alla mia vita privata. Non debbo fare perciò alcun mercato di demagogia per guadagnarmi future benemerenze.
Ma proprio perchè ho improntato la mia Amministrazione a un obiettivo di responsabilità effettuale, e non strumentale, la mia capacità di sopportazione del legittimo contrasto politico ha un limite. Nell'interesse, sempre, della Città.
E poichè le insinuazioni - le stesse che stavano nello sfondo dei comportamenti e delle dichiarazioni dei due ex-assessori - poichè le insinuazioni lasciate cadere da alcuni all'interno di frasi e dichiarazioni formalmente corrette hanno toccato un punto di non più sopportabilità, essendomi stata fatta leggere ieri pomeriggio una dichiarazione apparsa pubblicamente su Internet che, appunto, metteva in dubbio la mia correttezza personale e la correttezza dell'operato della Giunta, ho deciso anzitutto di far valutare da un legale se in quelle parole vi siano elementi di denigrazione tali da meritare un giudizio in tribunale.
La demagogia, il populismo, la prevalenza di interessi di parte, che stanno inquinando la vita politica nazionale e tendono a far prevalere l'obiettivo del consenso elettorale sulla qualità reale dei fatti, stanno cadendo a pioggia sugi atti della nostra vita quotidiana, e rischiano di distruggere ogni principio di convivenza.
L'imbarbarimento delle coscienze e delle intelligenze è arrivato al punto tale da far dire sottovoce, e poi ora, addirittura, anche in una dichiarazione pubblica, una indecente insinuazione e una delirante ironia sulla grave malattia di mio marito.
Fermatevi. Noi tutti, la Città, ha bisogno di ragionare, di riflettere, di usare la testa, e non la pancia degli umori che vengono scatenati per guadagnarsi facili consensi.
----
Ho dovuto, purtroppo, ritirare le deleghe che avevo assegnato a due assessori, Gaetano Angelone, consigliere della maggioranza eletta da voi con la mia lista "Amare Crescentino", e Salvatore Sellaro, nominato assessore "esterno" con i poteri che la legge mi conferisce.
Ho detto "purtroppo" perchè potete immaginare quanto mi sia costato dover prendere atto alla fine, dopo miei ripetuti tentativi di ricomposizione e di offerta di dialogo, che il loro comportamento creava una insopportabile destabilizzazione del lavoro della Giunta e - con le loro dichiarazioni pubbliche e con gli atteggiamenti tenuti in ogni sede - rischiava di minare di fronte all'opinione pubblica la credibilità stessa del mio operato.
Ero consapevole - e l'ho dichiarato in ogni occasione - che una coalizione di forze diverse comporta elementi potenziali di contrasto e di ottiche non sempre concordanti. Accade in ogni attività, accade nella vita politica. Ma si sta in una coalizione se se ne condividono i progetti e le strategie, avendo sempre la capacità, e l'intelligenza, e la sensibilità, di ricomporre alla fine le singole posizioni, mediando i propri interessi di parte nel più alto obiettivo di conseguire i risultati che una forza di governo si pone in risposta al programma che ha presentato al giudizio degli elettori. E' quello che Max Weber ricordava come "l'etica della responsabilità" che deve guidare le scelte dei governi di una società.
Purtroppo il pensiero di Weber non è apparso molto conosciuto, e i due ex assessori hanno negli ultimi tempi tenuto atteggiamenti di pubblico distacco e presa di distanza dai lavori della mia Giunta, intaccandone la sua capacità di presentazione alla opinione pubblica.
Più e più volte ho fatto presente a Salvatore e Tanino che le loro legittime distinzioni, dalle scelte che io facevo con la collaborazione di tutti i consiglieri eletti, andavano riportate all'interesse generale, e non solo alla personale difesa del loro singolo punto di vista. I "puri e duri" compiono atti testimoniali che gratificano il loro narcisismo, ma non fanno politica, nel senso che tradiscono quell'interesse generale che invece un governo - di un paese o di una città, non fa differenza - deve porsi come obiettivo primario.
Dopo aver ripetutamente tentato di spiegare Max Weber, alla fine ho dovuto prendere atto che il mutamento dei loro comportamenti si stava facendo irrecuperabile. Gli ho posto per ben due volte, oralmente e pubblicamente, il problema del loro dovere di riconfermare la fiducia nelle scelte che stavo conducendo alla guida della Giunta; ma non ho avuto risposta. E già questo era un atto che loro compivano definitivamente. In un ultimo tentativo, ho inviato loro una lettera, sperando che comprendessero quale deriva avevano avviato e come stessero mettendo a rischio la capacità di lavoro della Giunta.
Ancora una volta, non ho avuto alcuna risposta. Di più. Dopo la lettera, ho anche parlato con i due, chiarendo quanto fosse grave nei miei confronti - come Sindaco, oltre che come persona - il loro rifiuto di confermare la fiducia in quanto io e la Giunta facevamo. Sono andata a trovare a casa Salvatore, mio vecchio amico e pure parte in causa decisiva nel mio rientro nell'Amministrazione crescentinese. Ma niente.
E con il dispiacere e l'amarezza per dei compagni di strada che tradiscono lo spirito di una alleanza che avevano essi stessi contributo a costruire ho dovuto alla fine prendere atto della loro decisione, comunicando l'accettazione di questo loro distacco, del quale essi assumono ogni responsabilità di fronte al giudizio dei loro elettori e della Città.
Terrò brevemente la responsabilità delle deleghe che i due ex-assessori avevano ricevuto, e appena possibile comunicherò le nuove nomine.
Ma vi è una nota che devo comunicare alla Città, in coda a questa comunicazione, poichè ai contenuti di quanto ho detto finora è direttamente connessa.
Voi sapete quanta attenta cura io abbia posto nel valutare un importante progetto industriale che veniva presentato alla nostra Città. "Attenta cura" perchè - come ho detto ripetutamente - dovevo trovare un punto di equilibrio tra il risultato economico che il progetto industriale offriva alla Città e, però, dall'altra parte, i problemi che questo tipo di progetto poneva alla difesa della salute di tutti noi e dei nostri figli. Era una valutazione ovviamente ipotetica, non avendo nè io nè coloro che a questo tavolo siedono, nè voi che siete qui presenti questa sera, nè gli abitanti tutti di Crescentino, nessuno di noi la capacità e gli strumenti adeguati a un giudizio che fosse oggettivamente attendibile. E vi ho sempre detto che non intendevo affatto svendere per un relativo risultato economico la salute di neanche uno solo di voi, o di uno solo dei vostri figli, tenendo conto che questo insediamento - se mai ci sarà - resterà stabilmente per anni e decenni nella nostra vita comune.
Come avere, allora, una garanzia a difesa di questo primario interesse? Soltanto attraverso il giudizio di professionisti di alta qualificazione, che fornissero a noi qui seduti - e alla Città tutta - elementi di giudizio sui quali esprimere poi la nostra sovrana decisione.
Il Comune ha fatto quanto ha potuto, finora, chiedendo anche l'assistenza di tutti quegli organismi e di quelle istituzioni che i regolamenti propongono ai governi delle Città, proprio in situazioni come la nostra. Non solo; ma, essendo in gioco assai più che un interesse di poco conto o di breve contingenza, ho deciso di corredare e sostenere il contributo di conoscenze, che questi organismi mi davano, con il supporto di alte professionalità di comprovata sapienza scientifica in materia.
Naturalmente, questa mia difesa di un giudizio che fosse di garanzia per tutti noi crescentinesi - tutti, quale che sia la collocazione politica che pensiamo di avere - comportava e comporta un costo. E poichè le casse del Comune - come ben sapete - sono quel che sono, abbiamo attinto ai fondi arrivati con una donazione dalla stessa società che voleva realizzare il progetto.
Ovviamente, quella società non dà i soldi ai professionisti che ci confortano con la loro professionalità, ma li dà alla Città, perchè questa, la Città, Crescentino, difenda i propri interessi.
La distinzione non è da poco, anche se demagogia, populismo, e interessi di parte - legittimi, ma di parte - fanno un bel salto logico, e propongono all'opinione pubblica l'idea che i controllati pagano i controllori. No, no, nient'affatto: i controllati danno un contributo alla Città perchè questa possa pagare coloro che la Città servono.
Si sono fatte insinuazioni pesanti, a questo proposito, insinuazioni che hanno riguardato perfino la mia stessa persona. Ricordando Manzoni e quanto diceva frate Cristoforo, amo ripetere "omnia munda mundis". O, se preferite, e se Manzoni lo avete dimenticato, vi dico con parole che sono della nostra bella lingua comune che "la vacca di Valenza, come la fa pensa".
Un anno e mezzo fa, con le parole attraverso le quali aprivo la vita di questa Amministrazione, vi avevo detto che ogni mio comportamento sarebbe stato dettato da due obiettivi: l'interesse generale e la trasparenza dei comportamenti.
Si possono legittimamente fare tutti i ricami che demagogia e populismo - ben presenti, come si è visto, in questa sala - infiorano sulla realtà. Fa parte del dibattito politico, e sarà alla fine l'intelligenza dei Crescentinesi a decidere chi sia che parla alla pancia e chi invece preferisce parlare alla testa delle persone. Io non ho altri obiettivi che portare alla realizzazione il programma con cui sono stata eletta, e poi tornare completamente alla mia vita privata. Non debbo fare perciò alcun mercato di demagogia per guadagnarmi future benemerenze.
Ma proprio perchè ho improntato la mia Amministrazione a un obiettivo di responsabilità effettuale, e non strumentale, la mia capacità di sopportazione del legittimo contrasto politico ha un limite. Nell'interesse, sempre, della Città.
E poichè le insinuazioni - le stesse che stavano nello sfondo dei comportamenti e delle dichiarazioni dei due ex-assessori - poichè le insinuazioni lasciate cadere da alcuni all'interno di frasi e dichiarazioni formalmente corrette hanno toccato un punto di non più sopportabilità, essendomi stata fatta leggere ieri pomeriggio una dichiarazione apparsa pubblicamente su Internet che, appunto, metteva in dubbio la mia correttezza personale e la correttezza dell'operato della Giunta, ho deciso anzitutto di far valutare da un legale se in quelle parole vi siano elementi di denigrazione tali da meritare un giudizio in tribunale.
La demagogia, il populismo, la prevalenza di interessi di parte, che stanno inquinando la vita politica nazionale e tendono a far prevalere l'obiettivo del consenso elettorale sulla qualità reale dei fatti, stanno cadendo a pioggia sugi atti della nostra vita quotidiana, e rischiano di distruggere ogni principio di convivenza.
L'imbarbarimento delle coscienze e delle intelligenze è arrivato al punto tale da far dire sottovoce, e poi ora, addirittura, anche in una dichiarazione pubblica, una indecente insinuazione e una delirante ironia sulla grave malattia di mio marito.
Fermatevi. Noi tutti, la Città, ha bisogno di ragionare, di riflettere, di usare la testa, e non la pancia degli umori che vengono scatenati per guadagnarsi facili consensi.
----
giovedì 7 ottobre 2010
L'assessore Cavallera: ci occuperemo di Crescentino
Questa sera Luca Pedrale mi ha passato al telefono l'assessore della Regione Cavallera, che conoscevo dal mio precedente mandato perché anche allora avevamo avuto problemi "acquatici" (ma con il Po). L'Assessore mi ha garantito che il caso di Crescentino viene valutato nella sua specificità, e verrà inserito in una lista di priorità che si formerà la prossima settimana.
mercoledì 6 ottobre 2010
En attendant il Godot Regionale
Gli inviati della Regione per il post-alluvione di Ferragosto non sono ancora stati inviati.
lunedì 4 ottobre 2010
Luca Pedrale e i famosi 500 mila euro
Lettera
PEDRALE (PDL): “E’ LA POSSIBILITA’ PER IL COMUNE DI SPENDERE 500 MILA EURO AL DI FUORI DEL PATTO DI STABILITA’”
INCONTRO DI PEDRALE CON IL VICESINDACO DI CRESCENTINO ALLEGRANZA E IL SINDACO DI TRINO FELISATI.
“CI SARA’ UN SOPRALLUOGO DEI TECNICI DELLA REGIONE PER LO STATO DI CALAMITA’”
La determina della Regione Piemonte n. 622 del 30/09/2010, che ho sostenuto, consente ad una serie di Comuni piemontesi e vercellesi, fra cui Crescentino, Gattinara, Santhià, Trino, Serravalle Sesia e Vercelli, di poter spendere una serie di importanti risorse al di fuori del patto di stabilità. Quest’ultimo è un vincolo che ha limitato la capacità di spesa di molti Comuni vercellesi e il cui superamento era auspicato dalle stesse amministrazioni comunali.
Sabato mattina, a Trino, con il sindaco Marco Felisati e la sua Giunta, ho presentato in una conferenza stampa. Questa possibilità che la Regione offre. L’amministrazione comunale di Trino, come altri Comuni del Vercellese, sfrutterà questa possibilità, data dalla Regione Piemonte, per ultimare dei lavori pubblici (strade e piazze) e per pagare dei fornitori.
Sempre sabato, ho incontrato anche il vicesindaco di Crescentino Franco Allegranza, e gli ho mostrato la determina n. 622 della Regione Piemonte. Allegranza di ha però detto che il Comune di Crescentino, per la sua particolare situazione finanziaria, difficilmente potrà sfruttare questa possibilità. Peccato, era un’opportunità per Crescentino. Allegranza mi ha assicurato che farà comunque delle ulteriori verifiche e approfondimenti. Gli ho poi ricordato che la Regione Piemonte si sta impegnando per concedere lo stato di calamità a Crescentino. Nei prossimi giorni vi sarà infatti un sopralluogo di funzionari e tecnici regionali. Nel contempo l’assessore Cavallera, che ho sentito sul problema diverse volte, sta cercando nel bilancio regionale risorse da assegnare allo stato di calamità crescentinese. I tempi tecnici e burocratici sono lunghi, ma ce la faremo.
Cordiali saluti.
Luca Pedrale
Torino, 3 ottobre 2010
sabato 2 ottobre 2010
Fra buone intenzioni e tentativi di boicottaggio
C'è chi manifesta buone intenzioni, nei riguardi della propria città, come può essere il caso di Luca Pedrale per l'alluvione di Ferragosto, qualunque sarà il risultato.
E ci sono quelli che invece no: dopo il Consiglio Comunale della scorsa settimana, nel quale abbiamo spiegato l'iniziativa di chiedere per cortesia agli architetti locali un progetto gratuito dell'arredamento di piazza Caretto, impegnandoci a mettere una targa ricordo che onori quello prescelto, un esponente della Minoranza ha telefonato ad alcuni degli architetti medesimi, "consigliando" vivacemente di non sognarsi neanche di aderire alla richiesta.
Qualche riflessione. Chi può essere interessato a vivere in una città maltenuta, trascurata, grigia, senza nessuna apparenza di gradevolezza, senza un luogo pubblico d'incontro piacevole?
Che cosa porta una persona a comportarsi in questo modo, al di là del proprio ruolo politico, ma semplicemente come essere umano?
Questo mi chiedo spesso, in questi giorni.
(SI RICORDA CHE QUESTO BLOG NON PUBBLICA COMMENTI ANONIMI)
E ci sono quelli che invece no: dopo il Consiglio Comunale della scorsa settimana, nel quale abbiamo spiegato l'iniziativa di chiedere per cortesia agli architetti locali un progetto gratuito dell'arredamento di piazza Caretto, impegnandoci a mettere una targa ricordo che onori quello prescelto, un esponente della Minoranza ha telefonato ad alcuni degli architetti medesimi, "consigliando" vivacemente di non sognarsi neanche di aderire alla richiesta.
Qualche riflessione. Chi può essere interessato a vivere in una città maltenuta, trascurata, grigia, senza nessuna apparenza di gradevolezza, senza un luogo pubblico d'incontro piacevole?
Che cosa porta una persona a comportarsi in questo modo, al di là del proprio ruolo politico, ma semplicemente come essere umano?
Questo mi chiedo spesso, in questi giorni.
(SI RICORDA CHE QUESTO BLOG NON PUBBLICA COMMENTI ANONIMI)
venerdì 1 ottobre 2010
Pedrale: Arriva stato di calamità, lunedì capiremo i conti
Ricevo da Luca Pedrale questo comunicato, e ringrazio a nome di tutta la Città per l'interessamento (e, aggiungo, per la buona intenzione. Perché come scrive nei commenti il vicesindaco Allegranza, sul risultato pratico delle decisioni della Regione i controlli sono tutti da fare).
Sindaca
Comunicato Stampa
PEDRALE (PDL): “IN ARRIVO UN CONTRIBUTO DI 500 MILA 441 EURO AL COMUNE DI CRESCENTINO. SARA’ DICHIARATO LO STATO DI CALAMITA’”
“Il Comune di Crescentino riceverà, nell’ambito degli interventi a sostegno dei Comuni soggetti al patto di stabilità per l’anno 2010, il contributo di 500.441 Euro (determina n. 622 del 30 settembre 2010)“. Lo annuncia con soddisfazione il presidente del gruppo consiliare regionale del PdL Luca Pedrale.
“Dopo un’attenta verifica del bilancio – spiega Pedrale – sono state recuperate risorse importanti, che sono state assegnate a una serie di Comuni della provincia di Vercelli e del Piemonte, tra cui Crescentino”.
“Mi auguro – precisa il capogruppo degli azzurri – che l’importante contributo venga utilizzato nel miglior modo possibile, per il bene della comunità crescentinese: aver recuperato risorse finanziarie così sostanziose per Crescentino, in una situazione finanziaria estremamente difficile per la Regione Piemonte, non è stata una cosa di poco conto”.
“Colgo l’occasione – prosegue l’esponente del PdL – per comunicare che sarà dichiarato lo stato di calamità per Crescentino, a seguito degli eventi alluvionali che si sono verificati verso la metà dello scorso agosto. Il ritardo con cui la dichiarazione dello stato di calamità arriva è semplicemente dovuto al fatto che l’assessorato alle Opere Pubbliche e Difesa del Suolo ha dovuto svolgere una serie di accertamenti e verifiche tecniche, peraltro inevitabili per arrivare a dichiarare lo stato di calamità”.
“In varie occasioni – conclude Pedrale – ho parlato con l’assessore Ugo Cavallera, il quale oltre a dichiarare lo stato di calamità vorrebbe anche assegnare al Comune di Crescentino risorse finanziarie adeguate. La previsione di questa ulteriore erogazione sta comportando un attento esame nei capitoli di bilancio per il recupero dei soldi necessari”.
Torino, 1 ottobre 2010
Sindaca
Comunicato Stampa
PEDRALE (PDL): “IN ARRIVO UN CONTRIBUTO DI 500 MILA 441 EURO AL COMUNE DI CRESCENTINO. SARA’ DICHIARATO LO STATO DI CALAMITA’”
“Il Comune di Crescentino riceverà, nell’ambito degli interventi a sostegno dei Comuni soggetti al patto di stabilità per l’anno 2010, il contributo di 500.441 Euro (determina n. 622 del 30 settembre 2010)“. Lo annuncia con soddisfazione il presidente del gruppo consiliare regionale del PdL Luca Pedrale.
“Dopo un’attenta verifica del bilancio – spiega Pedrale – sono state recuperate risorse importanti, che sono state assegnate a una serie di Comuni della provincia di Vercelli e del Piemonte, tra cui Crescentino”.
“Mi auguro – precisa il capogruppo degli azzurri – che l’importante contributo venga utilizzato nel miglior modo possibile, per il bene della comunità crescentinese: aver recuperato risorse finanziarie così sostanziose per Crescentino, in una situazione finanziaria estremamente difficile per la Regione Piemonte, non è stata una cosa di poco conto”.
“Colgo l’occasione – prosegue l’esponente del PdL – per comunicare che sarà dichiarato lo stato di calamità per Crescentino, a seguito degli eventi alluvionali che si sono verificati verso la metà dello scorso agosto. Il ritardo con cui la dichiarazione dello stato di calamità arriva è semplicemente dovuto al fatto che l’assessorato alle Opere Pubbliche e Difesa del Suolo ha dovuto svolgere una serie di accertamenti e verifiche tecniche, peraltro inevitabili per arrivare a dichiarare lo stato di calamità”.
“In varie occasioni – conclude Pedrale – ho parlato con l’assessore Ugo Cavallera, il quale oltre a dichiarare lo stato di calamità vorrebbe anche assegnare al Comune di Crescentino risorse finanziarie adeguate. La previsione di questa ulteriore erogazione sta comportando un attento esame nei capitoli di bilancio per il recupero dei soldi necessari”.
Torino, 1 ottobre 2010
mercoledì 29 settembre 2010
Una lettera alla Regione, dopo il "lieto" Ferragosto
Lì, 29/09/2010
Risposta prot. n. 65490
Del 17/9/2010
Alla Regione Piemonte
Serv. Dec. Opere Pubbliche
e difesa del Suolo
Sezione staccata di Vercelli
Alla c.a. Ing. Crivelli
Via F.lli Ponti 24
13100 – Vercelli
Al Presidente
Della Regione Piemonte
Dott. Roberto Cota
P.za Castello 165
10122 – TORINO
Alla Regione Piemonte Dir. OO.PP
Settore Infrastrutture e Pronto intervento
C.so Bolzano 44
10122 – Torino
e p.c. Alla Presidenza del Consiglio
Dei Ministri
Dipartimento Protezione Civile
Via Ulpiano,11
00193 ROMA
Alla Prefettura di Vercelli
Via San Cristoforo n. 3
13100 – VERCELLI
Al Consigliere Regionale
Dott. Luca Pedrale
Via Michelangelo n. 18
13044 - CRESCENTINO
Gentile Ing. Crivelli,
Come Lei ben saprà, niente è più provvisorio delle Amministrazioni Comunali. La Giunta di Crescentino cadeva tre mesi dopo che la Regione, con DD n.2036 del 16/09/2008, aveva assegnato un finanziamento di 50 mila Euro a questo Comune per "Sistemazione Reticolo idrografico minore a salvaguardia delle Frazioni abitate".
Prima di rifare la storia, perché Lei possa sapere e provvedere in merito, mi lasci dire subito che di tutto un complesso di cose sono vittime i Cittadini, Dopo l'inondazione del 14-15 agosto scorso, infatti, non abbiamo avuto il riconoscimento dello Stato di Calamità da parte della Regione; io ricevo di continuo sollecitazioni da parte di coloro (soprattutto in Frazione Campagna, che non è la Frazione Galli de quo) che hanno avuto danni gravissimi dagli allagamenti, e non hanno danaro per cambiare il frigorifero distrutto o altre indispensabili suppellettili come le stufe, e mi chiedono cosa fare in vista dell'inverno, e io mi ritrovo a girare a Lei la domanda, perché non so cosa rispondere, e sarebbe d'uopo che - dovendoci occupare della gente - noi fossimo in grado di non dire il solito gravoso "mi dispiace". Alla luce di quanto sto per esplorLe, La prego quindi di voler riconsiderare la nostra richiesta di Stato di Calamità.
Seguiva dunque, alla caduta della Giunta, un ovvio Commissariamento, e dal 6-06-09, si è insediata la mia Amministrazione.
Quasi subito è stato dato incarico agli Uffici Competenti di preparare l'iter per avviare i lavori.
1) Ci dice il Tecnico, nella sua relazione:
Nel dicembra 2009 i tecnici incaricati per la progettazione della sistemazione del reticolo idrografico minore a salvaguardia delle Frazioni - in particolare dell'abitato dei Galli - finanziato dai famosi 50 mila euro - hanno rinunciato all'affidamento, non assicurando la riuscita dell'intervento così limitato, quantificando invece un impegno di spesa pari a E.340 mila.
A seguito di gara è stato affidato incarico a Studio Associato Italiana Progetti di Grugliasco che attraverso il capogruppo ing.Maltese ha provveduto alla stesura di un nuovo progetto limitato al fosso "Redano del Gallo", con la spesa di soli E.20 mila, consistente nella formazione di un by pass nel centro abitato della Frazione GALLI per scaricare il volume d'acqua a valle dell'attraversamento stradale sotto cui confluiscono le acque del fosso dal nome così esotico.
Il progetto è stato presentato alla Regione Piemonte, e in data 21/9/2010 i funzionari della Sede Decentrata di Vercelli hanno definito lo stesso "non adeguato", invitando lo stesso progettista a rivedere il progetto stesso con calcoli idraulici.
La Regione Piemonte ha allora chiesto una soluzione contenuta negli ormai tristemente famosi 50 mila euro che consenta di scaricare a valle del centro abitato il volume d'acqua, con la formazione di un nuovo fosso.
E ovviamente adesso occorre fare uno studio più approfondito ed espropriare alcuni terreni per consentire la realizzazione. Tempus fugit.
2) Mentre siamo in attesa di un nuovo incontro per una soluzione definitiva, non siamo stati a pettinare le bambole, e pochi giorni dopo l'alluvione ferragostana - che ci ha trovati ignari e sorpresi - il Vicesindaco ed io siamo andati al Consorzio Irriguo Ovest Sesia, dove ci è stata allargata una mappa che ci ha fatto capire come di ben altri interventi abbia bisogno il nostro suolo: altro che il fosso dei Galli (frazione peraltro a valle dell'altra finita sott'acqua, che si chiama Campagna).
Abbiamo dunque appena riattivato in Consiglio Comunale una convenzione con l'Ovest Sesia, risalente al 2001, e già sottoscritta da altri Comuni sulla Riviera del Po.
Sarà ora il Consorzio Irriguo Ovest Sesia a farsi parte attiva per tutte le ingenti opere necessarie a tenere al riparo da rogge e fossi i numerosissimi abitanti della zona Campagna e non solo.
Alla luce di questi fatti, gentile Ingegner Crivelli Responsabile del Settore (e pazientissimo se è arrivato a leggere fin qui), Lei avrà ormai capito che questa Amministrazione è del tutto innocente rispetto alle velate accuse di negligenza che la Sua Riverita Comunicazione sottintende.
Respingo dunque ogni addebito, e ribadisco la richiesta che Vi prendiate cura di questa periferica landa del Vercellese chiamata Crescentino, e che ci diate una mano ad aiutare i Cittadini gravemente danneggiati dagli eventi ferragostani, proclamando lo Stato di Calamità per la mia Città, o in alternativa attiviate qualche altra procedura che non ci lasci (come spesso accade) cornuti e mazziati.
Grazie dell'attenzione,
LA SINDACA
Marinella Venegoni
Risposta prot. n. 65490
Del 17/9/2010
Alla Regione Piemonte
Serv. Dec. Opere Pubbliche
e difesa del Suolo
Sezione staccata di Vercelli
Alla c.a. Ing. Crivelli
Via F.lli Ponti 24
13100 – Vercelli
Al Presidente
Della Regione Piemonte
Dott. Roberto Cota
P.za Castello 165
10122 – TORINO
Alla Regione Piemonte Dir. OO.PP
Settore Infrastrutture e Pronto intervento
C.so Bolzano 44
10122 – Torino
e p.c. Alla Presidenza del Consiglio
Dei Ministri
Dipartimento Protezione Civile
Via Ulpiano,11
00193 ROMA
Alla Prefettura di Vercelli
Via San Cristoforo n. 3
13100 – VERCELLI
Al Consigliere Regionale
Dott. Luca Pedrale
Via Michelangelo n. 18
13044 - CRESCENTINO
Gentile Ing. Crivelli,
Come Lei ben saprà, niente è più provvisorio delle Amministrazioni Comunali. La Giunta di Crescentino cadeva tre mesi dopo che la Regione, con DD n.2036 del 16/09/2008, aveva assegnato un finanziamento di 50 mila Euro a questo Comune per "Sistemazione Reticolo idrografico minore a salvaguardia delle Frazioni abitate".
Prima di rifare la storia, perché Lei possa sapere e provvedere in merito, mi lasci dire subito che di tutto un complesso di cose sono vittime i Cittadini, Dopo l'inondazione del 14-15 agosto scorso, infatti, non abbiamo avuto il riconoscimento dello Stato di Calamità da parte della Regione; io ricevo di continuo sollecitazioni da parte di coloro (soprattutto in Frazione Campagna, che non è la Frazione Galli de quo) che hanno avuto danni gravissimi dagli allagamenti, e non hanno danaro per cambiare il frigorifero distrutto o altre indispensabili suppellettili come le stufe, e mi chiedono cosa fare in vista dell'inverno, e io mi ritrovo a girare a Lei la domanda, perché non so cosa rispondere, e sarebbe d'uopo che - dovendoci occupare della gente - noi fossimo in grado di non dire il solito gravoso "mi dispiace". Alla luce di quanto sto per esplorLe, La prego quindi di voler riconsiderare la nostra richiesta di Stato di Calamità.
Seguiva dunque, alla caduta della Giunta, un ovvio Commissariamento, e dal 6-06-09, si è insediata la mia Amministrazione.
Quasi subito è stato dato incarico agli Uffici Competenti di preparare l'iter per avviare i lavori.
1) Ci dice il Tecnico, nella sua relazione:
Nel dicembra 2009 i tecnici incaricati per la progettazione della sistemazione del reticolo idrografico minore a salvaguardia delle Frazioni - in particolare dell'abitato dei Galli - finanziato dai famosi 50 mila euro - hanno rinunciato all'affidamento, non assicurando la riuscita dell'intervento così limitato, quantificando invece un impegno di spesa pari a E.340 mila.
A seguito di gara è stato affidato incarico a Studio Associato Italiana Progetti di Grugliasco che attraverso il capogruppo ing.Maltese ha provveduto alla stesura di un nuovo progetto limitato al fosso "Redano del Gallo", con la spesa di soli E.20 mila, consistente nella formazione di un by pass nel centro abitato della Frazione GALLI per scaricare il volume d'acqua a valle dell'attraversamento stradale sotto cui confluiscono le acque del fosso dal nome così esotico.
Il progetto è stato presentato alla Regione Piemonte, e in data 21/9/2010 i funzionari della Sede Decentrata di Vercelli hanno definito lo stesso "non adeguato", invitando lo stesso progettista a rivedere il progetto stesso con calcoli idraulici.
La Regione Piemonte ha allora chiesto una soluzione contenuta negli ormai tristemente famosi 50 mila euro che consenta di scaricare a valle del centro abitato il volume d'acqua, con la formazione di un nuovo fosso.
E ovviamente adesso occorre fare uno studio più approfondito ed espropriare alcuni terreni per consentire la realizzazione. Tempus fugit.
2) Mentre siamo in attesa di un nuovo incontro per una soluzione definitiva, non siamo stati a pettinare le bambole, e pochi giorni dopo l'alluvione ferragostana - che ci ha trovati ignari e sorpresi - il Vicesindaco ed io siamo andati al Consorzio Irriguo Ovest Sesia, dove ci è stata allargata una mappa che ci ha fatto capire come di ben altri interventi abbia bisogno il nostro suolo: altro che il fosso dei Galli (frazione peraltro a valle dell'altra finita sott'acqua, che si chiama Campagna).
Abbiamo dunque appena riattivato in Consiglio Comunale una convenzione con l'Ovest Sesia, risalente al 2001, e già sottoscritta da altri Comuni sulla Riviera del Po.
Sarà ora il Consorzio Irriguo Ovest Sesia a farsi parte attiva per tutte le ingenti opere necessarie a tenere al riparo da rogge e fossi i numerosissimi abitanti della zona Campagna e non solo.
Alla luce di questi fatti, gentile Ingegner Crivelli Responsabile del Settore (e pazientissimo se è arrivato a leggere fin qui), Lei avrà ormai capito che questa Amministrazione è del tutto innocente rispetto alle velate accuse di negligenza che la Sua Riverita Comunicazione sottintende.
Respingo dunque ogni addebito, e ribadisco la richiesta che Vi prendiate cura di questa periferica landa del Vercellese chiamata Crescentino, e che ci diate una mano ad aiutare i Cittadini gravemente danneggiati dagli eventi ferragostani, proclamando lo Stato di Calamità per la mia Città, o in alternativa attiviate qualche altra procedura che non ci lasci (come spesso accade) cornuti e mazziati.
Grazie dell'attenzione,
LA SINDACA
Marinella Venegoni
martedì 21 settembre 2010
Italcardano non chiude
E' già una bella notizia, che Italcardano non chiuda, in questa seconda fase della terribile crisi economica che sta attraversando il mondo e ha colpito tanto duramente la nostra cittadina.
Lo ha assicurato il direttore del personale Severino, nel colloquio in azienda di ieri con il Sindaco, il Vicesindaco e l'Assessore al Lavoro Angelone.
Chiuderanno alcune delle 6 filiali europee della società yankee Dana, ma Crescentino rimane.
I volumi attuali di lavoro, ha spiegato il dirigente, non garantiscono i 419 attuali occupati, ma è impossibile ora sapere quanti saranno lasciati a casa, perché il budget è in trasformazione.
Ci dovrebbe essere un'eccedenza di 15 impiegati, la filiale ha strappato alla multinazionale l'autorizzazione a contratti di solidarietà per 6 mesi.
Sono 186 le persone di Crescentino che lavorano all'Italcardano.
sabato 18 settembre 2010
La fiaccolata di venerdì
Venerdì scorso 17 settembre, h.20. Quando la Fiaccolata che apriva la Festa dello Sport è passata nel tratto di via Mazzini fra Pza Caretto e Piazza Garibaldi, le circa trecento persone che assistevano alla suggestiva cerimonia hanno notato (e riferito a chi non c'era) che neanche un negozio aveva la serranda alzata e/o una luce accesa, e che pure tutti i bar e caffé erano ermeticamente chiusi.
Tutti.
Finanza creativa obbligatoria
Dal quotidiano "La Repubblica" di venerdì 17 settembre
INCHIESTA ITALIANA
Baci vietati e Superenalotto così i sindaci cercano di salvare i bilanci
Trucchi e finanza creativa contro tre miliardi di tagli in 2 anni. 370mila euro in meno a municipio ma con un po' di fantasia si evita il rincaro dei servizi. Ma gli escamotage basteranno per il prossimo anno? La strada più classica è quella di punire le infrazioni: si vieta il cibo ai piccioni ma anche la bevuta all'aperto di PAOLO GRISERI ed EMANUELE LAURIA
ROMA - Per ora il bilancio è in attivo: 40 euro giocati, 60 vinti. Ma è una contabilità a rischio: "Tre estrazioni fa abbiamo centrato un superstar da 20 euro. Senza quello saremmo in pari". A Melito, hinterland di Napoli, i conti comunali quadrano così: sperando di vincere al superenalotto. Provocazione? Non solo. "Se vinco, divento il sindaco più amato d'Italia", dice Antonio Amente, 59 anni, medico di base prestato alla politica: "I soldi delle giocate li prendo dal mio stipendio di primo cittadino. Fortunatamente con il mestiere di medico me lo posso permettere. Gli uffici comunali garantiscono che con 150 milioni di vincita nessuno a Melito pagherà le tasse per dieci anni". Un paese di Bengodi, anche se i problemi non mancano: disoccupazione al 30 per cento, criminalità e carenza di infrastrutture. Per i 43 mila di Melito la vita non è semplice. Soprattutto, non è affatto detto che il superenalotto riempirà le casse del comune: i matematici spiegano che l'eventualità di una vincita è mille volte più rara di quella di veder nascere un paio di gemelli siamesi. Certo, non tutta Italia può affidarsi agli incerti delle estrazioni del lotto. Gli 8.094 municipi del Bel Paese piangono miseria e temono il peggio.
"L'annus horribilis sarà il 2011", pronostica il segretario generale dell'Anci, Angelo Rughetti. Ha fatto i calcoli e c'è poco da stare allegri: "Nel 2010 lo Stato ha trasferito ai Comuni 15 miliardi
di euro. Nel 2011 saranno 13,5 e nel 2012 scenderemo a 12". Tre miliardi in meno in due anni, una bella mazzata. Una media di 370 mila euro in meno a municipio che sono tanti se si considera che solo 150 comuni in Italia hanno più di 50 mila abitanti e tutti gli altri sono di dimensioni molto ridotte. Il taglio avrà conseguenze gravi anche perché per risalire la china non vale fare cassa con l'aumento delle tasse: la Finanziaria 2010 impedisce ai sindaci di aumentare l'Irpef o modificare le aliquote di tributi come l'Ici o la Cosap. Stilare un bilancio è diventato un esercizio da giocolieri: senza un braccio, senza la gamba sinistra, senza la destra, sempre più difficile. "Con questi vincoli - dice Rughetti - l'unica strada per far cassa è quella di aumentare i prezzi dei servizi a domanda individuale".
Cioè far lievitare il costo delle mense scolastiche, dei trasporti pubblici, degli asili nido: "In sostanza - spiega il segretario generale - tutti quei servizi che spesso, in quanto pubblici, sono quelli più richiesti dai cittadini meno abbienti". Nasce così la rincorsa dei sindaci ai cento e più sistemi per cavarsi d'impiccio, dare al bilancio del Comune almeno una parvenza di presentabilità ed evitare il commissariamento per fallimento come accadde nel 2006 all'amministrazione di Taranto guidata da Rossana Di Bello. Ma quali sono gli strumenti più utilizzati per rimpinguare bilanci asfittici?
Non tutti i sindaci hanno la fantasia di Antonio Amente. Per fare cassa la maggior parte segue anzi la cara, vecchia, strada delle multe. Si punisce ogni piccola infrazione con esose richieste di denaro. In molti comuni nutrire gli animali randagi è un lusso che si può pagare parecchio caro. I vigili sono severissimi con chi viene colto mentre lancia mangime ai piccioni: a Bergamo si rischiano 333 euro di multa che salgono a 500 a Venezia e Lucca e addirittura a 520 a Cesena. Per "par condicio" nella cittadina romagnola viene punito con una multa da 520 euro anche chi distribuisce cibo ai gatti randagi. Pasti carissimi dunque. E vigili urbani inflessibili come nella Ginevra di Calvino. Con effetti devastanti sulla vita quotidiana, anche nei momenti intimi. Bisogna essere molto innamorati a Eboli per rischiare la multa da 500 euro prevista per chi viene sorpreso a baciarsi in automobile. Un capitolo a parte meritano le diverse forme di tassazione sui wc e sugli escrementi degli animali. Venezia ha deciso di portare a 3 euro il biglietto d'ingresso nei wc pubblici durante l'alta stagione turistica. Chi non paga non entra perché i tornelli non scattano, con tutte le conseguenze del caso.
A Trieste invece si possono pagare fino a 300 euro di multa se il cane viene sorpreso a fare pipì per strada: sulle ruote delle auto in sosta così come sugli stipiti delle porte e sulle gambe delle panchine. Una delle strade per far accettare i balzelli è quella di legarli alla sempre più gettonata ricerca di sicurezza. Quella che in alcune parti d'Italia è diventata una vera e propria ideologia fornisce un paravento ideale per comminare multe e sanzioni pecuniarie d'ogni genere. A Gallarate, nel Varesotto, il sindaco, Nicola Mucci, aveva impedito ai cittadini di aggirarsi nelle ore notturne per le vie del centro bevendo alcolici: un ragazzo è stato multato per porto abusivo di birra e ha dovuto versare ben 500 euro. Tra i divieti più bizzarri, quello di scavare buche nella sabbia sulla spiaggia di Eraclea (con la scusa che si tratterebbe di "giochi molesti"), quello di passeggiare con gli zoccoli a Capri e Positano (disturbano la quiete pubblica) e quello di sedersi sui gradini dei monumenti di piazza della Loggia a Brescia. A Voghera, dopo le 23 vige il divieto di seduta collettiva sulle panchine: la multa scatta quando si supera il numero di tre persone per panchina.
Se già oggi le ristrettezze di bilancio scatenano la fantasia di sindaci e assessori, c'è da attendersi nei prossimi mesi un fiorire di iniziative più o meno curiose. La meno originale (e certamente tra le meno popolari) di tutte è quella di aumentare le rette delle mense scolastiche e, in generale, le spese delle scuole che dipendono dalle amministrazioni locali. A Roma, a esempio, il costo dei pasti destinati agli alunni delle scuole gestite dal Comune è raddoppiato da 40 a 80 euro mensili. In altre parti d'Italia si escogitano alcune furbizie come quella di abolire il tempo pieno al venerdì concludendo le lezioni a fine mattinata per risparmiare sulla mensa. A Palermo, in primavera, l'amministrazione per ragioni di bilancio cancellò la pasta dal menu dei bambini degli asili nido. Ripristinando un primo piatto energetico solo dopo la rivolta delle mamme. Meno impopolari, perché nell'euforia della cerimonia non si bada a spese, sono le tasse sui matrimoni. Le amministrazioni comunali fanno pagare salate le location più ambite: a Roma si pagano tra i 1.200 e i 1.400 euro per dire sì in Campidoglio o nel complesso di Vignola Mattei dove si può provare il brivido di sposarsi in chiesa anche se si tratta di un matrimonio civile e il tempio è sconsacrato. A Torino il matrimonio alla Mole Antonelliana costa 2.000 euro e c'è naturalmente da sperare che la giornata non sia nebbiosa.
Ma il prossimo anno questi escamotage saranno sufficienti per compensare i tagli pesantissimi previsti? La risposta è scontata: no. Anche in vista della riduzione dei trasferimenti nel settore della cultura e delle mostre: "La finanziaria - osserva Rughetti - prevede per il 2011 un taglio dell'80 per cento sulle spese dei comuni per il settore". Questo significa dare un ruolo sempre maggiore alle fondazioni bancarie e a tutti quei privati che già oggi investono in cultura. "Ma non sempre - fanno notare all'Anci - un territorio dispone di enti e associazioni private in grado di sopperire ai tagli annunciati". È chiaro dunque che uno degli effetti dei tagli ai trasferimenti per la cultura potrà essere quello di aumentare le differenze tra le aree ricche e quelle povere, attirando il turismo nelle prime e allontanandolo dalle seconde. Perché è evidente che i mecenati pronti a investire sono pochi, e quei pochi lo fanno in territori di chiara fama: a Porto Rotondo, per esempio, lampioni e strade nuovi saranno pagati dal re georgiano del gas Manasir Ziyad, che ha firmato un accordo col Comune. Ma altrove?
Altrove il calo dei flussi turistici può trasformarsi in un calo del gettito nelle tasse comunali. I sindaci sono chiamati a rimediare. Come? I balzelli sui dehor e sui tavolini dei bar sono uno dei mezzi più diffusi. A Cagliari l'ira dei commercianti si è sfogata contro l'amministrazione che ha rispolverato una norma di quarant'anni fa per tassare le tende da sole che eccedessero una misura standard: è stata chiamata "la tassa sull'ombra" e la Confesercenti l'ha bollata come "un balzello dal vago sapore borbonico". A Bologna, anni fa, la lotta senza quartiere contro le forme di pubblicità non soggette alla dovuta tassazione portò a effetti parossistici: i commercianti si trovarono a rispondere di uno zerbino con le iniziali del negozio, o degli adesivi incollati in vetrina con le carte di credito ammesse nel ristorante, o dei pannelli con i nomi delle ditte produttrici di gelati: un barista ha ricevuto, per quest'ultima infrazione, una multa da 3.000 euro. Sono stati ben 2.300 i commercianti di Bologna che si sono visti recapitare accertamenti di mancato pagamento della tassa sulla pubblicità.
A tormentare i sindaci c'è anche quel curioso meccanismo del patto di stabilità che si potrebbe definire una vera e propria tassa sulle formiche. Nel senso che i comuni più virtuosi, quelli che sono riusciti a ridurre le spese, sono costretti l'anno successivo a ridurle ancora mentre i comuni spendaccioni, i comuni cicala, per paradosso sono meno penalizzati, nel senso che l'anno successivo devono risparmiare di meno. Alcune amministrazioni seguono quella che si potrebbe definire la strategia di Bubka, se è vero che il grandissimo campione mondiale dell'asta saltava in allenamento più alto di quel che faceva vedere in gara per poter battere il maggior numero possibile di record mondiali. Così qualche sindaco risparmia meno di quel che potrebbe per segnare un miglioramento anche l'anno successivo. Altrimenti il rischio è di fare la fine del primo cittadino di Varese che in un anno ha risparmiato la bella cifra di 2 milioni di euro e, in premio, si è sentito dire da Roma che l'anno successivo avrebbe dovuto risparmiarne di più.
Conclusa in modo non esaltante la stagione della finanza creativa, anche i Comuni hanno finito per abbandonare alcuni sistemi eterodossi utilizzati per far quadrare i bilanci. Molti piangono ancora oggi per le conseguenze di un uso disinvolto di derivati e altre diavolerie finanziarie alla base della crisi economia mondiale. Anche il sistema delle cartolarizzazioni, in sostanza la cessione a società finanziarie della facoltà di vendere una parte del patrimonio immobiliare comunale, ha fatto il suo tempo. È vero che in quel modo si sono turate alcune falle di bilancio ma la vendita del patrimonio di famiglia ha finito per impoverire le amministrazioni. Oggi uno dei pochi polmoni finanziari dei municipi è quello della trasformazione in Spa delle società ex municipalizzate che forniscono servizi, come le multiutilities nei settori dell'energia e dello smaltimento dei rifiuti. Ma pure questo, in fondo, è un modo per cedere una parte del patrimonio pubblico anche se il ritorno economico dura nel tempo.
Uno dei sistemi meno costosi per i cittadini, anzi moralmente virtuoso, è chiamare chi ha creato i buchi di bilancio a ripianare almeno una parte del debito. È successo a Sommatino, in provincia di Caltanissetta, dove l'ex sindaco, Lorenzo Tricoli, è stato obbligato dal suo successore, Salvatore Gattuso, a rifondere 203 mila euro di incarichi professionali e consulenze che la Corte di Conti ha giudicato illegittimi: "Mi sono trovato a dover amministrare in ristrettezze per colpa dell'attività svolta dalla giunta precedente", si è giustificato Gattuso. Ma al di là dei dubbi meccanismi di ingegneria finanziaria e di limitate ritorsioni sugli amministratori del passato, quali strade hanno oggi i Comuni per uscire dall'angolo? La prima è ottenere forme di autonomia fiscale oggi vietate per cercare di stringere nuovi patti con i cittadini e scambiare un aumento delle tasse locali e delle tariffe con il miglioramento dei servizi. In alternativa si possono solo ridurre le prestazioni pubbliche a scapito dei più poveri e a vantaggio dei privati in grado di sostituirsi ai municipi.
Una delle richieste dei sindaci è modificare i criteri del patto di stabilità per evitare la tassa delle formiche che premia le cicale e per escludere, ad esempio, le spese di investimento dal calcolo delle uscite: "Un'amministrazione che investe in infrastrutture o nel miglioramento della qualità urbana - fanno notare all'Anci - non è paragonabile a quella che spende le stesse cifre in iniziative prive di conseguenze per il futuro". Ma non sarà facile convincere Tremonti. Perché anche lui ha un patto di stabilità da rispettare: quello con la Bce, la banca centrale dell'Unione europea.
INCHIESTA ITALIANA
Baci vietati e Superenalotto così i sindaci cercano di salvare i bilanci
Trucchi e finanza creativa contro tre miliardi di tagli in 2 anni. 370mila euro in meno a municipio ma con un po' di fantasia si evita il rincaro dei servizi. Ma gli escamotage basteranno per il prossimo anno? La strada più classica è quella di punire le infrazioni: si vieta il cibo ai piccioni ma anche la bevuta all'aperto di PAOLO GRISERI ed EMANUELE LAURIA
ROMA - Per ora il bilancio è in attivo: 40 euro giocati, 60 vinti. Ma è una contabilità a rischio: "Tre estrazioni fa abbiamo centrato un superstar da 20 euro. Senza quello saremmo in pari". A Melito, hinterland di Napoli, i conti comunali quadrano così: sperando di vincere al superenalotto. Provocazione? Non solo. "Se vinco, divento il sindaco più amato d'Italia", dice Antonio Amente, 59 anni, medico di base prestato alla politica: "I soldi delle giocate li prendo dal mio stipendio di primo cittadino. Fortunatamente con il mestiere di medico me lo posso permettere. Gli uffici comunali garantiscono che con 150 milioni di vincita nessuno a Melito pagherà le tasse per dieci anni". Un paese di Bengodi, anche se i problemi non mancano: disoccupazione al 30 per cento, criminalità e carenza di infrastrutture. Per i 43 mila di Melito la vita non è semplice. Soprattutto, non è affatto detto che il superenalotto riempirà le casse del comune: i matematici spiegano che l'eventualità di una vincita è mille volte più rara di quella di veder nascere un paio di gemelli siamesi. Certo, non tutta Italia può affidarsi agli incerti delle estrazioni del lotto. Gli 8.094 municipi del Bel Paese piangono miseria e temono il peggio.
"L'annus horribilis sarà il 2011", pronostica il segretario generale dell'Anci, Angelo Rughetti. Ha fatto i calcoli e c'è poco da stare allegri: "Nel 2010 lo Stato ha trasferito ai Comuni 15 miliardi
di euro. Nel 2011 saranno 13,5 e nel 2012 scenderemo a 12". Tre miliardi in meno in due anni, una bella mazzata. Una media di 370 mila euro in meno a municipio che sono tanti se si considera che solo 150 comuni in Italia hanno più di 50 mila abitanti e tutti gli altri sono di dimensioni molto ridotte. Il taglio avrà conseguenze gravi anche perché per risalire la china non vale fare cassa con l'aumento delle tasse: la Finanziaria 2010 impedisce ai sindaci di aumentare l'Irpef o modificare le aliquote di tributi come l'Ici o la Cosap. Stilare un bilancio è diventato un esercizio da giocolieri: senza un braccio, senza la gamba sinistra, senza la destra, sempre più difficile. "Con questi vincoli - dice Rughetti - l'unica strada per far cassa è quella di aumentare i prezzi dei servizi a domanda individuale".
Cioè far lievitare il costo delle mense scolastiche, dei trasporti pubblici, degli asili nido: "In sostanza - spiega il segretario generale - tutti quei servizi che spesso, in quanto pubblici, sono quelli più richiesti dai cittadini meno abbienti". Nasce così la rincorsa dei sindaci ai cento e più sistemi per cavarsi d'impiccio, dare al bilancio del Comune almeno una parvenza di presentabilità ed evitare il commissariamento per fallimento come accadde nel 2006 all'amministrazione di Taranto guidata da Rossana Di Bello. Ma quali sono gli strumenti più utilizzati per rimpinguare bilanci asfittici?
Non tutti i sindaci hanno la fantasia di Antonio Amente. Per fare cassa la maggior parte segue anzi la cara, vecchia, strada delle multe. Si punisce ogni piccola infrazione con esose richieste di denaro. In molti comuni nutrire gli animali randagi è un lusso che si può pagare parecchio caro. I vigili sono severissimi con chi viene colto mentre lancia mangime ai piccioni: a Bergamo si rischiano 333 euro di multa che salgono a 500 a Venezia e Lucca e addirittura a 520 a Cesena. Per "par condicio" nella cittadina romagnola viene punito con una multa da 520 euro anche chi distribuisce cibo ai gatti randagi. Pasti carissimi dunque. E vigili urbani inflessibili come nella Ginevra di Calvino. Con effetti devastanti sulla vita quotidiana, anche nei momenti intimi. Bisogna essere molto innamorati a Eboli per rischiare la multa da 500 euro prevista per chi viene sorpreso a baciarsi in automobile. Un capitolo a parte meritano le diverse forme di tassazione sui wc e sugli escrementi degli animali. Venezia ha deciso di portare a 3 euro il biglietto d'ingresso nei wc pubblici durante l'alta stagione turistica. Chi non paga non entra perché i tornelli non scattano, con tutte le conseguenze del caso.
A Trieste invece si possono pagare fino a 300 euro di multa se il cane viene sorpreso a fare pipì per strada: sulle ruote delle auto in sosta così come sugli stipiti delle porte e sulle gambe delle panchine. Una delle strade per far accettare i balzelli è quella di legarli alla sempre più gettonata ricerca di sicurezza. Quella che in alcune parti d'Italia è diventata una vera e propria ideologia fornisce un paravento ideale per comminare multe e sanzioni pecuniarie d'ogni genere. A Gallarate, nel Varesotto, il sindaco, Nicola Mucci, aveva impedito ai cittadini di aggirarsi nelle ore notturne per le vie del centro bevendo alcolici: un ragazzo è stato multato per porto abusivo di birra e ha dovuto versare ben 500 euro. Tra i divieti più bizzarri, quello di scavare buche nella sabbia sulla spiaggia di Eraclea (con la scusa che si tratterebbe di "giochi molesti"), quello di passeggiare con gli zoccoli a Capri e Positano (disturbano la quiete pubblica) e quello di sedersi sui gradini dei monumenti di piazza della Loggia a Brescia. A Voghera, dopo le 23 vige il divieto di seduta collettiva sulle panchine: la multa scatta quando si supera il numero di tre persone per panchina.
Se già oggi le ristrettezze di bilancio scatenano la fantasia di sindaci e assessori, c'è da attendersi nei prossimi mesi un fiorire di iniziative più o meno curiose. La meno originale (e certamente tra le meno popolari) di tutte è quella di aumentare le rette delle mense scolastiche e, in generale, le spese delle scuole che dipendono dalle amministrazioni locali. A Roma, a esempio, il costo dei pasti destinati agli alunni delle scuole gestite dal Comune è raddoppiato da 40 a 80 euro mensili. In altre parti d'Italia si escogitano alcune furbizie come quella di abolire il tempo pieno al venerdì concludendo le lezioni a fine mattinata per risparmiare sulla mensa. A Palermo, in primavera, l'amministrazione per ragioni di bilancio cancellò la pasta dal menu dei bambini degli asili nido. Ripristinando un primo piatto energetico solo dopo la rivolta delle mamme. Meno impopolari, perché nell'euforia della cerimonia non si bada a spese, sono le tasse sui matrimoni. Le amministrazioni comunali fanno pagare salate le location più ambite: a Roma si pagano tra i 1.200 e i 1.400 euro per dire sì in Campidoglio o nel complesso di Vignola Mattei dove si può provare il brivido di sposarsi in chiesa anche se si tratta di un matrimonio civile e il tempio è sconsacrato. A Torino il matrimonio alla Mole Antonelliana costa 2.000 euro e c'è naturalmente da sperare che la giornata non sia nebbiosa.
Ma il prossimo anno questi escamotage saranno sufficienti per compensare i tagli pesantissimi previsti? La risposta è scontata: no. Anche in vista della riduzione dei trasferimenti nel settore della cultura e delle mostre: "La finanziaria - osserva Rughetti - prevede per il 2011 un taglio dell'80 per cento sulle spese dei comuni per il settore". Questo significa dare un ruolo sempre maggiore alle fondazioni bancarie e a tutti quei privati che già oggi investono in cultura. "Ma non sempre - fanno notare all'Anci - un territorio dispone di enti e associazioni private in grado di sopperire ai tagli annunciati". È chiaro dunque che uno degli effetti dei tagli ai trasferimenti per la cultura potrà essere quello di aumentare le differenze tra le aree ricche e quelle povere, attirando il turismo nelle prime e allontanandolo dalle seconde. Perché è evidente che i mecenati pronti a investire sono pochi, e quei pochi lo fanno in territori di chiara fama: a Porto Rotondo, per esempio, lampioni e strade nuovi saranno pagati dal re georgiano del gas Manasir Ziyad, che ha firmato un accordo col Comune. Ma altrove?
Altrove il calo dei flussi turistici può trasformarsi in un calo del gettito nelle tasse comunali. I sindaci sono chiamati a rimediare. Come? I balzelli sui dehor e sui tavolini dei bar sono uno dei mezzi più diffusi. A Cagliari l'ira dei commercianti si è sfogata contro l'amministrazione che ha rispolverato una norma di quarant'anni fa per tassare le tende da sole che eccedessero una misura standard: è stata chiamata "la tassa sull'ombra" e la Confesercenti l'ha bollata come "un balzello dal vago sapore borbonico". A Bologna, anni fa, la lotta senza quartiere contro le forme di pubblicità non soggette alla dovuta tassazione portò a effetti parossistici: i commercianti si trovarono a rispondere di uno zerbino con le iniziali del negozio, o degli adesivi incollati in vetrina con le carte di credito ammesse nel ristorante, o dei pannelli con i nomi delle ditte produttrici di gelati: un barista ha ricevuto, per quest'ultima infrazione, una multa da 3.000 euro. Sono stati ben 2.300 i commercianti di Bologna che si sono visti recapitare accertamenti di mancato pagamento della tassa sulla pubblicità.
A tormentare i sindaci c'è anche quel curioso meccanismo del patto di stabilità che si potrebbe definire una vera e propria tassa sulle formiche. Nel senso che i comuni più virtuosi, quelli che sono riusciti a ridurre le spese, sono costretti l'anno successivo a ridurle ancora mentre i comuni spendaccioni, i comuni cicala, per paradosso sono meno penalizzati, nel senso che l'anno successivo devono risparmiare di meno. Alcune amministrazioni seguono quella che si potrebbe definire la strategia di Bubka, se è vero che il grandissimo campione mondiale dell'asta saltava in allenamento più alto di quel che faceva vedere in gara per poter battere il maggior numero possibile di record mondiali. Così qualche sindaco risparmia meno di quel che potrebbe per segnare un miglioramento anche l'anno successivo. Altrimenti il rischio è di fare la fine del primo cittadino di Varese che in un anno ha risparmiato la bella cifra di 2 milioni di euro e, in premio, si è sentito dire da Roma che l'anno successivo avrebbe dovuto risparmiarne di più.
Conclusa in modo non esaltante la stagione della finanza creativa, anche i Comuni hanno finito per abbandonare alcuni sistemi eterodossi utilizzati per far quadrare i bilanci. Molti piangono ancora oggi per le conseguenze di un uso disinvolto di derivati e altre diavolerie finanziarie alla base della crisi economia mondiale. Anche il sistema delle cartolarizzazioni, in sostanza la cessione a società finanziarie della facoltà di vendere una parte del patrimonio immobiliare comunale, ha fatto il suo tempo. È vero che in quel modo si sono turate alcune falle di bilancio ma la vendita del patrimonio di famiglia ha finito per impoverire le amministrazioni. Oggi uno dei pochi polmoni finanziari dei municipi è quello della trasformazione in Spa delle società ex municipalizzate che forniscono servizi, come le multiutilities nei settori dell'energia e dello smaltimento dei rifiuti. Ma pure questo, in fondo, è un modo per cedere una parte del patrimonio pubblico anche se il ritorno economico dura nel tempo.
Uno dei sistemi meno costosi per i cittadini, anzi moralmente virtuoso, è chiamare chi ha creato i buchi di bilancio a ripianare almeno una parte del debito. È successo a Sommatino, in provincia di Caltanissetta, dove l'ex sindaco, Lorenzo Tricoli, è stato obbligato dal suo successore, Salvatore Gattuso, a rifondere 203 mila euro di incarichi professionali e consulenze che la Corte di Conti ha giudicato illegittimi: "Mi sono trovato a dover amministrare in ristrettezze per colpa dell'attività svolta dalla giunta precedente", si è giustificato Gattuso. Ma al di là dei dubbi meccanismi di ingegneria finanziaria e di limitate ritorsioni sugli amministratori del passato, quali strade hanno oggi i Comuni per uscire dall'angolo? La prima è ottenere forme di autonomia fiscale oggi vietate per cercare di stringere nuovi patti con i cittadini e scambiare un aumento delle tasse locali e delle tariffe con il miglioramento dei servizi. In alternativa si possono solo ridurre le prestazioni pubbliche a scapito dei più poveri e a vantaggio dei privati in grado di sostituirsi ai municipi.
Una delle richieste dei sindaci è modificare i criteri del patto di stabilità per evitare la tassa delle formiche che premia le cicale e per escludere, ad esempio, le spese di investimento dal calcolo delle uscite: "Un'amministrazione che investe in infrastrutture o nel miglioramento della qualità urbana - fanno notare all'Anci - non è paragonabile a quella che spende le stesse cifre in iniziative prive di conseguenze per il futuro". Ma non sarà facile convincere Tremonti. Perché anche lui ha un patto di stabilità da rispettare: quello con la Bce, la banca centrale dell'Unione europea.
giovedì 16 settembre 2010
Parliamone
L'andazzo oppositorio è di considerarmi come una sprovveduta snob che spara stupidaggini a vanvera riferendosi a situazioni esterne che non c'entrano con Crescentino. Un luogo che avrebbe una propria squisita unicità, e dunque non dev'essere accostato o assimilato ad alcun altro, monade immobile nei caratteri e nei confini. E' giusto?
Parliamone.
Viaggiare e conoscere altri luoghi ha significato, nella storia dell'Uomo, un arricchimento. Qui diventa un disvalore da mettere in burletta. Che significa, che non possiamo guardar fuori le mura, e prendere esempli utili? E gli urbanisti, che stanno ridisegnando in tutto il mondo città e cittadine tenendo i Centri Storici al riparo dal traffico, e a disposizione dei cittadini, sono tutti dei pirla?
Che cosa significa che il mondo meno sviluppato e più povero ha le città intasate di auto e parcheggi su tre file, mentre i paesi più progrediti, dalla Svizzera in su, hanno fatto dei Centri a misura d'uomo la loro abituale filosofia? E noi, dove vogliamo stare? Vogliamo guardare indietro, a quelli che stanno peggio di noi, o avanti per disegnarci un futuro migliore?
Io penso che un sindaco con senso di responsabilità debba guardare avanti, a costo di essere impopolare. E penso che questa stessa responsabilità debbano sentire i rappresentanti delle Minoranze, invece di titillare per convenienza di un momento gli istinti più immediati.
Se il modello che viene proposto è quello immobile della situazione attuale, dove si pensa di andare, gente mia?
Quali sono i valori, quali i modelli che mi vengono opposti, riguardo alla piazza Caretto chiusa? Mancano 14 posti macchina, il Portico raccoglie le firme, e così altri commercianti che temono di perdere affari se le auto non si possono fermare a due metri dalla porta, entrare, comprare, uscire.
Ma è questo, il modello di commercio che si propone oggi, per fronteggiare i Centri Commerciali?
Risulta proprio di no. Ci sono alcuni negozi a Crescentino, magari con i parcheggi non comodissimi, che ricevono clienti dal circondario e anche da lontano, per le scelte anche estetiche che hanno saputo fare nel loro business. E costoro tacciono, in questo frangente.
Parlano invece, e molto, gli "stranieri" che vengono in Municipio e si trovano di fronte l'orrendo palazzone grigio di fronte: si scandalizzano di un simile degrado, e dicono anche che sarebbe bellissimo Settecento, se appena lo si mettesse a posto, lo si ridipingesse. Le serrande dei negozi sotto sono arrugginite e scalcagnate, nessuno se ne preoccupa. Sto curando personalmente la questione dal giugno 2009, a settimane dovrebbero cominciare dei lavori. Identico discorso vale per il bellissimo palazzo in piazza Vische, cadente al punto che rischia di essere pericoloso per i passanti. E' dignità, questa, o è degrado, anche per i professionisti che ci lavorano dentro?
Ma qualcuno ha mai alzato gli occhi ai muri, del Centro Storico? Perché tutti fingono di non vedere i palazzi fatiscenti, non ridipinti da più di trent'anni (ma anche da cinquanta) da proprietari che non hanno necessità, né preoccupazione estetica? Perché nessuno dell'opposizione nota le pile dipinte su tre lati, con il quarto - sporco - diretto verso via Mazzini? Eppure, è sempre della stessa proprietà.
Un posto inospitale, non attira. Il Centro Storico deve prima di tutto rivitalizzare se stesso, per far rivivere il commercio. Ci puoi pure fare una manifestazione la settimana, farci passare i camion a doppio senso direttamente sopra le macchine parcheggiate, ma le persone preferiscono i luoghi gradevoli. Non c'è santo.
Le battaglie di retroguardia, l'ironia facile su una sindaca viaggiatrice (che peraltro ha le spalle larghe), gli attacchi personali, non risolvono alcun problema.
Meditate gente, meditate.
Iscriviti a:
Post (Atom)